Sono interessato a sapere come vengono abitualmente stabilite le classiche indicazioni di Età minima sui giochi.
Mi domando se veramente ogni autore/casa editrice ha a disposizione gruppi di playtester di 6 anni, di 9 anni, di 12 anni, ecc… per registrarne le esperienze di gioco in sessioni di playtest.
Sono anche un pò perplesso sulla significatività di questi eventuali test empirici (non tutti i dodicenni sono uguali: un “mini-gamer” darà risposte assai diverse di un adolescente che gioca di tanto in tanto.
Mi chiedevo allora se piuttosto non si utilizzino più comunemente altre tecniche per stabilire questa soglia:
– confronti con altri giochi già noti?
– una check list per verificare come si posiziona il gioco da valutare? (es: se il gioco richiede questo o quel comportamento da parte dei partecipanti, l’età minima non può essere inferiore a tot.)
Chi sa dirmi cosa fanno i professionisti del settore?
Sono interessato a sapere come vengono abitualmente stabilite le classiche indicazioni di Età minima sui giochi.
Mi associo alla domanda…ho sempre trovato alcune di quelle indicazioni abbastanza esagerate (puerto rico 12 anni, Raja 10 anni…etc etc) poi magari i bambini tedeschi sono più svegli…oppure sottovaluto io i bambini in genere.
Non so se esiste un metodo “scientifico”, non ho mai creduto che si riferissero alle età, quanto al livello di scolarizzazione.
L’idea che mi sono fatto io è:
6+ : non è nemmeno necessario saper leggere.
8+ : alla portata di chiunque non sia decerebrato. poche regole, pochi concetti, però ci sono lettere o scritte o numeri (insomma, si presuppone che i giocatori abbiano finito la seconda elementare con profitto).
10+ : il boardgame considerato di livello di difficoltà “medio”. Dovreste aver finito le elementari per essere in grado di giocarci se qualcuno ve lo spiega. Per leggere le regole e poterle spiegare aver finito le medie è un plus.
12+: questo è il livello più indefinibile. Potrebbe essere sufficiente aver finito le superiori, oppure tre lauree potrebbero non bastare a superare pagina 5 del regolamento. Trattasi dei giochi più incasinati e complessi. Se ci sono contenuti a base di sesso e/o violenza eccessiva diventa 14+ o numeri ancora più alti assolutamente a caso.
:laugh:
Risposta seria: le case che producono giochi hanno bisogno di venderli al maggior numero di persone (in gergo si dice “questo gioco si rivolge al target più ampio”) possibile. Pertanto, l’età minima per i giochi è definita, nei testi di marketing, “l’età minima in cui un individuo di intelligenza mostruosamente oltre la media per la sua età è in grado di comprendere il regolamento del gioco stesso”.
Lo stesso criterio si applica per l’età massima (credo che in futuro per tale ragione vedremo giochi “da 4 anni fino a due settimane dopo il rigor mortis”), in ogni caso vi assicuro che giocare a Visual Game con mio nonno di 91 anni col Parkinson è stata un’esperienza ludica assolutamente interessante.
Se ci sono contenuti a base di sesso e/o violenza eccessiva diventa 14+ o numeri ancora più alti assolutamente a caso.
Wow, mi sto immaginando un gioco per persone dai 23 ai 37 anni :laugh: .
Comunque credo che sia la didascalia che in un gioco per gamer è guardata di meno, ma capisco che possa essere importante nel momento si pensa ad un gioco per famiglie… Insomma, non so come ci si muova in questo senso per le case editrici, non so quanto siano casuali o ponderate le scelte… Sicuramente sono più ponderate quelle che riguardano la durata del gioco, dove a volte si dichiarano durate palesemente inferiori a quelle effettive..
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Se ci sono contenuti a base di sesso e/o violenza eccessiva diventa 14+ o numeri ancora più alti assolutamente a caso.
Wow, mi sto immaginando un gioco per persone dai 23 ai 37 anni :laugh: .
Comunque credo che sia la didascalia che in un gioco per gamer è guardata di meno, ma capisco che possa essere importante nel momento si pensa ad un gioco per famiglie… Insomma, non so come ci si muova in questo senso per le case editrici, non so quanto siano casuali o ponderate le scelte… Sicuramente sono più ponderate quelle che riguardano la durata del gioco, dove a volte si dichiarano durate palesemente inferiori a quelle effettive..
E’ lo stesso principio: si dichiara una durata più breve di quella effettiva per non spaventare i potenziali acquirenti, si dichiara un’età minima inferiore rispetto a quella realistica per aumentare le probabilità che un gioco possa essere acquistato per un regalo ecc…
Per aver in gioventù lavorato in un negozio di giochi, so bene che uno degli argomenti migliori per rispondere alla nonnina che ti chiede “ma andrà bene questo gioco che lei dice per il mio nipotino di 10 anni?” è “certamente signora, guardi qui, sulla scatola c’è scritto ^dagli 8 anni in su^”, perchè a quel punto la nonnina non può ammettere (nemmeno con sè stessa ma certamente non con il commesso) che il suo nipote prediletto non è in grado di giocare a qualcosa a cui sono capaci di giocare bambini più piccoli… e pertanto ti compra il gioco!
Se volete sapere la mia opinione fino in fondo, questa tattica, che nell’immediato porta certamente qualche risultato, è un passo verso il suicidio delle case editrici. Mi spiego: secondo voi, l’acquirente che compra un gioco che secondo le istruzioni dovrebbe durare 60 minuti ed essere comprensibile ad un bambino di 10 anni e poi si accorge che lui stesso (magari diplomato) fatica parecchio a capire il regolamento e che una partita media dura almeno due ore, cosa farà?
Opzione 1: si convince che è lui ad essere un pò “lento” o poco abituato a leggere regolamenti, ed è inoltre conscio del fatto che la prima partita con un gioco nuovo richiede necessariamente un pò di tempo extra, quindi si risolve ad applicarsi maggiormente quando comprerà il prossimo gioco…
oppure
Opzione 2: decide che i giochi da tavolo sono roba da bambini o per chi ha tempo da perdere, che comunque non gli piacciono e non fanno per lui (altrimenti le regole le avrebbe capite subito) e quindi non ne comprerà mai più uno
???
Risultato: 1 gioco venduto al prezzo di un cliente perso per sempre. Lascio a voi giudicare se si tratta di una strategia brillante…
my 2 cents
Andrea
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