3. Quale corrispettivo della cessione di cui all’articolo 1, l’Editore pagherà all’Autore complessivamete una somma pari al NUMERO IN CIFRE% (NUMERO IN LETTERE per cento) del prezzo effettivo di vendita per tutte le copie dell’opera vendute, impegnandosi a fornire all’Autore i dati di vendita effettivi ogni semestre, con scadenze al 30/06 ed al 31/12 di ogni anno.
A) Questo e’ forse il piu’ grosso equivoco. Bisogna chiarire se il prezzo a cui si fa riferimento per le royalties sia quello al pubblico dichiarato dall’E o quello che l’E pratica agli grossisti/distributori. Una differenza non da poco visto che il secondo e’ all’incirca un quarto del primo.
Questo prezzo puo’ variare in corrispondenza di ordini particolari, sconti, promozipni, accordi commerciali, ecc… sarebbe opportuno fissarlo in modo chiaro fin dall’inizio.
C) Puo’ diventare estremamente difficoltoso, per gli editori che vogliano seguire fedelmente il contratto, riportare il resoconto di royalties che tengano conto di tutte le modalita’ con cui sono stati venduti i giochi (vendita diretta, all’estero, presso distributori,ecc.)
D) Solitamente gli editori sono sempre in ritardo sia sul report, sia sul pagamento.
A) Questo e’ forse il piu’ grosso equivoco. Bisogna chiarire se il prezzo a cui si fa riferimento per le royalties sia quello al pubblico dichiarato dall’E o quello che l’E pratica agli grossisti/distributori. Una differenza non da poco visto che il secondo e’ all’incirca un quarto del primo.
In questo particolare contratto si parla del prezzo reale. Ma la prassi è di dare le royalties sul prezzo ai distributori in effetti.
Diciamo che molto spesso questo punto del contratto-base viene modificato. Comunque esiste anche questa possibilità
wallover wrote:
Questo prezzo puo’ variare in corrispondenza di ordini particolari, sconti, promozipni, accordi commerciali, ecc… sarebbe opportuno fissarlo in modo chiaro fin dall’inizio.
Sì. E’ anche possibile indicarlo direttamente sul contratto.
wallover wrote:
C) Puo’ diventare estremamente difficoltoso, per gli editori che vogliano seguire fedelmente il contratto, riportare il resoconto di royalties che tengano conto di tutte le modalita’ con cui sono stati venduti i giochi (vendita diretta, all’estero, presso distributori,ecc.)
Dipende
wallover wrote:
D) Solitamente gli editori sono sempre in ritardo sia sul report, sia sul pagamento.
A volte purtroppo ciò capita perché sono in ritardo i clienti
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
La prassi è quella di pagare le royalties sul prezzo di vendita al distributore/grossista.
Questo è l’unico parametro certo; identificabile a posteriori attraverso le fatture emesse dall’editore.
Il prezzo di vendita al pubblico non può fare fede, in quanto è soggetto a numerose variabili che spesso non sono prevedibili né tentomeno controllabili dall’editore (media distribuzione, sconti, saldi, negozi on line, accordi commerciali fra negozi e distributore, differenti mercati, ecc…)
— commento —
Certo è che il prezzo di vendita al pubblico alza di molto le royalties dovute all’autore.
Ma come fa l’editore a monitorare l’effettivo prezzo di vendite al pubblico?
L’editore puro non può imporre un prezzo di vendita. Può suggerire un prezzo consigliato.
Pensate ad un negozio on line che, in ragione della propria struttura, varia il prezzo di vendita anche del 15-20% da un giorno all’altro.
E’ evidente che per l’editore diventa impossibile monitorare l’andamento dei prezzi.
Bisogna tenere conto, tra gli altri elementi, che il distributore/grossista NON comunica MAI l’elenco della propria rete distributiva.
Si, per le royalties in generale si parla di prezzo di vendita netto dell’editore.
Per quanto riguarda dettaglio/ingrosso e grande distribuzione organizzata e non; si può far affidameno sulle fattura.
Ma per quanto riguarda la vendita diretta? (esempio: fiere) il prezzo netto è identico al prezzo al pubblico, in tal caso le royalties vengono considerate su quale valore? e che mezzo si utilizza per monitorarle?
Il contratto così com’è parla del prezzo di vendita effettivo, cioè quello che l’editore incassa.
Quindi, per rispondere a Luca, non c’entra nulla il prezzo a cui i negozi vendono al pubblico, ma c’entra il prezzo a cui l’editore vende ai negozi.
Per fare un esempio: se l’editore vende a 10 al distributore, a 15 al negoziante e a 20 al pubblico in fiera (questi numero sono puramente esemplificativi, scelti per semplicità), si calcolano le royalties su questi prezzi.
Karl, per monitorarle si possono vedere le fatture che l’editore ha fatto ai distributori e ai negozianti, e i corrispettivi per le vendite in fiera.
Poi nella vita si può anche aver fiducia
Comunque ripeto: ho postato questo contratto perché è un’opzione possibile ed è quella più complicata da spiegare, però è usata di rado. La norma è che in questo punto si parli di prezzo al distributore, che dovrebbe essere sempre fisso e, a volte, già stabilito al momento della firma del contratto.
La norma è che in questo punto si parli di prezzo al distributore, che dovrebbe essere sempre fisso e, a volte, già stabilito al momento della firma del contratto.
Questa mi sembra la via migliore da seguire. Le verifiche e’ sempre antipatico farle e subirle, seppur legittime.
In questo modo e’ oltretutto possibile eseguire una verifica molto piu’ semplice e immediata: se sono state vendute X copie al 31 dicembre 2007, e il compenso stabilito all’A era di Y, sara’ facile calcolare l’ammontare delle royalties (X x Y), escluse quelle poche demo promozionali destinate ai giornalisti, distributori, ecc.
Scusate, avevo attivato l’avviso sul thread per sapere di nuovi post… e mi avete ingannato cambiando thread! Ho postato anche sul punto 2.
Io ho sempre avuto a che fare con il prezzo di vendita dell’editore a chiunque acquisti da lui (al distributore, al negozio, al pubblico in fiere o per posta), che essendo variabile nel tempo e a seconda delle situazioni non è mai stato fissato sul contratto. E quindi effettivamente sul fatturato, che è ricostruibile dalla documentazione presente in casa editrice. L’equivoco con il pèrezzo di vendita finale può essere dovuto al fatto che il contratto nasce in ambito librario e lì si fissa effettivamente una percentuale non sul fatturato dell’editore ma sul prezzo di copertina: quello è il dato assolutamente certo, riportabile sul contratto, dal momento che i libri hanno un prezzo fisso (anche per questioni di IVA agevolata assolta alla fonte). Ma nei giochi, dove il prezzo fisso non c’è, ci si rifà al fatturato dell’editore.
Di rado si ha una percentuale che varia: per esempio x% sulle prime 1500 copie, y% dalla 1501 alla 3000, z% dalla 3001 in poi. Per esempio con percentuale crescente, perché l’editrore sulle prime copie deve ammortizzare i costi fissi.
L’acconto si considera un anticipo su questi soldi, per cui i diritti si pagano solo sopo aver superato tale cifra e per la differenza.
Talvolta si può invece stabilire che il compenso è a edizione: si fissano le copie e si pattuisce un forfait per tali copie. Anche questo uso deriva dal mondo librario.
wallover wrote:
D) Solitamente gli editori sono sempre in ritardo sia sul report, sia sul pagamento.
MarioV wrote:
A volte purtroppo ciò capita perché sono in ritardo i clienti
Umanamente è comprensibile, giuridicamente non è una giustificazione: a voler essere rigorosi, sulle copie uscite dalla casa editrice la royalty è dovuta comunque, anche se l’acquirente non ha ancora pagato. La necessità di dover a volte anticipare una percentuale di quanto non ancora incassato fa parte del rischio d’impresa – e l’imprenditore è appunto l’editore, non l’autore.
Dopodiché, ovviamente, nella pratica si aspetta fiduciosi senza star tanto lì a rompere…
Scusate, avevo attivato l’avviso sul thread per sapere di nuovi post… e mi avete ingannato cambiando thread! Ho postato anche sul punto 2.
Io ho sempre avuto a che fare con il prezzo di vendita dell’editore a chiunque acquisti da lui (al distributore, al negozio, al pubblico in fiere o per posta), che essendo variabile nel tempo e a seconda delle situazioni non è mai stato fissato sul contratto. E quindi effettivamente sul fatturato, che è ricostruibile dalla documentazione presente in casa editrice. L’equivoco con il pèrezzo di vendita finale può essere dovuto al fatto che il contratto nasce in ambito librario e lì si fissa effettivamente una percentuale non sul fatturato dell’editore ma sul prezzo di copertina: quello è il dato assolutamente certo, riportabile sul contratto, dal momento che i libri hanno un prezzo fisso (anche per questioni di IVA agevolata assolta alla fonte). Ma nei giochi, dove il prezzo fisso non c’è, ci si rifà al fatturato dell’editore.
Esatto. E’ proprio cosi’.
Gli accordi nel mondo dei giochi erano all’origine di derivazione libraria ma col tempo le indubbie differenze fra i due settori hanno portato a pratiche differenti anche nei contratti.
Il compenso per l’autore viene SEMPRE calcolato in base al prezzo a cui l’Editore lo ha venduto (in qualunque forma lo abbia venduto).
Di rado si ha una percentuale che varia: per esempio x% sulle prime 1500 copie, y% dalla 1501 alla 3000, z% dalla 3001 in poi. Per esempio con percentuale crescente, perché l’editrore sulle prime copie deve ammortizzare i costi fissi.
Io ho esperienza esattamente contraria. La percentuale, nei rari casi in cui varia, varia CALANDO. Soprattuto fra tirature. Ho visto percentuali piu’ elevate sulla prima tiratura e piu’ basse sulle successive.
L’acconto si considera un anticipo su questi soldi, per cui i diritti si pagano solo sopo aver superato tale cifra e per la differenza.
Esatto. Perfetto.
Aggiungo che la motivazione dietro questo anticipo riguarda il lavoro svolto. L’autore ha impiegato mesi a sviluppare il gioco e questo tempo e’ una cifra assoluta che va comunque pagata. Non e’ una pretesa ingiustificata. E’ il semplice e doveroso pagamento per un lavoro svolto. A cio’ si arrivo’ dopo tanti episodi negativi in cui un gioco (o un libro) che non prevedevano l’anticipo, sono poi andati male sul mercato con conseguente scarso guadagno per l’autore. Talmente scarso da non ripagare neanche il tempo fisico impiegato nello sviluppo.
Cito un’esperienza personale: un gioco di ruolo che scrissi tanto tempo fa (2 volumi di 192 pagine l’uno) fu venduto in poche centinaia di copie. Il mio guadagno (lordo) fu di 240’000 lire. Avete idea di quanto ci si mette a scrivere 2 libri di 192 pagine ? Al di la della necessaria ispirazione, ci impiegai piu’ un anno.
Molti autori sono stati bistrattati in questo modo e si e’ arrivati al meccanismo dell’anticipo. In ambito librario, e per autori molto affermati, il compenso viene addirittura pagato PRIMA che l’autore si metta a scrivere. Ovviamente nel mondo del gioco siamo ben lontano da questa prassi.
Talvolta si può invece stabilire che il compenso è a edizione: si fissano le copie e si pattuisce un forfait per tali copie. Anche questo uso deriva dal mondo librario.
Confermo in pieno. Ho visto anche questo.
wallover wrote:
Solitamente gli editori sono sempre in ritardo sia sul report, sia sul pagamento.
MarioV wrote:
A volte purtroppo ciò capita perché sono in ritardo i clienti
Umanamente è comprensibile, giuridicamente non è una giustificazione: a voler essere rigorosi, sulle copie uscite dalla casa editrice la royalty è dovuta comunque, anche se l’acquirente non ha ancora pagato. La necessità di dover a volte anticipare una percentuale di quanto non ancora incassato fa parte del rischio d’impresa – e l’imprenditore è appunto l’editore, non l’autore.
Esatto.
Questo e’ un punto fondamentale.
All’Autore, in quanto tale, non deve essere appoggiata neanche una minima frazione del “rischio imprenditoriale”. I pagamenti senza anticipo, le date di pubblicazione non espresse formalmente e altre pinzillacchere, non fanno altro che “spargere” anche sulle spalle dell’Autore una parte del rischio imprenditoriale. Questo deve essere evitato a tutti i costi. Non e’ solo una teoria: l’ho sperimentato piu’ volte a mie spese.
Dopodiché, ovviamente, nella pratica si aspetta fiduciosi senza star tanto lì a rompere…
cloquil2 wrote:
Io ho esperienza esattamente contraria. La percentuale, nei rari casi in cui varia, varia CALANDO. Soprattuto fra tirature. Ho visto percentuali piu’ elevate sulla prima tiratura e piu’ basse sulle successive.
Io per quello scrivevo “Per esempio”… Perché nella pratica le cose cambiano, anche a seconda del potere contrattuale. Io ho qua davanti agli occhi un contratto per un gioco che prevede un punto percentuale in più per le copie fra la xesima e la yonesima, e due punti in più dopo la yonesima. La logica è che tutela l’editore che sulle prime copie vuole rifarsi delle spese fisse (era anche un gioco con molte illustrazioni originali). Lo scalare al contrario come dici tu è vantaggioso per l’editore in caso di grande successo, il contratto che dico io è più vantaggioso per lui anche in caso di vendite più basse: mi ha magari attirato con lo specchietto per allodole della percentuale più alta, ma lui sa già che il suo mercato è di x -1 copie… Chissà!
cloquil2 wrote:
In ambito librario, e per autori molto affermati, il compenso viene addirittura pagato PRIMA che l’autore si metta a scrivere. Ovviamente nel mondo del gioco siamo ben lontano da questa prassi.
Anche per autori non così affermati, dopo tutto… è successo perfino a me! E comunque non solo in ambito librario, anche con editori di giochi. Anche italiani. Anche medio-piccoli. Dove ovviamente, nel caso del gioco, un prototipo giocabile c’era: ma non necessariamente il regolamento completo e la lista esatta di tutti i materiali con descrizione, testi e specifiche. Per espansioni, magari non c’era nemmeno il prototipo.
Ovviamente avete ragione. La mia era solo una considerazione circa le difficoltà degli editori. Personalmente sono propenso a trattare queste cose in piena amicizia con l’autore, quando possibile
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