Riemergo dalle nebbie dell'oblio per chiedere cosa ne pensate di questo strano abbinamento. Non credo ci siano dei giochi che si possano definire tali in giro, e probabilmente ci sara' un motivo per questo. Sara' possibile instaurare una qualche forma di collaborazione tra piccoli giocatori? O i cooperativi richiedono competenze e disponibilita' ancora sconosciute per i + giovani?
Credo sia possibile, le meccaniche però dovrebbero essere sempici e basate su associazioni di immagini e colori per una chiara identificazione da parte dei bambini. Il che, gestito in una certa maniera, può benissimo risultare didattico!
(…) Sara' possibile instaurare una qualche forma di collaborazione tra piccoli giocatori? O i cooperativi richiedono competenze e disponibilita' ancora sconosciute per i + giovani?
Ciao, ti parlo di CiViVe, boardgame che disegnai per la tesi di laurea di mia sorella (insegnante elementare). La sua tesi era, più o meno: “è possibile far prendere coscienza del problema delle risorse sostenibili ai bambini, cercando di bilanciare lo sviluppo personale con la gestione di risorse divise tra tutti?”
La risposta è stata “si”, mi sono inventato questo gioco: i giocatori (2-4) siedono attorno ad un terreno (tabellone), con al centro una pila di 15 risorse comuni, di 3 colori progressivi: 1-6 nere (basse), 7-11 marroni (medie), 12-15 blu (alte); ciascun giocatore controlla un pezzo di terra dove deve sviluppare la sua tribù (capannine), vince chi ha più capannine alla fine di 12 turni. Nota: le capannine non possono superare il numero di alberetti nel tuo terreno.
Ogni giocatore ha 3 carte uguali, verde-gialla-rossa: la verde rigenera risorse comuni ed aumenta i tuoi alberetti; la gialla punisce chi gioca rosso; la rossa prende risorse per costruire le capannine. Ad ogni turno, ciascun giocatore sceglie una carta e contemporaneamente la si mette in gioco, poi si applicano i risultati che – punto cardine! – dipendono DAL LIVELLO DI RISORSE: es. se tu giochi rosso con risorse alte, non paghi penale; ma se giochi rosso con risorse medie o basse, oltre a prendere meno risorse perdi degli alberetti (perchè stai “stressando” l'ambiente).
Dato che la giocata è simultanea, devi calcolare cosa potrebbe fare il tuo vicino dato che se giochi rosso per ultimo, per es., rischi di essere molto penalizzato; se le risorse scendono a zero, tutti perdono.
Il gioco è stato testato su un campione considerevole di bambini delle elementari (la tesi era sperimentale!) e, modestia a parte, è davvero piaciuto molto. E' un'ottima cartina a tornasole per capire molti comportamenti “adulti”, dato che: – se ai primi turni c'è che sfrutta sempre, gli altri prima o poi si organizzano per giocare giallo e bloccarlo – idem chi gioca verde, favorisce l'ambiente aumentando le risorse (che gli ALTRI che giocano rosso depredano!) ma non va avanti lui, quindi prima o poi giocherà rosso – giocare giallo è una perdita di tempo, dato che solo UNO avrà il bonus: chi gioca giallo ha paura che ci siano troppi predatori (rosso) nel gruppo!
Abbiamo visto, facendo anche riflettere i bimbi, che è possibile non solo arrivare tutti ad un ottimo livello di sviluppo, ma anche lasciare l'ambiente perfetto (15 risorse – il massimo), semplicemente COOPERANDO ed alternando gli sfruttatori rossi agli ambientalisti verdi. Ha fatto molto riflettere non solo i bimbi ma anche noi che questo, in realtà, NON E' PER NIENTE SCONTATO: anche tra noi playtesters adulti, pur avendo chiare le premesse, si tendeva a comportarsi egoisticamente per massimizzare il proprio profitto a scapito degli altri.
Ciao, ti parlo di CiViVe, boardgame che disegnai per la tesi di laurea di mia sorella (insegnante elementare). La sua tesi era, più o meno: “è possibile far prendere coscienza del problema delle risorse sostenibili ai bambini, cercando di bilanciare lo sviluppo personale con la gestione di risorse divise tra tutti?”
…io l'ho giocato (e se non sbaglio anche IZ e forse Mario Sacchi): il gioco mi era piaciuto ed in effetti “calzava” con il tema del post.
quando ho letto wallover, la prima cosa che ho pensato è stata la possibilità di “imporre” la collaborazione: avere elementi del gioco che si completano a vicenda, che hanno un valore che aumenta se abbinati ad altri che potrebbero essere in possesso degli avversari. mi si è figurata in mente l'idea di pezzi che si completano fra loro anche fisicamente, come le parti di un puzzle. …che ne dici, W?
l'evoluzione non si può fermare ...al massimo la puoi prendere a colpi di clava per vedere se rallenta.
L'idea del gioco proposta da Claudio mi sembra ottimale per far capire i meccanismi interessati, soprattutto lo fa attraverso un meccanismo che mi sembra semplice e appassionante. Il concetto di cooperativo e': giochiamo tutti assieme per vincere assieme. In altri casi invece diventa: giochiamo con un unico obiettivo ma sappiate che alla fine cerchero' di vincere io. La chiave del meccanismo sta nel confrontarsi per stabilire le mosse migliori. Questo non credo sia possibile farlo con i bambini, per via degli ovvi limiti sociali e intellettuali dovuti alla loro eta'. Ma si puo' raggiungere “forzando la mano” ai giocatori (non puoi fare certe cose da solo, oppure se le fai perdi qualcosa). La genialata sta nel trovare un mezzo (gli elastici nel bellissimo gioco della Haba) dove l'interazione e' portata a livello di bambino, Charlie mi ha rubato l'esempio che volevo riportare!