C’ è qualità nei giochi Tv, come Eredità, Milionario???

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  • #17872
    heyoka
    Partecipante

    Credo che quando si parla di giochi televisivi non si possa prescindere dal condutture.
    Sono d' accordo!

    Il gioco può essere il più ben ideato al mondo, ma se il conduttore non è all'altezza il tutto sarà un fallimento.
    Conti rispetto a Scotti è una nullità. Però io guardo più volentieri “La Ghigliottina” e il ” Cosa è” dell' Eredità rispetto i demenziali ed estenuanti “ragionamenti” che fanno alcuni concorrenti del ” Milionario” .

    Ovviamente il concetto funziona anche (e specialmente)  in modo inverso, ci sono condutttorii televisivi in grado di raccogliere molti consensi anche da giochi senza alcun spessore ludico, e trasformare concorrenti inetti in veri man/woman show.
    Almeno in parte, questo è vero!
    Rimane da capire, il giudizio sul gioco in sè!
    E nel iudizio io ci metto anche, se non sopratutto, il grado di coinvolgimento partecipativo che hanno i telespettatori a casa!
    Ciao!

    La vita è un gioco. Giocala!
                      ( teresa di calcutta)

    #17855
    heyoka
    Partecipante

    “mission” ( come odio queste frasi pompose)

    Va bene anche “missione”: italiano, non pomposo, stesso significato! ;-)

    Il mio odio x le frasi pompose non và alla pomposità della frase ma alla ipocrisia della sostanza vera che, in genere, nascondono!
    Ciao!!

    La vita è un gioco. Giocala!
                      ( teresa di calcutta)

    #17876
    magocharlie
    Partecipante

    A me pare che , il più delle volte, il cosidetto ragionamento sia solo un tentare di capire se Scotti ha intenzioni di farti andare avanti.
    Magari se sei un concorrente giovane, televisivamente simpatico e magari anche squattrinato, il buon Scotti è disposto ad OBBLIGARTI a dare la risposta che ti ha suggerito.
    Al contrario di Fantavir, a me la tensione va a finire sotto le scarpe e cambio canale, sperando che all' ' Eredità facciano la “Ghigliottina” o il ” Cosa è”.
    Rarissimi i casi in cui il concorrente può arrampicarsi nel trovare una risposta, con il ragionamento.
    Non parliamo poi di quando i concorrenti “fingono” di ragionare su domande semplici di cui sanno già la risposta.
    Ciao!

    Hai ragione!
    più che una finta però è una strategia autoriale del programma. Rende di più, televisimamente parlando, uno che ragione ad alta voce su una domanda (facile o difficile che sia) che non un concorrente che apppena legge una domanda e da subito la domanda!

    CVEM è un quiz vecchio stile basato sulla cultura generela con generosi premi (cosa che 10 anni fa nessun quiz aveva; il record di soldi vinti era di Telemike con un concorrente che portà a casa quasi 400 milioni di lire…).
    A differenza di uno dei suoi celebri predecessori, Lascia o Raddoppia, il meccanismo di suspance di CVEM è al contrario.
    Durante Lascia o Raddoppia la tensione del pubblico era nel silenzio del concorrente che cercava nella sua mente la risposta esatta alla domanda per “Raddoppiare” il proprio montepremi.
    CVEM è esattamente l'opposto, la tensione è nel ragionamento del concorrente e nel tentativo di dare la risposta anche da casa; a differenza di Lascia o Raddoppia, CVEM è un quiz a risposta multipla, che genera così un' obbligo o uno spunto in più nel ragionamento in quanto una delle quattro risposte è sicuramente quella esatta.
    Questa è la cosa che più differenzia i due quiz: in Lascia o Raddoppia il pubblico è difficilissimo che possa sapere la risposta, la tensione sta nel capire se il concorrente la sa! In CVEM, come ho detto prima, la suspance è opposta, capire se il concorrente ragioni come ragioni tu che hai individuato la risposta.

    #17878
    Rayden
    Partecipante

    Non sono d'accordo con magocharlie, in particolare su questo punto:

    I giochi Tv sono forse l'ultimo esempio di decenza nella tv odierna!

    I giochi TV non sono mai stati un esempio di decenza! Io, sinceramente, quelle poche volte che mi capita di guardarli mi sento offeso: ma possibile che chi trasmette quelle cose mi ritenga così stupido da credere che mi possa appassionare nel guardare gente che gioca a testa o croce? Perché, in fondo, tutti i giochi di puro culo non sono altro che una forma abbellita del testa o croce, e i quiz tipo CVEM non sono da meno: una domanda o la sai o non la sai, a culo, non c'è abilità.
    Poi rifletto: “ma se queste trasmissioni vengono trasmesse… vuol dire che qualcuno le guarda… anzi, vuol dire che un sacco di gente le guarda…” e mi deprimo.

    Su, andiamo! Non mi puoi venire a dire che i giochi televisivi (che già per poterli chiamare “giochi” bisogna fare un bello sforzo di astrazione) sono un esempio di decenza! Denigrano l'essere umano, e in modo particolare lo spettatore: mostrano che anche i concorrenti sono idioti quanto te, quindi sei un “normale”.

    Quanto all'argomentazione sulla tempistica, l'obiezione è simile a quella di Fantavir.

    Il ragionamento che viene fatto è altamente televisivo, perchè è un ragionamento ad alta voce che coinvolge anche gli spettatori che assistono. I 20 minuti su una domanda creano suspance e anche voglia di ragionare assieme al concorrente stesso.

    Non si potrebbe fare un gioco in cui i 20 minuti “altamente televisivi” di ragionamento ad alta voce fossero rivolti a capire qual è la scelta tattica migliore, anziché a capire se una domanda la sai o no (perché a quelle domande quasi mai si risponde col ragionamento: o la sai o non la sai. Se dite che è ragionamento quello richiesto lì, allora siamo messi male!)?

    #17941
    dizzark
    Partecipante

    Parlando di CVEM
    Beh, in alcuni casi ragionando si va per esclusione o si aumenta la probabilità di azzeccare una cosa che non sai.
    Poi è evidente che la maggior parte delle volte il concorrente fa il ragionamento o per fare sfoggio della sua cultura o per esigenze televisive, ma rimane il fatto che è un gioco interessante perchè il pubblico a casa partecipa fino in fondo al tentativo di risposta.
    Io quando posso lo seguo, aumenta il livello di cultura generale anche se principalmente nozionistica.

    #17945
    Rayden
    Partecipante

    Parlando di CVEM
    Beh, in alcuni casi ragionando si va per esclusione o si aumenta la probabilità di azzeccare una cosa che non sai.

    Quel tipo di “ragionamenti” ogni essere umano è in grado di eseguirli mentalmente in una frazione di secondo, di certo non ha bisogno di 20 minuti! Per quello ho detto “o la sai o non la sai”.
    Una domanda buttata lì: ma non vi è mai venuto il dubbio che tutto ciò che vedete sia una finzione?

    aumenta il livello di cultura generale anche se principalmente nozionistica.

    Perdonami, non vorrei essere troppo brutale, ma questa frase è tipico umorismo pirandelliano: non so se sbellicarmi dalle risate o, più seriamente, deprimermi nel constatare che esiste ancora gente al mondo che è convinta che quella sia una qualche lontana forma di cultura. Chissà quanti poveri illusi come te seguono quella trasmissione con la stessa convinzione, a posto con la coscienza,… che tristezza.

    La televisione è il nuovo oppio dei popoli.

    #17946
    wallover
    Partecipante

    Una cosa certa che e' stata appurata qui è che il livello dei programmi deve essere basso, per favorire la participazione da casa. Molti esperti di comunicazione concordano nel dire che la TV NON E' la realta', ma una sua versione deformata che viene percepita in modo differente da ognuno di noi… Logico pensare che anche i quiz abbiano le loro regole, e alcune di queste siano sporche.

    Se ci metto 20 minuti per fare dei (falsi) ragionamenti e 4-5 milioni di persone stanno a guardarmi, vuol dire che funziona. A mio avviso e' inutile rammaricarsi o lamentarsi del basso livello, lo sappiamo che e' così, fa parte delle regole del gioco (un doppio doppio senso!)

    Ma le tue opinioni potrebbero offendere quelli a cui piace guardare quelle trasmissioni; se le trovano educative, culturali, informative o semplicemente divertenti hanno il diritto di esprimerlo senza essere giudicati. Stop.

    Tornando ai quiz. Secondo me il meccanismo che sta alla base del successo e' la partecipazione: quando una risposta la sai ti senti bravo (magari intelligente), e pensi che anche tu avresti potuto vincere la puntata. Nel caso di CVEM poi anche l'ultima domanda e' pur sempre una percentuale di 1 su 4, quindi non costa nulla e rispetto alla vincita, e' assurdamente facile vincere buttando a caso A B C o D. Se poi il concorrente la sbaglia e tu no, la gratificazione e l'identificazione sono ancora maggiori.
    Se invece sbagli puoi sempre pensare che tanto e' un gioco e non hai perso nulla. Tanto ne arriva un'altra dopo pochi secondi.

    Walter Obert

    #17947
    Gianlu
    Partecipante

    una domanda o la sai o non la sai, a culo, non c'è abilità.
    Poi rifletto: “ma se queste trasmissioni vengono trasmesse… vuol dire che qualcuno le guarda… anzi, vuol dire che un sacco di gente le guarda…” e mi deprimo.

    […]

    Non si potrebbe fare un gioco in cui i 20 minuti “altamente televisivi” di ragionamento ad alta voce fossero rivolti a capire qual è la scelta tattica migliore, anziché a capire se una domanda la sai o no (perché a quelle domande quasi mai si risponde col ragionamento: o la sai o non la sai. Se dite che è ragionamento quello richiesto lì, allora siamo messi male!)?

    Premessa che l'unico che ogni tanto seguo è l'eredità perchè mi piace affrontare la prova della ghigliottina, è un rompicapo divertente al pari delle parole crociate a mio avviso.

    Secondo il mio punto di vista può essere pure tutto un bluff nei confronti dello spettatore, ma ciò che a loro conta è quello di avere audience ciò che a noi conta è quello di essere intrattenuti, magari si può credere che stiano molto a riflettere per il timore dell'essere al centro della scena, timidezza o paura di fare papere o semplicemente paura di perdere il bottino accumulato. è vero che ci sono programmi totalmente basati sulla fortuna e probabilmente sono quelli che fanno più audience dato che la gente comune piace l'idea di vincere con metodi facili (di fatti i giochi natalizi che fanno tutti sono le tombole e giochi con meccaniche semplici e basati sulla fortuna).

    CVEM è un programma a quiz e quindi non lo reputo a fortuna, è vero che le cose le sai o non le sai ma partecipi non perchè ti basi sulla fortuna ma sulla quantità di conoscenza appresa. Spesso si può arrivare alla risposta pur non conoscendola per altre conoscenze e quindi tramite deduzione.
    Poi son d'accordo con te che dici sarà finzione ma c'è chi lo guarda perchè gli piace mettersi nei panni da concorrente e provare lui stesso le sfide proposte.

    #17948
    Rayden
    Partecipante

    Sono assolutamente d'accordo sul fatto che i quiz televisivi siano così perché funzionano… ci mancherebbe pure che non funzionino! La mia critica non era in quel senso. Il punto è che, proprio nel loro funzionare, sono altamente dannosi per la società intera. Un po' come il McDonald: funziona benissimo, certo… fa soldi a palate! Ma questo non mi fermerà dal denigrarlo con tutte le mie forze, al costo di rischiare di offendere chi lo ama.

    Ripeto, chiedo scusa per la brutalità, ma questo sulla televisione è un argomento che mi da un buon -5 a Diplomazia: certe cose proprio non le posso sentire!

    Per tornare in tema, il succo di quello che volevo dire è che, a mio parere, non c'è il minimo barlume di qualità (ludicamente parlando) nei giochi televisivi, o almeno in quelli che mi è capitato di vedere (sto quindi escludendo questo “Eredità” di cui parlate perché non l'ho mai visto). Siete d'accordo con questo?
    Ora, io do per scontato che un gioco creato da un professionista, ossia da uno che SA come si inventa un gioco, funziona meglio di uno creato da un non professionista. Quindi, vien da sé che se i giochi televisivi fossero creati da un esperto (che quindi, in quanto tale, è anche in grado di adattare le sue conoscenze sull'oggetto del suo lavoro, tenendo conto di target, esigenze televisive, ecc.), probabilmente funzionerebbero meglio.

    Credete davvero che non ci sia speranza di portare un po' di qualità ludica all'interno della televisione?

    #17954
    zx21
    Partecipante

    Lasciando stare per un momento il contorno di un gioco televisivo, e quindi esaminando la qualità ludica di questi giochi possiamo notare che la maggiorparte di quelli citati si fondano su domanda/riposta in vari modi o stili ma comunque giochi di parole.
    Riportando questa tipologia di giochi nel panorama ludico a noi più vicino, possiamo vedere che difficilmente questo genere di giochi si trovi negli scaffali del negozi specializzati, mentre sono presenti in maniera sostanziosa nei negozi di giocatoli e grande distribuzione in generale, sto parlando di titoli come Trivial, Tabù, e similirai.
    Voi forse non sapete che questo tipo di giochi è molto richiesto ma per i negozianti del nostro settore e difficile poterli avere ad un prezzo ragionovele ( ci costano quanto il prezzo di vendita dei grandi magazzini ).
    Ora al di là del nostri pensieri personali su questa tipologia di gioco,e prendendo come riferimento Agricola si può dire che per ogni Agricola venduto vengano venduti, secondo me,almeno 20 copie di Trivial questo dovrebbe far riflettere.
    E da notare infine che questi giochi vendono in specialmodo per la loro semplicità e per  la possibilità da parte di chiunque di mettere alla prova la propria cultura in modo giocoso, quindi a mio avviso creare giochi di parole super “arzigogolati” non avrebbe molto senso.

    Ciao

    #17955
    Rayden
    Partecipante

    Ora al di là del nostri pensieri personali su questa tipologia di gioco,e prendendo come riferimento Agricola si può dire che per ogni Agricola venduto vengano venduti, secondo me,almeno 20 copie di Trivial questo dovrebbe far riflettere.
    E da notare infine che questi giochi vendono in specialmodo per la loro semplicità e per  la possibilità da parte di chiunque di mettere alla prova la propria cultura in modo giocoso,

    Il fatto che in Italia i giochi “non d'autore” vendano enormemente di più di quelli d'autore, penso che fosse ovvio per tutti (avrei detto anche più di un fattore 20). Sul fatto che questi giochi vendano per la loro semplicità, non sono d'accordo neanche un po': esistono vagonate di party game più semplici e più divertenti del Trivial (vabbè che per me anche tirare una pallina contro il muro e riprenderla è più divertente che giocare a Trivial, ma io sono di parte). La motivazione è commerciale e, soprattutto, culturale. E la cultura in Italia, a quanto vedo, la fa la televisione.

    Se poi vogliamo scendere un minimo nel dettaglio di Trivial, è facile notare come chiunque ci abbia fatto almeno una partita sa benissimo che giocandoci non si “mette alla prova la propria cultura”, perché le domande vanno da “di chi era il cavallo bianco di Napoleone?” a “quante volte è andato a pisciare Napoleone il 17 ottobre del 1812?”; quindi, anche li, non si va granché lontani dai giochi di pura fortuna. Che, sottolineo, hanno il solo scopo di appagare gli ignoranti e i “mentalmente pigri” (che è un po' un eufemismo di “stupidi”, tipo il “diversamente abile” che va tanto di moda ora), per quello hanno successo.

    quindi a mio avviso creare giochi di parole super “arzigogolati” non avrebbe molto senso.

    Ma nessuno ha mai parlato di giochi super arzigogolati! Non confondere la qualità con la complessità: sono due concetti diversi, se non addirittura (per alcuni) antitetici. La semplicità del gioco rientrerebbe ovviamente tra le caratteristiche di cui dovrebbe tener conto l'ideatore, che in quanto professionista sarebbe sicuramente in grado di rispettare, pur facendo un gioco di qualità.

    #17957
    giudigio
    Partecipante

    Ritengo che in generale vi sia una forma di riluttanza fisiologica dell'uomo a dover assimilare nuove regole. Questo, si verifica anche nel gioco da tavolo. Tanto più è complesso  un gioco, tanto più questa riluttanza aumenta….è quindi inevitabile che i giochi televisivi puntino su regole semplici e facilmente assimilabili. Questa riluttanza spiega anche il perchè del successo di giochi da tavolo con poche regole quali i party game rispetto ad altri giochi. La filosofia del gioco di società in Italia si discosta, in questo, dal modo di pensare di paesi come la Germania dove c'è forse più pazienza ad assimilare regole che richiedono tempi più lunghi.
    Circa poi i giochi TV, io vedo la ghigliottina de “L'eredità” e  “I soliti ignoti” di Frizzi ma anche ìn quest'ultimo non capisco perchè non si lasci al concorrente la libertà di decidere la sequenza nell'investigazione delle identità?  Perchè non dare cioè (mica poi tanto) un minimo di strategia?

    La vita è una cosa seria...per fortuna c'è il gioco! (A. Randolph)

    #17975
    dizzark
    Partecipante

    Scusa Rayden,
    a volte mi sembra che mescoli due argomenti diversi.
    Ludicamente parlando, è chiaro che il gioco funziona (fa milioni di ascolti), ma dal punto di vista critico è di basso livello. Del resto è risaputo che più il gioco è d'elite meno sono i fruitori… e questo vale anche per i boardgames, saranno sempre meno i giocatori di caylus rispetto a quelli di monopoli! Ma qui credo che ogni considerazione in proposito sia scontata e non vale la pena imbastire una discussione. In generale sono d'accordo con le considerazioni di Wallover.
    Riguardo alla 'pseudo-cultura', sono sinceramente offeso dalle tue dichiarazioni. Non tutti i giochi televisivi sono uguali, e per la maggior parte non sono ne divertenti ne acculturanti. E io in generale NON li guardo!
    Specificatamente a CVEM invece non sono assolutamente d'accordo con quello che dici. Le domande sono domande! E l'argomento di cui trattano può essere di tua competenza oppure no. Se lo sai punto non hai guadagnato niente (A parte la soddisfazione del telespettatore medio che si sente bravo ed è il motivo per cui il gioco piace), ma se non è un'argomento di tua competenza puoi sempre imparare qualcosa.
    Io mi ritengo una persona di discreta cultura, ma a volte le prime domande del quiz non le conosco, ad esemprio un ingrediente di cucina o il nome di un piatto o qualcosa che riguarda piante e fiori… beh mi capita spesso di imparare cose che 'dovrei sapere'.
    Punto tutto qui!
    Poi è chiaro che se leggi e ti documenti è meglio che seguire un quiz televisivo…

    #17976
    dizzark
    Partecipante

    Tornando al tema, LA verità è che in TV non si vogliono fare GIOCHI, ma audiens!
    Il gioco se è fatto bene piace a chi gioca, invece in TV deve piacere a chi guarda, per cui prima di gioco deve essere spettacolo.
    Credo di aver detto una banalità, ma dalla discussione fin qui non mi sembra sia venuto fuori…

    Prendiamo i soliti ignoti. Di per se sarebbe una grande idea, se solo fosse strutturato in modo da dare ai concorrenti una possibilità di strategia. Ovvero scelgo io l'ordine delle persone da esaminare, oppure conosco prima il valore della loro identittà. Invece niente di tutto questo! L'ordine è predeterminato e il valore lo conosco solo dopo aver dato la risposta. In pratica è tutto casuale. E questo perchè ci sono dei soldi in palio e devono decidere loro quando, quanti e a chi assegnarli. Mi viene il dubbio che sia tutto finto! Ovviamente lo è. Ma ripeto è uno spettacolo sottoforma di gioco e NON il contrario!

    Sempre con riferimento a Rayden, non so perchè odi il genere di giochi alla Trivial. A me piacerebbe molto se fosse ben fatto. Il vero grande difetto è quello che hai sottolineato nell'assurdità delle domande.
    Se vendessero set di carte tematiche, con domande ben strutturate sui vari settori dello scibile umano a me piacerebbe tantissimo!

    #17987
    wallover
    Partecipante

    Ho come l'impressione che questo potesse essere un bell'argomento di discussione ma che si sia fossilizzato su piste che non portano a niente o girano in tondo.

    Alcuni spunti di riflessione:

    – Non e' vero che i giochi televisivi siano tutti banali domande e risposte. Ad esempio La ruota della fortuna ha la sua dote di fortuna (come e' giusto che sia) ma richiede anche abilità. Non a caso credo sia uno dei più longevi e diffusi TV show.

    – L'abilità dei giocatori non deve essere determinante, per evitare che concorrenti troppo forti “ammazzino” l'interesse del pubblico. Con i quiz l'errore e' sempre in agguato e anche una domanda semplice puo' essere sconosciuta al super esperto. Se si tratta di pura strategia con certi personaggi si andrebbe avanti per anni prima di vederli perdere.

    – La differenza vincente tra CVEM e gli altri quiz show secondo me risiede nel fatto di aver sempre quattro risposte tra le quali scegliere. Questa possibilità facilita la partecipazione di fronte al nulla della domanda secca tipo Rischiatutto.

    – Applicare eventuali strategie, tipo l'ordine dei concorrenti in i Soliti Ignoti, limita il potere della regia.

    – Infine esprimo una opinione controcorrente, a favore del nozionismo: dopo decenni di critiche c'e' chi oggi ne riscopre i lati positivi. Perche' in fin dei conti nozione significa informazione. Tutti i processi cognitivi partono dall'assimilazione di semplici dati, che devono essere presi così come sono: nozioni. Prese da sole significano poco ma se mettiamo tante informazioni basiche assieme e le sappiamo relazionare e rielaborare ecco che si inizia a vederne l'utilità. Ovviamente da sola non serve a quasi niente… un mio semplice pensiero.

    Walter Obert

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