Ma figurati… sono perfettamente d'accordo con te su tutto! Vengo da un mondo lavorativo (quello in ambito informatico) devastato da questo genere di prestazioni “gratuite” di parenti ed amici dei clienti (“ma che ti do 50 euro? che mio cugino me lo fa a gratis…”). Forse mi sono espresso male… non so… pensavo si capisse che la mia puntualizzazione fosse “sull'aleatorietà del diritto” dal punto di vista legale. amen… non volevo dare vita a flame etc… perdonatemi
"Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazione."
carissimi, mi permetto di intervenire anche io perchè questo è un argomento che mi sta molto a cuore
gli anticipi, per quella che è la mia esperienza (mercato tedesco/americano) variano, a seconda del gioco/editore, tra i 1500 e i 3000 euro
solo una volta sono sceso sotto tale cifra, ma è stato per via di condizioni del tutto particolari: – editore piccolo (che però stimo molto) – gioco piccolo (54 carte) – già diversi rifiuti alle spalle – pubblicazione nell'arco di 1 anno
di sicuro non firmerei mai un contratto al di sotto dei 1000 (e inorridisco al veder parlare di cifre sui 500); piuttosto lascio il gioco nello scaffale (e mi è già capitato di farlo 2 volte)
capisco che per chi è alla prima volta c'è più fame di gloria che di altro e si tende quasi a vendere l'anima; lo so perchè io stesso l'ho fatto; il mio consiglio è di non essere pudici e di chiedere quanto vi spetta (che è quanto dice paolo nel suo ultimo post)
my 2 cents
in bocca al lupo a tutti voi carlo
PS: Paolo, quelle che “i giochi buoni sono più rari degli editori.” è bellissima; non avevo mai fatto questa riflessione, mi sa che te la ruberò btw, non mi torna il discorso del “prezzo editore =1/4 prezzo di vendita” però; temo sia troppo pessimistica, secondo me siamo tra il 40% e il 50% PPS Fantavir, tu sai che ti voglio bene, ma il tuo discorso non sta in piedi neanche un po'; è capitato che per alcuni miei giochi le vendite non superassero l'anticipo (e in questo caso l'editore ci ha rimesso, visto che, per contratto, deve essere non rimborsabile – mi raccomando su questo punto!); però in questo caso ritengo sia colpa dell'editore (che magari ha implementato male il gioco, oppure non l'ha commercializzato bene oppure, semplicemente, non doveva scegliere quel gioco) e quindi è giusto che sia lui a pagarne le conseguenze (IMHO, infatti, è più difficile fare l'editore che l'autore, ma mi fermo qui che non voglio aprire un altro vaso di pandora
Paolo, io a prescindere scrivo e invento per il piacere di farlo (anzi, spesso e volentieri perché non ho altra scelta anche volendo), ma è chiaro che questo non significa andare a regalare il tutto in giro: se posso ottenerne un ritorno economico ben venga, e se nasce l'opportunità è chiaro che vada contrattualizzata a dovere perché comunque si tratta di rapporto di lavoro/affari a quel punto (coi giochi a oggi mai successo, ma chissà). Che poi non ci si diventi ricchi è un altro discorso ancora.
Vengo da un mondo lavorativo (quello in ambito informatico) devastato da questo genere di prestazioni “gratuite” di parenti ed amici dei clienti (“ma che ti do 50 euro? che mio cugino me lo fa a gratis…”).
Al che la risposta normale è “e quindi perché lo stai chiedendo a me invece di andare direttamente da tuo cugino?” ^__^; Però c'è anche da dire che a me onestamente sembra normale che se un mio amico/parente ha un bisogno che io posso risolvere glielo risolvo, con tutto il rispetto non vedo perché dovrei dirgli di andare da un estraneo a pagamento. Nel mondo dell'editoria però è una cosa improbabile, il “favore” dovresti farlo non a un amico ma a un'azienda, e qui perde di senso del tutto.
di sicuro non firmerei mai un contratto al di sotto dei 1000 (e inorridisco al veder parlare di cifre sui 500); piuttosto lascio il gioco nello scaffale (e mi è già capitato di farlo 2 volte)
Io fino a pochi giorni fa mai mi sarei sognato di pensare alla possibilità di un anticipo (per lo meno non nel mercato italiano), ma sono abituato ad altri settori. In tutta onestà, però, se un editore mi facesse un contratto per un gioco non starei a pormi il problema. OK, stabilito che l'anticipo è prassi bene, ne chiedo uno, ma non mi porrei il problema della cifra, perché sempre di anticipo si tratta, se il gioco vende avrò comunque il resto e oltre, e se non vende d'accordo, magari è anche colpa dell'editore (probabile, ma non lo darei per certo), ma intanto quell'editore con me ci ha perso e vedo difficile che la collaborazione continui su queste basi.
dunque dunque, forse non è chiaro a cosa serve l'anticipo (e forse la parola stessa è un po' “misleading”)
l'anticipo è una sorta di compenso per opzionare un gioco e serve nel caso le cose vadano male (che succede molto più frequentemente di quanto si pensi)
facciamo un esempio concreto che conosco molto bene perchè riguarda il mio primo contratto:
– anticipo di 100 euro – data prevista di pubblicazione: entro 3 anni dalla firma (lasso di tempo del tutto precauzionale, mi si dice, in quanto vogliono farlo ben prima) – passano 3 anni (e un po' di mail in mezzo) e poi mi si dice che non verrà fatto (e i diritti del gioco restituiti)
cosa è successo? che io ho tenuto il gioco bloccato per 3 anni, con l'impossibilità di proporlo in giro, per la considerevole somma di 100 euro; in pratica ho ceduto l'opzione su quel gioco per per 3 anni a 33 euro all'anno (lordi, btw)…
spero che chiarisca il punto: e cioè che l'anticipo è una sorta di assicurazione contro gli eventi sfavorevole (che possono benissimo essere indipendenti dalla buona volontà dell'editore – anzi, il più delle volte è così)
Mi permetto di intervenire anch'io, avendo pubblicato giochi con più editori e in diverse nazioni. L'anticipo (non rimborsabile) è una clausola standard assolutamente importante, per più motivi: 1) ti ripaga in parte del lavoro già fatto fino a questo punto. 2) ti “anticipa” dei ricavi che comunque – si spera – avresti per le vendite del gioco, senza dover necessariamente attendere i dati effettivi – e quindi venir pagati fra un anno o più! 3) in qualche modo “forza” l'editore a darsi da fare con la pubblicazione, e “forza” l'autore a dare un mano negli ultimi ritocchi; non esiste lavoro senza compenso, e le cose non vanno fatte solo “per passione” una volta che c'è un contratto in ballo. 4) a un autore alle prime armi e magari giovane un anticipo può parere una bella cosa; per una casa editrice medio o grossa è una cifra praticamente irrisoria. Non richiederlo a questo punto mi pare più un segno di poca professionalità che di buona volontà da parte dell'autore. 5) se il gioco NON dovesse uscire, l'anticipo vi ripaga dei guadagni perduti; nell'anno o due che il vostro gioco è rimasto bloccato come da contratto, avreste potuto presentarlo ad altri, che a quest'ora l'avrebbero pubblicato davvero. O magari, a causa del ritardo dell'editore, nel frattempo è uscito per caso un gioco simile, e ve lo siete “bruciato”.
ANTICIPO, sempre! Poi sull'entità o su clausole o situazioni speciali se ne può parlare caso per caso, ma non SVENDETE la vostra professionalità!
aggiungo che: a) mi fa piacere che Carlo (che come Paolo è un autore MOLTO più bravo ed esperto di me) abbia detto praticamente le stesse cose che scriveno in contemporanea a lui pochi minuti fa. b) sono un socio soddisfatto della SAZ (http://www.spieleautorenzunft.de), l'associazione internazionale dei game designer. Molte cose si possono criticare di un'associazione che è purtroppo ancora germanocentrica (e produce molti materiali in tedesco), ma essermi iscritto mi ha permesso di accedere a vari materiali come contratti standard o vademecum che sono MOLTO utili per chi fa il nostro lavoro; non mi è concesso di divulgarli pubblicamente, ma magari fateci un pensiero e iscrivetevi anche voi!
Come dicevo il mio mondo principale è altrove, il rischio di firmare un contratto di edizione letteraria e non vedere la pubblicazione entro i tempi stabiliti rasenta l'inesistente, ma a parte questo, se è giustamente una prassi consolidata e non qualcosa di anomalo, non dovrebbe essere di suo l'editore a metterlo a contratto? Perché altrimenti il me di turno che non si aspetta un anticipo come fa a pensare di chiederlo? Non è questione di svendersi in quel caso, è questione di inesperienza.
In genere quanto sono inclini gli editori alla contrattazione? Ha senso fare contro proposte o ha più senso limitarsi a valutare per poi accettare o rifiutare?
Come dicevo il mio mondo principale è altrove, il rischio di firmare un contratto di edizione letteraria e non vedere la pubblicazione entro i tempi stabiliti rasenta l'inesistente, ma a parte questo, se è giustamente una prassi consolidata e non qualcosa di anomalo, non dovrebbe essere di suo l'editore a metterlo a contratto?
nei miei contratti è stato l'editore a metterlo fin dall'inizio. ma non ho ancora raggiunto le cifre indicate da Carlo, parliamo di alcune centinaia di euro.
In genere quanto sono inclini gli editori alla contrattazione? Ha senso fare contro proposte o ha più senso limitarsi a valutare per poi accettare o rifiutare?
nel contratto con AEG ho cercato di contrattare la percentuale sulla sublicenza (molto al di sotto del 40% indicato da paolo), la reazione è stata molto gentile e mi hanno spiegato in maniera convincente perché sulla base delle loro politiche non potevano/volevano aumentare la mia quota.
Proprio in proposito di questo famoso 40% su introiti dovuti ad eventuale vendita di licenza, va precisato se Paolo intende il 40% sul netto, cioè quando guadagna l'editore meno quanto i costi sostenuti, oppure sul totale dei soldi ricevuti al momento della vendita di licenza (senza contare i costi sostenuti dall'editore per il lavoro relativo alla vendita di licenza).
Quando il gioco è ormai pubblicato, l'autore ha infatti esaurito il suo lavoro già da tempo (il gioco è stato pubbicato, venduto, etc) MENTRE l'editore sta ancora sostenendo dei costi (viaggi, email, dipendenti di ogni sorta, da addetti al marketing a grafici, consulenti, cene e spese di rimborso, etc) e vendere una licenza non è un'attività priva di costi, pratiche e sbattimenti.
Alla fine, provando a fare due conti mi pare che se il 40% fosse sul totale incassato dalla vendita della licenza (raggiunta sicuramente NON solo grazie alle regole, ma anche grazie al marketing dell'editore, ai disegni dell'illustratore, alla qualità dei componenti e della produzione, etc) l'editore venderebbe la licenza in perdita, poiché all'autore spetta quasi la metà di quello che incassa lui, ma lui ha sostenuto tutti i costi che hanno portato alla vendita della licenza. Se invece si sta parlando del 40% di quanto l'editore ci guadagna (tolti i costi, che sono pure difficili da stimare, in effetti) allora stiamo parlando di una cosa ragionevole per ambo le parti.
Cioè, la sub licenza comporta che l'editore non si assume più rischi d'impresa, e preferisce cedere a un'altra azienda i diritti per la pubblicazione del gioco, che normalmente viene rifatto da zero (altre illustrazioni, regole riscritte, ecc).
Una volta fatta questa scelta (ed è una scelta), in qualche modo ci si trova a ripartire quanta parte dei soldi incassati – senza che più nessuno abbia spese e lavori *connessi al gioco* – spettino all'autore e quanti all'editore. Seppure ritengo che questa ripartizione possa essere differente caso per caso (a seconda dell'eventuale lavoro di sviluppo o marketing fatto dall'editore), mi è difficile immaginare come autore che un editore guadagni per un mio gioco (ripeto, a fronte di spese nulle connesse a quel gioco) due, tre o dieci volte quanto guadagni io: mi sembra eccessivamente svilente nei confronti della professionalità o dei meriti dell'autore.
Se volevo qualcuno che 'vendesse' il mio gioco a un editore, cercavo un agente.
Capisco il punto di vista dell'editore che ha un'attività imprenditoriale e che deve inquadrare ogni contratto all'interno del suo bilancio complessivo e di tutto il suo catalogo. Ma non riesco a scollegare il discorso dalla tutela e alla valorizzazione del ruolo dell'autore. Questo mi ha provocato in passato anche alcune discussioni legate a 'divergenze di vedute', quindi sono certo che esistano degli aspetti che non riesco a comprendere, e che forse mi porterebbero a un atteggiamento più conciliante e compromissorio.
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Ottimo, fa piacere sapere che ci sono opinioni diverse! Io non me ne intendo, sarà sincero, ma sto cercando di capire i punti di vista di tutte le parti coinvolte (autore, editore, nuovo editore che acquista la sub-licenza). Per quanto invece riguarda le localizzazioni (l'editore stampa scatole in lingua straniera, con sopra anche il logo dell'azienda straniera che lo vende poi in terra straniera) siete d'accordo sul ricevere le stesse identiche royalty oppure no?
Per quanto invece riguarda le localizzazioni (l'editore stampa scatole in lingua straniera, con sopra anche il logo dell'azienda straniera che lo vende poi in terra straniera) siete d'accordo sul ricevere le stesse identiche royalty oppure no?
Più che contento ne sarei stupito, considerati i costi aggiuntivi per la localizzazione.
Cérto
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