Ciao a tutti sono nuovo.
Non ho mai inventato un gioco, ma mi sono venute in mente un pò di idee, solo che non riesco a rendere giocabili queste idee.
E’ come avere un blocco dello scrittore
Forse sono bloccato dal fattore originalità. Non vorrei inventare il solito gioco alla caylus dove raccogli risorse, costruisci ecc…
Cosa devo fare?
Continuare lo stesso con il gioco e fregarmene se ne esistono 100 mila di simili in commercio, o sforzarmi di trovare qualcosa di più originale?
Cioè, hai delle ambientazioni (magari ben definite anche a livello di interazione ambientazione/gioco) ma non delle meccaniche, o hai delle meccaniche ma ti mancano le ambientazioni?
Oppure hai entrambe ma ti sembrano “già viste”?
Ho delle meccaniche ma manca tutto il resto!
E’ difficile andare anvanti quando un gioco è astratto.
Un esempio è tigris & euprhates dove l’ambientazione è un semplice pretesto per le meccaniche del gioco. Bisogna essere knizia per inventare una cosa del genere!
Invece inventare un gioco tipo il mistero dell’abbazia o un dungeon crawler mi sembra più semplice.
Nel mio gioco i giocatori mandano in giro i proprio servi (=piazzano) e raccolcono risorse ecc.. ma per cosa?
Mi manca uno scopo, e mi frena il fatto che sarebbe troppo simile a caylus, leonardo da vinci ecc…
Ma voi quando inventate un gioco ve ne fregate se è simile a un altro?
Se ci pensi, le meccaniche sono un insieme finito (se si eccettuano colpi di genio che portano a crearne di nuove) e le ambientazioni pure (colpo di genio escluso, di nuovo).
Il gioco dev’essere un sapiente mix: Puerto Rico e Citadels hanno entrambi un meccanismo di selezione di personaggi, gestito in modo diverso, e con uno sviluppo del gioco completamente differente, tanto che nessuno direbbe che “si somigliano”.
Ovvio che se fai un gioco con una plancia, e degli ometti che piazzano cubetti per avere maggioranze con cui fare punti vittoria (io l’ho fatto, sigh, ed era una cagata), o che piazzano cubetti per avere altri cubetti diversi, per avere infine la maggioranza di cubetti di un certo tipo, la cosa è talmente ritrita che potrebbe non interessare a nessuno.
Ma, per quel poco che ne so, capita (soprattutto agli inizi) di essere molto influenzati dai giochi preferiti, e la cosa non deve scoraggiare…
Diciamo che, come in ogni cosa, per imparare ci vuole tempo e dedizione
Ti stai ponendo un problema che forse la maggior parte degli autori tedeschi non si pone più da tempo, e questo fa di te una persona intelligente.
Quella dell’originalità è una nobile aspirazione, però ti consiglio di non farla diventare un’ossessione. Talvolta sono le sfumature che fanno la differenza.
Secondo me, se hai delle meccaniche da cui partire, potresti provare a realizzare un rudimentale prototipo da sperimentare; è probabile che, giocandolo, ti vengano in mente altre idee ed elementi da aggiungere: così da creare un insieme originale.
Per quella che è la mia – limitatissima – esperienza, funziona meglio che non sedersi alla scrivania e cercare di pianificare ex novo un gioco.
Ciò che posso garantirti è che sei capitato nel posto giusto per avere consigli in merito alla tua neonata passione, e certo da persone molto più competenti dell’anonimo sottoscritto…!
"Ci sono almeno due tipi di giochi. Uno potrebbe essere chiamato finito, l'altro infinito. Un gioco finito si gioca per vincerlo, un gioco infinito per continuare il gioco. (…) Non c'è che un solo gioco infinito."
Ciao,
quoto quello che hanno scritto gli altri.
In più aggiungo che, essendo il tuo primo tentativo, è già una gran cosa se riesci a creare un gioco che funziona senza bachi e che piace a gente estranea che lo prova una sola volta. Quindi, non preoccuparti troppo di trovare l’originalità. Se poi è un astratto con un’ambientazione appiccicata sopra, un giorno, magari per un altro gioco o senza preavviso, ti verrà la giusta ispirazione.
Ciao e benvenuto,
fantavir
Una trasposizione scadente di una licenza in un gioco ha ottime possibilità di uccidere un potenziale nuovo giocatore, di stroncarne sul nascere l’entusiasmo e la volontà di scoprire se ci sono “altri giochi belli come questo” (A. Chiarvesio)
Fregatene e vai avanti, poi hai sempre tempo per tornare indietro e cambiare le cose che non ti piacciono.
Paolo in passato mi è stato molto d’aiuto a superare i miei blocchi. (e a dire che attualmente ne ho uno – tante idee ma produttività 0)
Ecco i miei consiglii (frutto dei miei numerosi blocchi e dei consigli altrui).
1. Avvia una collaborazione con una altro autore di giochi. (La collaborazione con Wallover per Dumb Boss mi aiutò molto a riprendermi da un lungo stato di letargo)
2. Metti nel cassetto (per un po) il gioco che ti crea il blocco e concentrati su di un altro completamente diverso in meccaniche ed ambientazione. (Paolo mi disse: ok fammi un gioco su Ulisse; incredibile non l’ho mai realizzato ma mi ha aiutato a rimettere in moto i processi creativi).
3. Giocare – Giocare – Giocare. Gli appuntamenti ludici e le lunghe maratone (vedi appuntamenti IDG) sono un buon motore.
4. Parlarne. Personalmente ogni volta che ho un piccolo blocco legato a qualche fossalizzazione su una determinata meccanica cerco uno scambio di opinione con qualche amico, anche se non ne capisce di giochi, per effetto Brainstorming viene sempre fuori qualcosa di utile.
5. Informarsi. Guardare film e leggere libri o articoli legati all’ambientazione spesso producono nuovi punti di vista e spesso modifiche radicali al proprio progetto.
6. Studio. Anche leggere articoli teorici sulla proggettazione o giocare con i materiali dei giochi può essere d’aiuto.
7. Analisi. Qui forse qualcuno mi criticherà, ma trovo utile anche una progettazione della struttura del proprio gioco con eventuale raffronto con altri giochi.
8. Uno dei più importanti è forse la scadenza. Dattene una è fà il possibile per non rimandare. I concorsi aiutano in questo.
9. E perchè no! Siediti e Lavora, non è solo un attività creativà.
Il mio consiglio (da assoluo neofita) è quello di divertirsi!
Divertiti mentre lo fai, e basta. 😆
Una considerazione, secondo me dipende molto dal tuo “stile di creazione”, cioè se parti dalle meccaniche (e poi ci metti l’ambientazione su) o se parti dall’ambientazione (e crei la meccanica di conseguenza).
Nel secondo caso è fondamentale documentarsi molto sull’argomento.
Ricorda inoltre che il genio non esiste! Il genio è solo frutto di grandissima applicazione.
Quelli che noi pensiamo come geni (Mozart, Leonardo, Einstein…) erano persone molto dotate ma soprattutto grandissimi lavoratori.
Per es. Mozart ha cominciato a scrivere da bambino e non ha mai smesso fino alla morte (avvenuta in giovane età). Leonardo ha lasciato migliaia di pagine di appunti schizzi…
Se il genio esista o no, lo ignoro.
Ma certo, se esiste, è diverso dalla rivelazione divina ed improvvisa a cui Hollywood ci ha assuefatti.
Se non ricordo male, Leonardo da Vinci diceva: “Il genio è pazienza”.
Quanto l’ho odiato, per aver smentito in un sol colpo tutto ciò in cui la mia ingenuità mi aveva fatto credere…
"Ci sono almeno due tipi di giochi. Uno potrebbe essere chiamato finito, l'altro infinito. Un gioco finito si gioca per vincerlo, un gioco infinito per continuare il gioco. (…) Non c'è che un solo gioco infinito."
Io normalmente faccio un gioco perchè sento la mancanza di qualcosa sul mercato quindi proprio non saprei che dirti.
Spesso i giochi moderni sono composti di una meccanica centrale intorno a cui viene costruito il gioco. Se ritieni che la tua meccanica non meriti un gioco che gli giri intorno forse è il caso che la conservi da far girare intorno ad altro…
…a meno che tu ti stia divertendo nel costruirci un gioco intorno (ma visti i toni del messaggio non mi pare sia il tuo caso), nel qual caso niente ha importanza.
Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.
(da Flushed Away)
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