zx21 il tuo esperimento è palese quello di Munchkin!!
Se prendiamo in esame munchkin è un gioco dove cambiando le ambientazioni e lasciando fisse le regole ottieni svariati tipi di gioco. Però son sicuro che i clienti sono in equal misura coloro che apprezzano quelle meccaniche. Questo perchè (secondo il mio punto di vista) i giochi da tavolo non vendono per l'ambientazione ma proprio per la meccanica.
Munchkin è un gioco che lo si puo ambientare ovunque, viste le sue meccaniche estremamente semplici, pero' secondo me, il suo successo è dovuto proprio all'ambientazione, la prima intendo, essendo la versione umoristica di D&D. Quello che voglio dire è che secondo me, Munckin è un gioco noioso, reso più accettabile dall' Humor che lo contraddistingue, humor che tralatro è percepito soprattutto da chi gioca a D&D. Dopo la prima uscita, che ha avuto molto successo, le altre espansioni con ambientazioni strane hanno campato di rendita. Probabilmente se Munckin fosse partito con un altra ambientazione, non avrebbe avuto tutto questo successo, indi percui penso che:
L'ambientazione serve a far produrre un gioco, le buone meccaniche servono a farlo vendere.
Non è bello ciò che è bello... Ma che bello, che bello che bello!
L'ambientazione serve a far produrre un gioco, le buone meccaniche servono a farlo vendere.
Munchkin vende, eccome se vende, e tutte le sue ambientazioni anche se quella base molto di più, ma le sue meccaniche a mio giodizio, sono come dici tu sempli e aggiungerei un po banali.
abhè saranno banali e probabilmente munchkin diverte proprio per l'ambientazione, ma si fonda sulla sua meccanica che poi è sempre la stessa su tutte le espanzioni.
Però continuo a pensare che un gioco con una ambientazione brutta ma una buona meccanica, prendete ad esempio i giochi astratti, sono più divertenti di giochi con una bella ambientazione ma di fatto una meccanica brutta.
Il fatto che le meccaniche siano semplici è in questo caso solamente un vantaggio:possono giocarlo tutti. Il fatto che siano un po noiose e un po banali e in vece un giudizio di un giocatore esperto, che dai giochi pretende di più e che comunque nella compagnia “giusta” si fà anche una partitina di Munchking
Però continuo a pensare che un gioco con una ambientazione brutta ma una buona meccanica, prendete ad esempio i giochi astratti, sono più divertenti di giochi con una bella ambientazione ma di fatto una meccanica brutta.
I giochi astratti non hanno una brutta ambientazione, semplicemente non hanno un'ambientazione. Probabilmente a (improbabile) parità di meccaniche, un gioco astratto è migliore di uno con un'ambientazione appiccicata malamente, ma il punto è che parliamo di categorie diverse, non le ritengo paragonabili da questo punto di vista.
I giochi astratti non hanno una brutta ambientazione, semplicemente non hanno un'ambientazione. Probabilmente a (improbabile) parità di meccaniche, un gioco astratto è migliore di uno con un'ambientazione appiccicata malamente, ma il punto è che parliamo di categorie diverse, non le ritengo paragonabili da questo punto di vista.
Nel post non si parlava di un'ambientazione appiccicata male ma di una ambientazione che non fa presa sul pubblico, per esempio zx21 ha parlato della sua esperienza con “pesca grossa”, l'ambientazione non era appiccicata ma per l'editore a cui si è rivolto il gioco non aveva un' ambientazione d'interesse comune.
Ho parlato di giochi astratti proprio perchè nonostante la totale assenza di ambientazione sono i più diffusi e conosciuti; difatti parlando dei classici giochi di carte o la dama, gli scacchi, lo shangai e altri giochi popolari, non predomina alcuna ambientazione e sono allo stesso tempo i giochi più diffusi e conosciuti grazie al loro regolamento semplice e robusto.
Parlando di giochi non astratti ma che hanno successo sebbene l'ambientazione non mi dice granchè cito “Citadels”: l'ambientazione di costruttori di cittadelle non mi sembra essere un tema così interessante, sopratutto per un gioco che si basa sull'intrigo eppure il gioco è uno dei più divertenti e piacevoli a cui ho giocato.
Nel post non si parlava di un'ambientazione appiccicata male
Mai detto che se ne parlasse nel tuo post.
Ho parlato di giochi astratti proprio perchè nonostante la totale assenza di ambientazione sono i più diffusi e conosciuti; difatti parlando dei classici giochi di carte o la dama, gli scacchi, lo shangai e altri giochi popolari, non predomina alcuna ambientazione e sono allo stesso tempo i giochi più diffusi e conosciuti grazie al loro regolamento semplice e robusto.
Sì ma è come paragonare le mele con le arance, sono frutti tutti e due ma non c'entrano niente l'uno con l'altro. Un gioco che non ha ambientazione… non ce l'ha, non si pone proprio il problema perché resta solo la meccanica (ed eventualmente la componentistica) da valutare.
Parlando di giochi non astratti ma che hanno successo sebbene l'ambientazione non mi dice granchè cito “Citadels”: l'ambientazione di costruttori di cittadelle non mi sembra essere un tema così interessante
È il concetto alla base di un bel po' di giochi gestionali, c'è un mucchio di gente che lo trova interessante.
Sì ma è come paragonare le mele con le arance, sono frutti tutti e due ma non c'entrano niente l'uno con l'altro. Un gioco che non ha ambientazione… non ce l'ha, non si pone proprio il problema perché resta solo la meccanica (ed eventualmente la componentistica) da valutare.
se non li posso paragonare perchè sono diversi l'uno dall'altro potrei teoricamente prendere un gioco con buone meccaniche e una brutta ambientazione, rimuovere l'ambientazione così da ottenerne un gioco astratto con buone dinamiche, avendo tolto l'ambientazione che mi rovinava il gioco. Certo farà meno presa sul mercato ma se ha una meccanica intrigante farà presa come i precedenti giochi astratti.
È il concetto alla base di un bel po' di giochi gestionali, c'è un mucchio di gente che lo trova interessante.
Per quanto riguarda citadels l'ho tirato in ballo perchè quando ci gioco sono più preso a studiare come guadagnare punti e rallentare i miei avversari e poco non mi calo nei panni di un costruttore di cittadelle, d'altro canto il gioco nella tana dei goblin viene classificato come un gioco di bluff e non come gestionale.
se non li posso paragonare perchè sono diversi l'uno dall'altro potrei teoricamente prendere un gioco con buone meccaniche e una brutta ambientazione, rimuovere l'ambientazione così da ottenerne un gioco astratto con buone dinamiche, avendo tolto l'ambientazione che mi rovinava il gioco. Certo farà meno presa sul mercato ma se ha una meccanica intrigante farà presa come i precedenti giochi astratti.
Potresti, ma sarebbe un lavoro non da poco probabilmente. Un gioco astratto nasce per non avere un'ambientazione, non ha vincoli e viene creato già impersonale. Un gioco che nasce con un'ambientazione potrebbe non funzionare senza (magari potrebbe funzionare con un'altra, ma non astraendolo del tutto).
Riesumo questo vecchio topic per dire il mio pensiero in merito… L'ambientazione di un gioco attrae in maniera molto, molto soggettiva….troppo difficile quindi determninarne una sicuramente vincente… In merito alle meccaniche io sono dell'idea che un BEL gioco sia quello che riesce a farsi giocare sia da un appassionato, sia da uno che oltre Risiko non è mai andato… Ergo, deve avere delle meccaniche intriganti e non troppo banali (per gli appassionati…) e allo stesso tempo deve risultare “semplice” soprattutto iniziandolo a giocare… Se un gioco “prende” da subito poi anche le meccaniche più da appassionati vengono cmq digerite senza problemi da tutti…. Oltretutto, sempre secondo me, NON deve MAI diventare un gioco con schemi precisi che devono essere per forza ripetuti per restare appunto in gioco, bensì deve essere il più possibile diverso ogni partita che giochi…
quest'anno al play di modena vincono rane e pecore… rane e pecore ovunque… davvero…
In UNO Extreme! compare uno smazzatore automatico a pile che sostituisce il mazzo pesca. All'atto di pescare quindi il giocatore attiva lo smazzatore, il quale può rilasciare un numero casuale di carte che va da 0 a 8.