La persuasione nei giochi da tavolo – Introduzione al principio di Fogg (W. Cavaglieri)
Ottobre 27, 2020 8:37 am Lascia il tuo commentoL’argomento di cui vorrei parlarvi è la persuasione applicata ai giochi da tavolo. Esiste una scienza giovane, Behavioural Design (design comportamentale) che studia come influenzare i comportamenti delle persone. Ha già molte applicazioni nei videogiochi e nella “gamification” delle app in generale – con lo scopo di persuadere l’utente a tornare a giocare, a spendere soldi e in generale di aver avuto un’esperienza talmente bella da volerla ripetere. Da ciò, ogni tecnica può essere manipolativa e potenzialmente creare dipendenza.
Molte di queste tecniche “funzionano” meglio su uno schermo (ritmo, trigger sonori, luci…), ma esistono già da tempo: un lancio di dadi, una slot machine, una partita a Texas Hold’em, aprire una busta di Magic… hanno molto in comune (i premi variabili e sconosciuti, in questo caso). Difatti molte meccaniche di gioco, come il draft, sono già funzionali a questo scopo.
Questo articolo sarà basato su qualche lettura e esperienze negli anni (ho avuto la fortuna di avere colleghi dalla notevole intelligenza analitica, oltre che gran gamer). E’ poco più di una checklist e serie di spunti per aprire la discussione, ma costa meno di un corso a Stanford. 😉 Sarò brevissimo nelle spiegazioni psicologiche, ma troverete una serie di link nell’ultima parte, se vorrete approfondire. Ogni affermazione è intesa “nella media”: naturalmente ogni persona è diversa e ci sono sempre eccezioni – solo, meno di quanto si pensi. Ogni riferimento al “gioco ideale”, si intende come al gioco dal maggiore appeal di massa possibile – più Avengers e meno Kubrick.
Il principio base da cui partire è di B.J. Fogg e consiste in:
Comportamento = Motivazione X Abilità X Spinta Che si può riassumere così:
Nella prossima parte di questa analisi affronteremo la Motivazione.
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Questo articolo è stato scritto da Khoril