Contratti, anticipi, esperienze

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  • #3687
    Guybrush
    Partecipante

    Prendo spunto da quanto detto da Paolo nel Topic poco sotto.
    Che consigli avete per un autore che stipula il suo primo contratto?
    Parliamone.

    #38218
    PaoLo
    Partecipante

    In ordine sparso

    – un editore che vi pubblica un gioco non lo fa per farvi un piacere o la carità. E' un rapporto professionale tra pari.
    – i giochi buoni sono più rari degli editori.
    – una percentuale ragionevole parte dal 5%
    – una sublicenza onesta parte dal 40% (quello che viene corrisposto se i diritti su un gioco vengono 'subappaltati' a un altro editore)
    – il contratto deve indicare una data limite per la pubblicazione del gioco, scaduta la quale i diritti tornano a voi, se il gioco non è pubblicato
    – chiedete sempre un anticipo, non perché vi servano quei soldi, ma come garanzia dell'investimento e dell'impegno da parte dell'editore sul vostro gioco (l'anticipo viene 'perduto' se il gioco non viene prodotto)
    – il contratto deve anche avere una scadenza, o condizioni per le quali i diritti ritornano all'autore
    – l'autore deve fare l'autore. A meno che desideriate farlo, i contratti non dovrebbero prevedere attività di promozione o dimostrazioni da parte degli autori del gioco
    – l'autore dovrebbe avere l'ultima parola sulle meccaniche di gioco, ma anche e soprattutto la saggezza di sapere quando occorre fermarsi alla penultima
    – chiedete una bozza del contratto prima di dare un ok che suona definitivo
    – firmate e fate firmare il contratto prima che inizino a spendere soldi per la produzione del gioco

    Bom, troppe perle di saggezza e buonsenso in un unico post :-)

    "E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
    #38222
    Sengir
    Partecipante

    Grazie a Paolo per le informazioni, alcune domande:

    1- L'anticipo di quanto va chiesto?
    2- Il 5% è sul prezzo di vendita o sul prezzo per produrlo?

    grazie!!

    #38225
    PaoLo
    Partecipante

    Anticipo, quanto ritieni opportuno: dai 200 ai 2000 euro, quello che ti sembra commisurato al gioco e al contratto che stai firmando.

    Il 5% è sul prezzo di vendita dell'editore al distributore, che normalmente è circa 1/4 del prezzo di vendita finale (la filiera è editore -> distributore -> negoziante -> giocatore). Quindi se il gioco è venduto in negozio a 20 euro, il gioco potrebbe essere venduto al distributore a 5 euro, e su quei 5 euro prendi la tua percentuale. Poi naturalmente esistono filiere più corte, in cui alcuni passaggi sono saltati (es. editore -> negoziante, nel caso in cui l'editore si distribuisca da sè, o editore -> giocatore, nel caso di piattaforme di crowdfunding o di vendita diretta in fiera).

    "E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
    #38231
    fantavir
    Partecipante

    Secondo me, se chiedi 2000 euro di anticipo, rischi di dover pagare tu l'editore una volta che il gioco viene pubblicato… perché le royalties saranno inferiori a 2000 euro ;)
    A meno che non si verifichi almeno una di queste condizioni: il gioco viene venduto a 50 euro al pubblico, l'editore è grosso o tu hai già pubblicato altri giochi.
    Non andrei oltre i 500 euro, soprattutto se è il tuo primo gioco, di carte, per un piccolo editore.

    Una trasposizione scadente di una licenza in un gioco ha ottime possibilità di uccidere un potenziale nuovo giocatore, di stroncarne sul nascere l’entusiasmo e la volontà di scoprire se ci sono “altri giochi belli come questo” (A. Chiarvesio)

    #38232
    Chainer
    Partecipante

    – il contratto deve indicare una data limite per la pubblicazione del gioco, scaduta la quale i diritti tornano a voi, se il gioco non è pubblicato

    – il contratto deve anche avere una scadenza, o condizioni per le quali i diritti ritornano all'autore

    i diritti dell'autore, questi sconosciuti: non volendo andare OT e sapendo che i diritti d'autore sulle meccaniche di gioco o copyright o chiamalocometipare…. teoricamente non sono protetti da alcuna legislazione e che (da quel che leggo in giro) questo è un mondo che si autotutela (o almeno dovrebbe).
    Cosa intendi con “diritti”? forse l'impegno da parte dell'autore di non pubblicare lo stesso gioco con altri editori?

    "Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazione."

    #38233
    PaoLo
    Partecipante

    Secondo me, se chiedi 2000 euro di anticipo, rischi di dover pagare tu l'editore una volta che il gioco viene pubblicato… perché le royalties saranno inferiori a 2000 euro ;)
    A meno che non si verifichi almeno una di queste condizioni: il gioco viene venduto a 50 euro al pubblico, l'editore è grosso o tu hai già pubblicato altri giochi.
    Non andrei oltre i 500 euro, soprattutto se è il tuo primo gioco, di carte, per un piccolo editore.

    Oppure il gioco è bello e vende bene. Comunque sì, chiedere più di 500 euro non è la norma, e tendenzialmente lo sconsiglierei anch'io.

    Credo tuttavia sia un mito da sfatare che conviene cominciare proponendo giochi piccoli o di carte, perché 'poco rischiosi' per gli editori.

    "E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
    #38234
    PaoLo
    Partecipante

    i diritti dell'autore, questi sconosciuti: non volendo andare OT e sapendo che i diritti d'autore sulle meccaniche di gioco o copyright o chiamalocometipare…. teoricamente non sono protetti da alcuna legislazione e che (da quel che leggo in giro) questo è un mondo che si autotutela (o almeno dovrebbe).
    Cosa intendi con “diritti”? forse l'impegno da parte dell'autore di non pubblicare lo stesso gioco con altri editori?

    Come, cosa intendo per diritto? Con un contratto di edizione tu 'presti' (cedi per un periodo limitato nel tempo) a un editore il diritto di pubblicare un gioco che tu hai creato, e che rimane a tutti gli effetti una creatura tua. Occhio a non confondere il discorso dei diritti d'autore con quelli del copyright o quello dei brevetti, che – io dico: per fortuna – in questo mondo non sono facilmente applicabili.

    "E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
    #38235
    Guybrush
    Partecipante

    No, più che altro è che gli editori italiani che si occupano di giochi grossi sono in minor numero. Almeno mi sembra che sia così.

    #38236
    PaoLo
    Partecipante

    Mah non mi pare. Comunque sfatiamo anche il mito che pubblicare con gli editori italiani è più facile, allora.

    "E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
    #38238
    Chainer
    Partecipante

    i diritti dell'autore, questi sconosciuti: non volendo andare OT e sapendo che i diritti d'autore sulle meccaniche di gioco o copyright o chiamalocometipare…. teoricamente non sono protetti da alcuna legislazione e che (da quel che leggo in giro) questo è un mondo che si autotutela (o almeno dovrebbe).
    Cosa intendi con “diritti”? forse l'impegno da parte dell'autore di non pubblicare lo stesso gioco con altri editori?

    Come, cosa intendo per diritto? Con un contratto di edizione tu 'presti' (cedi per un periodo limitato nel tempo) a un editore il diritto di pubblicare un gioco che tu hai creato, e che rimane a tutti gli effetti una creatura tua. Occhio a non confondere il discorso dei diritti d'autore con quelli del copyright o quello dei brevetti, che – io dico: per fortuna – in questo mondo non sono facilmente applicabili.

    Vero! ma come ben sai il diritto d'autore sui giochi da tavolo non è tutelato dalla legge, quindi alla fine “tu” autore non hai diritti sulla tua creatura. Attenzione, non è per te, ma vorrei chiarire (e chiarirmi) questa faccenda con persone molto più esperte di me.
    Quindi (da quel che ne deduco) “de iure” non vi sono diritti oggettivi, ma “de facto” ci si autotutela poichè in teoria un editore ci perderebbe in immagine se violasse tali diritti “ipotetici”. A questo punto potremmo citare bang e wings of war, ma si andrebbe veramente OT.

    "Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazione."

    #38239
    CMT
    Partecipante

    Vero! ma come ben sai il diritto d'autore sui giochi da tavolo non è tutelato dalla legge, quindi alla fine “tu” autore non hai diritti sulla tua creatura.

    Uh? O__o
    Ma non è assolutamente vero, il diritto sulle opere di ingegno esiste di base, se una cosa l'hai creata tu, che sia essa gioco, storia, poesia o qualunque altra cosa, appartiene a te ed è un diritto che soltanto tu puoi cedere o a cui puoi rinunciare, e la legge lo tutela, è la proprietà intellettuale.
    Quello che non è possibile fare coi giochi è brevettarli (che comunque servirebbe molto relativamente) o depositarli alla SIAE (che serve ZERO anche per le cose che si possono depositare)

    Cérto

    #38240
    Chainer
    Partecipante


    Ma non è assolutamente vero, il diritto sulle opere di ingegno esiste di base, se una cosa l'hai creata tu, che sia essa gioco, storia, poesia o qualunque altra cosa, appartiene a te ed è un diritto che soltanto tu puoi cedere o a cui puoi rinunciare, e la legge lo tutela, è la proprietà intellettuale…

    Si e No… la legge non indica espressamente il gioco da tavolo come opera dell'ingegno. Il che si traduce nella “non sicura” difendibilità dei nostri diritti come autori.
    Per parlare di cose concrete: qualora un editore o un autore dovesse copiare un gioco, il padre dell'opera originale dovrebbe intentare una causa civile con tempi e costi su cui è meglio non soffermarsi, senza neanche essere sicuri al 100% di portare a casa un risultato favorevole.
    Non dico questo perchè ho piacere che sia così, anzi… ma è una semplice constatazione dei fatti. Quindi anche se, da autore, abbiamo diritti (d'autore, come opera di ingegno o altro) nell'applicazione pratica del rispetto di tali diritti attualmente siamo un po' con le mani legate (ricordatevi che in italia gli unici vincitori sicuri in una causa legale sono gli avvocati!) il che è un po' come voler dire che non abbiamo diritti (non averli ed averli senza i mezzi per poterli far rispettare è la stessa cosa).

    Alla fine comunque “chissenefrega”, inventiamo e testiamo per il piacere di farlo e non per diventare ricchi (motivo principe per cui un editore non si macchierebbe mai di un simile peccato). Certo.. se poi ci esce anche un po' di pecunia male non fa ;)

    "Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazione."

    #38241
    CMT
    Partecipante

    Si e No… la legge non indica espressamente il gioco da tavolo come opera dell'ingegno. Il che si traduce nella “non sicura” difendibilità dei nostri diritti come autori.

    Finché non li esclude rientrano nella categoria.

    Per parlare di cose concrete: qualora un editore o un autore dovesse copiare un gioco, il padre dell'opera originale dovrebbe intentare una causa civile con tempi e costi su cui è meglio non soffermarsi, senza neanche essere sicuri al 100% di portare a casa un risultato favorevole.

    Cosa che vale per tutto, dal plagio di un libro a quello di una canzone, non è un problema esclusivo dei giochi da tavolo. In quanto alla sicurezza, quella dipende dalla tua capacità di provare la paternità del gioco, che è sostanzialmente l'unica cosa a cui (in teoria) serve il deposito alla SIAE, ma nella realtà dei fatti di modi per dimostrare la paternità di un'opera ce ne sono tanti.

    (ricordatevi che in italia gli unici vincitori sicuri in una causa legale sono gli avvocati!)

    E fin qui non ci piove ma, ribadisco, vale per tutto.
    Pensi che se qualcuno ti plagia un romanzo avrai vita facile? Se è lo sconosciuto di turno te la caverai con le spese legali, se ha dietro un editore robusto fai prima a rinunciare, e poco cale a chiunque che tu abbia il tuo bel libro stampato e datato prima del suo.

    Alla fine comunque “chissenefrega”, inventiamo e testiamo per il piacere di farlo e non per diventare ricchi (motivo principe per cui un editore non si macchierebbe mai di un simile peccato). Certo.. se poi ci esce anche un po' di pecunia male non fa ;)

    Il motivo principe per cui un editore non ti ruba un gioco è che non ha senso farlo. Se il gioco è valido, ha più convenienza ad accaparrarsi l'autore. Se il gioco non è valido… be', chi gliela farebbe fare? Anche perché, a prescindere dall'eventuale causa o dal suo esito, comunque la cosa viene fuori e l'editore ci fa una figura barbina, che è tutto fuorché una buona cosa.
    È lo stesso motivo per cui racconti e romanzi (che si possono beatamente depositare) non si depositano.

    Cérto

    #38242
    PaoLo
    Partecipante

    Alla fine comunque “chissenefrega”, inventiamo e testiamo per il piacere di farlo e non per diventare ricchi (motivo principe per cui un editore non si macchierebbe mai di un simile peccato). Certo.. se poi ci esce anche un po' di pecunia male non fa ;)

    Il motivo principe per cui un editore non ti ruba un gioco è che non ha senso farlo. Se il gioco è valido, ha più convenienza ad accaparrarsi l'autore. Se il gioco non è valido… be', chi gliela farebbe fare? Anche perché, a prescindere dall'eventuale causa o dal suo esito, comunque la cosa viene fuori e l'editore ci fa una figura barbina, che è tutto fuorché una buona cosa.
    È lo stesso motivo per cui racconti e romanzi (che si possono beatamente depositare) non si depositano.

    Scusate, mi intrometto ancora una volta perché ancora una volta mi sale una roba che non riesco a non dire.

    Tra il “diventare ricchi” e il “fare le cose per il piacere di farlo” c'è almeno una via di mezzo, che io chiamo “farsi pagare per il proprio lavoro e per le proprie competenze”. Se il nostro approccio rimane quello di “vabbè io mi sono divertito, son già contento che qualcuno giochi al mio gioco, anche se mi dai un tozzo di pane va bene”, non cresceremo mai in professionalità e continueremo a essere reputati mentecatti questuanti disposti quasi a pagare per pubblicare il gioco (in questo caso, la porta dell'autoproduzione è oggi più spalancata che mai, accomodatevi). Quindi diritti, contratti, percentuali, anticipi… non sono un 'qualcosa in più', ma sono per me segno di un autore (o editore) che fa le cose con serietà. Chiaro che poi la fiducia, un rapporto amicale, la passione… non guastano. Ma se non si comincia a prendere sul serio gli aspetti professionali da subito, si parte già male.

    Riguardo agli editori che non rubano le idee, il motivo a mio avviso è che il mercato dei giochi crollerebbe in un attimo se questa fosse una prassi consolidata. Nessun autore proporrebbe più giochi, e nessun editore avrebbe giochi validi da pubblicare. In questo senso sono d'accordo sul fatto (se ho capito bene) che il settore si autoregolamenta (come qualsiasi altra società immagino), emarginando chi compie atti di pirateria o sciacallaggio. Chiaro che poi possono esserci casi – anche eclatanti – in cui vengono sfruttati vuoti normativi per compiere operazioni ai limiti del legale, e probabilmente ben oltre il limite del lecito, ma questi sono e rimarranno sempre casi isolatissimi.

    "E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
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