Giochi e Diritto – Le cose utili da sapere (Pasquale Facchini)

Maggio 26, 2020 12:20 pm Pubblicato da 1 Commento

Una delle domande più frequenti per chi inizia a bazzicare il mondo degli inventori di giochi è quello relativo alla protezione della propria idea. Sarà forse la sfiducia nel mondo “esterno” che ci porta ad avere paura che qualcuno rubi il nostro prezioso manufatto intellettuale ? o sarà forse eccesso di fiducia ? o semplicemente è un’innata paura di perdere il frutto di tanto tempo dedicato a realizzare quel lavoro ?
Stranamente quella della protezione della proprietà intellettuale è una delle cose sulla quale gli autori più scafati tendono a scherzare, e rispondere con un sorriso mal celato perché è stata ripetuta e analizzata più volte.
Iniziamo con uno spoiler : Tentare di proteggere un’idea ludica è tanto costoso quanto inutile.
Vediamo perché :

  1. Allo stato attuale non esiste una legislazione che permetta di tutelare un’idea o una meccanica , ma solo quella di registrare grafiche e marchi, quindi per assurdo un gioco può essere tutelato dopo la pubblicazione e mai prima.
    Non solo, l’autore di fatto non è proprietario né della grafica né del logo del gioco, poiché quella è proprietà intellettuale del Grafico o al più dell’editore che ha acquisito i diritti, quindi quello che idealmente resterebbe tutelabile sarebbe il regolamento. I regolamenti di giochi non possono essere registrati come Libri (chi hai mai visto un codice ISBN su un regolamento? ).
  2. Le meccaniche di gioco sono di pubblico dominio, non puoi brevettare “pesca una carta” o “lancia 3 dadi”, quindi brevettare la somma di queste è altrettanto complicato (e inutile). Aggiungiamo anche che la maggior parte dei giochi che inventiamo prende ispirazione/spunto, o rielabora in modo interessante meccaniche che già esistono, altrimenti non si parlerebbe di “genere” di un gioco, se qualcuno potesse brevettare il deckbuilding avremmo solo Dominion , anzi un dimenticato gioco di carte di Starcraft.
  3. I profitti di un designer sono talmente bassi che pagare un avvocato ed un ente 1000 euro per un’idea che ne frutta anche 1500 ( esempio grossolano) non è affatto conveniente. Poi se siete così ricchi da non avere problemi di questo tipo, sarò felicissimo di essere indicato come beneficiario delle vostre royalties, così magari smetto di guidare una Punto.
  4. Si copiano le Vuitton non le Carpisa : Banalmente i rarissimi casi di plagio visti si sono visti su giochi che sono stati successi colossali, con numerose ristampe in giro per il mondo, quindi per fortuna in pochi daranno peso commerciale alla vostra idea nuova o un gioco da 1500 copie di tiratura, perché se fosse stata così buona, avrebbe già venduto come un best seller ! no ?
    Quella della proprietà intellettuale è quindi una tutela che interessa più l’editore (che prende di norma il 90-95% del profitto su un gioco) che un autore/ice e anche in questo secondo caso si parla di casi rari.
  5. I precedenti legali sono a favore dei plagiatori : vedasi i casi di Bang! e Wings of war/X-wing.
    Riporto qui un articolo scritto da Emiliano Sciarra ( autore di Bang! ) dopo la sentenza sfavorevole negli stati uniti: http://emilianosciarra.it/la-top-ten-dei-commenti-sulla-sentenza/ che fa capire come sia difficile e frustrante seguire un iter legale.
  6. La comunità dei giocatori è spesso molto vicina a quella di editori ed autori, e lo sputtanamento ha spessissimo condannato ad un triste oblio i giochi plagio di altri.
    Per quanto bella e numerosa quella dei giocatori è una comunità piccola, di nicchia, ancora piuttosto lontana dal mainstream, e anche in questo caso una brutta figura danneggia molto di più del profitto derivante da un plagio.
  7. Qualsiasi editore vi potrà dire ( e lamentarsi ) di quante proposte di idee e giochi ricevano quotidianamente, si parla a volte di Decine di proposte al giorno ( moltiplicato per 365 giorni parliamo di non meno di 3000 proposte di giochi nuovi l’anno per ciascun) , pensate davvero che invece di pescare una delle 3000 mi venga a rubare proprio la tua rischiando ?
    Un autore che può definirsi tale ha un numero di idee di giochi superiore (di molto) a quante può realizzarne, di conseguenza se non ha tempo per realizzare le sue, per quale assurdo motivo dovrebbe provare a realizzare le tue ?

Insomma, se sei arrivato fin qui sicuramente hai capito cosa intendo, risparmia tempo soldi ed energie e invece che provare a tutelare un’idea prova a giocare a più giochi possibile e magari a realizzare un prototipo in più, si sa mai che sia quello buono !
A questo aggiungo, il consiglio di partecipare alla community e agli incontri di autori, non solo in tanti sapremo che quel gioco è tuo lo tuteleremo a vicenda, ma vedrai che il tuo gioco potrà solo migliorare.
Mi permetto di condividere un mantra:

Prendere spunto da un solo gioco è plagio
Prendere spunto da 100 giochi diversi è ricerca.

Categoria:

Questo articolo è stato scritto da Khoril

1 commento

  • Aggiungo solo due piccole precisazioni all’ottimo riassunto di Pasquale Facchini sulla questione.
    I regolamenti dei giochi _possono_ essere depositati alla SIAE come “opere letterarie” (sezione OLAF), tuttavia proprio per questo la tutela è quasi inesistente dato che un gioco può essere spiegato in moltissimi modi diversi e il copyright non protegge l’idea sottostante ma il modo in cui è espressa.
    Poi è vero che le meccaniche generali come “pesca una carta” o “lancia un dado” sono di pubblico dominio, ma NON è altrettanto vero che anche la somma di queste lo sia: anzi, è proprio una delle discriminanti per stabilire l’originalità di un gioco. Per dire, anche le note musicali e le parole sono di pubblico dominio, ma il modo in cui vengono assemblate è invece protetto dal diritto d’autore.

Lascia un commento