— RIAPRO OFF TOPIC — A me invece hanno chiesto l'amicizia su facebook. Prof Cuccia, che dici, è 'na sola o una cosa seria?
PS: chissà in base a quale criterio ci hanno scovati e scelti — CHIUDO OFF TOPIC —
Una trasposizione scadente di una licenza in un gioco ha ottime possibilità di uccidere un potenziale nuovo giocatore, di stroncarne sul nascere l’entusiasmo e la volontà di scoprire se ci sono “altri giochi belli come questo” (A. Chiarvesio)
Comunque che nell'era del villaggio globale, di internet, skype e ammennicoli vari non sia dura pubblicare un gioco senza un incontro fisico con l'autore lo trovo sinceramente un po' assurdo come ragionamento. A parte una stretta di mano cosa si può fare di persona che non si possa fare a distanza al giorno d'oggi (in contesto eh, altre cose che non c'entrino con la pubblicazione dei giochi e richiedano la compresenza fisica me ne vengono in mente anche senza suggerimenti )?
Semplice: siamo lì, col prototipo in mano e me lo spieghi di persona. Ti posso fare le domande mentre giochiamo, mi puoi spiegare le strategie, risolvere i dubbi ecc. Inoltre, cosa meno importante, ma non del tutto trascurabile, se il tuo gioco ha 3 tabelloni, 220 carte e 580 puzzilli e cazzabubboli vari, le speranze che un editore si metta lì a stamparselo tutto solo dopo aver letto il regolamento, sono molto poche, credo
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
Semplice: siamo lì, col prototipo in mano e me lo spieghi di persona.
C'è Skype… è pure gratuito.
Inoltre, cosa meno importante, ma non del tutto trascurabile, se il tuo gioco ha 3 tabelloni, 220 carte e 580 puzzilli e cazzabubboli vari, le speranze che un editore si metta lì a stamparselo tutto solo dopo aver letto il regolamento, sono molto poche, credo
Ma infatti io non pretendo che nessuno si stampi niente, i prototipi si realizzano per quello e le poste esistono da molto prima di Internet.
PS/OT Ho ricevuto anche io un messaggio parente di quello riportato, anche se non identico e molto più vago in effetti.
…a me sembra più che evidente che il contatto fisico con il gioco in mano possa essere molto più produttivo e piacevole di qualunque surrogato elettronico… per essere più chiaro vi dico che sono un network engineer con master in telecomunicazioni e gestisco la rete d'Ateneo dove lavoro… beh… io rimango convinto che il miglior modo di comunicare rimane quello in presenza fisica
Allo stesso modo ritengo che la qualità tattile del prototipo abbia il suo ruolo per dare un'idea del piacere che si potrà provare giocando, al di là dei meccanismi nudi e crudi sintetizzati magari in modo astratto. Su questo vorrei una conferma/smentitata da parte degli editori, perchè io dedico molto tempo alla realizzazione del prototipo pur sapendo che potrà essere stravolto totalmente…
Semplice: siamo lì, col prototipo in mano e me lo spieghi di persona.
C'è Skype… è pure gratuito.
!! Stai scherzando, vero? è una cosa completamente diversa. Per un gioco di media complessità, secondo me, l'incontro con l'autore è assolutamente insostituibile
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
Mario sono in linea di massima d'accordo con te, sul fatto che l'incontro faccia a faccia sia importante. Ma tu stai automaticamente scartando tutti quei ragazzi del sud che sono sempre tagliati fuori per via delle distanze, e che non è detto che possano permettersi, aereo, spostamenti, alberghi, pranzi e cene. La cosa più vicina che si organizza in termini di giochi è lucca! e c'è un ridicolo prototype corner. A mio avviso una chance alle mail si deve pur dare, poi se l'editore è interessato può benissimo prendere un appuntamento con l'autore che avendo già una occasione, magari può spendere dei soldi con un obbiettivo in più in tasca.
dico la mia, dal basso della mia pochisima esperienza: – l'incontro con l'editore è importantissimo … puoi comunicare in poco tempo quello che il tuo gioco offre in termini di meccaniche, complessità, ambientazioni. Gli eventuali dubbi li risolvi subito, spesso proprio giocando. Un solo colpo d'occhio dal vivo gli fa capire spesso molte cose, sia dal punto di vista della fattibilità che da quello degli eventuali problemi presenti. – non penso sia impossibile organizzare la cosa “a distanza”, almeno in un primo tempo, però penso sia molto più difficile. Se l'editore ha magari decine di regolamenti da leggere, quello del nostro gioco (magari una presentazione meglio del regolamento vero a proprio come primo approccio) deve essere davver fatto bene per poter subito colpire l'attenzione. E colpire l'attenzione è la cosa principale…altrimenti penso diventa difficile avere il modo di andare oltre! Soprattutto per chi come me è all'inizio non è semplice sapere subito come proprorre, presentare, “affascinare” un editore al proprio gioco … figuriamoci farlo a distanza! Quindi, non una missione impossibile..ma molto difficile!
Mario sono in linea di massima d'accordo con te, sul fatto che l'incontro faccia a faccia sia importante. Ma tu stai automaticamente scartando tutti quei ragazzi del sud che sono sempre tagliati fuori per via delle distanze, e che non è detto che possano permettersi, aereo, spostamenti, alberghi, pranzi e cene. La cosa più vicina che si organizza in termini di giochi è lucca! e c'è un ridicolo prototype corner. A mio avviso una chance alle mail si deve pur dare, poi se l'editore è interessato può benissimo prendere un appuntamento con l'autore che avendo già una occasione, magari può spendere dei soldi con un obbiettivo in più in tasca.
No, no, non ci siamo capiti. Io non sto automaticamente scartando nulla, come prova il fatto che chiedo sempre maggiori dettagli dei giochi che mi arrivano via mail e che mi sembrano interessanti. Dico solo che: 1- la “prova sul campo” facilita moltissimo la comprensione del gioco e quindi aumenta le chance di pubblicazione (anche se poi ovviamente servono anche tutti gli altri elementi); 2-a prescindere dal fatto che ci sia effettivamente stata la prova sul campo, nel momento in cui scelgo di pubblicare un gioco, secondo me è indispensabile trovare il tempo e il modo per incontrarsi.
La chance alle mail l'ho sempre data, però, per un motivo o per l'altro, ho sempre pubblicato giochi che mi erano stati presentati di persona… Magari mi sarò perso qualche capolavoro, ma semplicemente è molto più difficile valutare correttamente il gioco, a distanza.
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
dico la mia, dal basso della mia pochisima esperienza: – l'incontro con l'editore è importantissimo … puoi comunicare in poco tempo quello che il tuo gioco offre in termini di meccaniche, complessità, ambientazioni. Gli eventuali dubbi li risolvi subito, spesso proprio giocando. Un solo colpo d'occhio dal vivo gli fa capire spesso molte cose, sia dal punto di vista della fattibilità che da quello degli eventuali problemi presenti. – non penso sia impossibile organizzare la cosa “a distanza”, almeno in un primo tempo, però penso sia molto più difficile. Se l'editore ha magari decine di regolamenti da leggere, quello del nostro gioco (magari una presentazione meglio del regolamento vero a proprio come primo approccio) deve essere davver fatto bene per poter subito colpire l'attenzione. E colpire l'attenzione è la cosa principale…altrimenti penso diventa difficile avere il modo di andare oltre! Soprattutto per chi come me è all'inizio non è semplice sapere subito come proprorre, presentare, “affascinare” un editore al proprio gioco … figuriamoci farlo a distanza! Quindi, non una missione impossibile..ma molto difficile!
Concordo in pieno!
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
…a me sembra più che evidente che il contatto fisico con il … in mano possa essere molto più … piacevole…
scusate, ma mi sono immaginato questa frase che descrive un possibile incontro fra me e mario sacchi …e mi è venuta la tentazione di bruciare tutti i miei prototipi, prima di correre un rischio simile.
scherzi a parte, credo che il faccia a faccia sia praticamente imprescindibile, se non già per le prime valutazioni, sicuramente per una fase di conoscenza ed approfondimento sul prototipo.
l'evoluzione non si può fermare ...al massimo la puoi prendere a colpi di clava per vedere se rallenta.
No, perché dovrei scherzare? Siamo nel ventunesimo secolo, si concludono affari da milioni di Euro tra persone che neanche si sono mai viste in faccia, usando solo telefono, e-mail e mezzi di comunicazione informatici, e per pubblicare un gioco (che, per carità, è una cosa importante per l'editore, non lo metto in dubbio) non si può prescindere da un incontro fisico? A me sembra che sia questo uno scherzo onestamente, senza offesa. Chiaro che: a – la cosa non mi riguarda direttamente in alcun modo, non ho mai proposto un gioco a Mario (cérto, ora non lo farò neanche avendone l'occasione perché so a priori che per me sarebbe impossibile andare a incontrarlo di persona in qualunque caso, ma non era in programma lo stesso per cui poco male ) b – ognuno fa il suo lavoro come vuole, non voglio mettere becco nella politica dell'editore Ma resta il fatto che io lo trovo assurdo.
Non ho mai scritto che è inutile propormi i giochi via mail. Mai.
E non ho neanche mai scritto di non essere mai disposto a spostarmi io.
Certo che, se uno ha un sogno, non vedo perché debba essere impossibile andare a incontrare chicchessia. Io nel 2006 sono andato a norimberga senza esperienza, senza contatti e, ora lo so, senza neanche un gioco all'altezza. Ma era il mio sogno e l'ho fatto, accettando il rischio di buttar via le centinaia di euro che ho speso.
Detto questo, a me non sembra di aver scritto alcun diktat: ripeto le mie parole: “La chance alle mail l'ho sempre data, però, per un motivo o per l'altro, ho sempre pubblicato giochi che mi erano stati presentati di persona… Magari mi sarò perso qualche capolavoro, ma semplicemente è molto più difficile valutare correttamente il gioco, a distanza.”
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
Entro nella discussione in punta di piedi: io penso che l'incontro con l'autore sia essenziale. Le sensazioni di provare un gioco o di far provare il proprio gioco che è stato per voi una creatura da coccolare per tempo e su cui avete passato notti insonni è una sensazione che non puoi trasmettere sulla carta. Lo vedo con alcuni dei miei giochi. Un esempio? un mio gioco che ho inviato in valutazione, dopo 15 gg mi rispondono dicendo che per loro è troppo poco gioco, non funziona. Passa un po' di tempo e ritrovo la persona interessata ad Ideag; vede il gioco giocato da 4 giocatori e lo reputa un gran gioco su cui lavorare.
No, perché dovrei scherzare? Siamo nel ventunesimo secolo, si concludono affari da milioni di Euro tra persone che neanche si sono mai viste in faccia, usando solo telefono, e-mail e mezzi di comunicazione informatici, e per pubblicare un gioco (che, per carità, è una cosa importante per l'editore, non lo metto in dubbio) non si può prescindere da un incontro fisico?
Mi spiace contraddire questo utente ma questo non è del tutto vero. Sia in ambito ludico che lavorativo la parte essenziale e guardare negli occhi la persona, e non c'è web cam che tenga! Proprio se ci sono affari di milioni di Euro ti posso assicurare che non si fanno via Internet! Fidati…esperienza personale! Per affari devi andare in loco, respirare l'aria, sentire le tensioni e guardare negli occhi la persona con cui stai concludendo un'affare.
Se io mando una gioco ad una grande casa editrice, probabilmente leggerà il regolamento e nel caso lo proverà, ma sicuramente se è interessata mi chiederà un appuntamento per la prossima fiera, in quel caso è obbligo andarci!
Non ho mai scritto che è inutile propormi i giochi via mail. Mai.
No, no assolutamente, non ho inteso questo. D'altra parte dire a me (o a altri come me) che va bene mandarlo via mail ma comunque se ci sarà l'opportunità di pubblicarlo prima ci vediamo a una convention è uguale che dire “non mandarmelo”. Non per colpa del “ci vediamo” per colpa del “non ci posso venire”, che di sicuro è un problema mio ma che secondo me al giorno d'oggi è pienamente superabile. A me piacerebbe venire a IDEAG, mi piacerebbe visitare tutte le singole convention (non è propriamente il mio sogno, ne ho altri, ma comunque mi piacerebbe molto), sono anni che mi piacerebbe andare a Lucca… ma non posso c'è poco da fare. Sono sempre date in cui lasciare il lavoro mi è impossibile, specie contando che oltre ai giorni della convention in sé me ne devo prendere liberi almeno altri due per il viaggio tra andata e ritorno. L'unico spostamento annuale che mi concedo, per andare alla STICCON ogni Maggio, è sempre preceduto da salti mortali, e se le date si incastrano male devo dare forfait anche lì. Non posso andare neanche a promuovere i miei libri che sono già belli e pubblicati e ne avrei tutto l'interesse (non è un'opportunità di pubblicazione, è cosa fatta). Purtroppo i libri e i giochi non mi danno né mi daranno mai da mangiare, il lavoro d'ufficio sì. Questo è il mio problema, altri potrebbero averne di diversi, da quello economico (viaggiare costa, specie se o prendi l'aereo o parti oggi e forse arrivi domani) a qualunque altra cosa. Che questo possa porre loro dei limiti in un mondo in cui ormai le informazioni viaggiano istantaneamente da e per ogni capo del mondo (e alla fine solo quello ci si deve scambiare, informazioni, né più né meno) faccio fatica a digerirlo, tutto qui.
Certo che, se uno ha un sogno, non vedo perché debba essere impossibile andare a incontrare chicchessia. Io nel 2006 sono andato a norimberga senza esperienza, senza contatti e, ora lo so, senza neanche un gioco all'altezza. Ma era il mio sogno e l'ho fatto, accettando il rischio di buttar via le centinaia di euro che ho speso.
Perché col sogno non ci campo e non ci mantengo la famiglia Ma poi io li spenderei anche dei soldi per spostarmi per le convention, anche senza opportunità e/o rientri di alcun genere (che poi, diciamocelo, anche se qualcuno mi pubblicasse un gioco già rientrare delle spese di viaggio sarebbe probabilmente una fortuna), se fossi libero di farlo. Ma se, per dirne una, fossi venuto a IDEAG portando qualcuno dei miei prototipi, avrei passato le giornate al telefono con l'ufficio (probabilmente pure a spese mie) e non a farli provare ai presenti.
Detto questo, a me non sembra di aver scritto alcun diktat: ripeto le mie parole: “La chance alle mail l'ho sempre data, però, per un motivo o per l'altro, ho sempre pubblicato giochi che mi erano stati presentati di persona… Magari mi sarò perso qualche capolavoro, ma semplicemente è molto più difficile valutare correttamente il gioco, a distanza.”
Appunto. Se è possibile che tu ti sia perso un capolavoro per il problema del non incontrare l'autore, un non-autore-di-capolavori è meglio che eviti anche di sforzarsi, tutto qui. ^__^
Proprio se ci sono affari di milioni di Euro ti posso assicurare che non si fanno via Internet! Fidati…esperienza personale! Per affari devi andare in loco, respirare l'aria, sentire le tensioni e guardare negli occhi la persona con cui stai concludendo un'affare.
Mi dispiace ma ti devo contraddire. Non parlavo per modo di dire, fa parte del mio lavoro.
Cérto
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