Non è una competenza dell'autore. L'autore deve essere in grado di fornire un set scritto delle regole che sia comprensibile all'editore, ma ogni passaggio ulteriore non spetta all'autore, che anzi rischia di fare solo danni. Scrivere regole sta all'editore, o a una figura specializzata.
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Ho discusso con Albertarelli ad EtnaComics 2012, abbiamo parlato anche di questo. Lui mi ha suggerito di andare oltre: di portare all'editore un lavoro il più possibile completo … fermo restando che l'editore ha figure specializzate che si occuperanno di una revisione completa del prototipo.
Ascoltare Spartaco è sempre interessante, ma spesso parte da un'esperienza che è molto diversa da quella degli autori free lance nel mercato dei giochi da tavolo. Per questo mi sono trovato diverse volte in disaccordo con alcune sue posizioni. Come quando ha spiegato che non è il caso di mandare il proprio gioco a più editori contemporaneamente (cosa che io invece ritengo assolutamente sensata, a patto di essere corretti nella comunicazione), o come quando ha sottolineato la necessità di curare graficamente il prototipo (mentre io ho sempre messo l'accento sulla funzionalità). Questo è il terzo caso. L'autore deve curare la parte di game design, e basta. Non è semplicemente un affare di di diritti sindacali: spesso le regole scritte dall'autore danno per scontato elementi o conoscenze che invece sono necessarie. Insomma, la scrittura e l'editing devono di norma spettare a qualcun altro.
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
L'editing di qualunque scritto dovrebbe sempre spettare a qualcuno di diverso dall'autore, però ciò non toglie che l'autore dovrebbe sempre cercare di scrivere qualcosa che necessiti del minor editing possibile (anche perché un editing che si rispetti non può prescindere dal confronto con l'autore stesso). Questo per le regole, tutto il resto, dall'impaginazione alla veste grafica, non dovrebbe spettare all'autore una volta superata la fase di “prototipo comprensibile ai più”.
In quella stessa discussione lui suggeriva non solo di proporre il gioco ad un solo editore per volta, ma addirittura di realizzarne il prototipo riutilizzando pezzi e scatole tratti da giochi di quella linea editoriale. Questo “trick” come viene visto dagli editori?
Continuando i confronti tra gli autori, Angiolino ha preparato un mockup di Wings of War, che ho avuto il piacere di giocare ad Etna Comics, quasi indistinguibile dal gioco pubblicato. E mi raccontava che la grafica realizzata per il suo mockup è stata solo leggermente modificata dall'editore. Si può pensare che siano modi diversi di approcciarsi all'editore? Che ogni autore deve trovare la “sua” strada?
In fondo, quello che diceva Spartaco era di realizzare un gioco bello, e se il gioco è bello viene la voglia di sistemarlo, di abbellirlo, di completarlo in tutti i suoi aspetti, ma di farlo per il proprio piacere personale. L'approccio con l'editore è una cosa che viene dopo.
OT, estremamente interessante ma OT, anche per causa mia. Max, apri un altro thread sull'argomento se credi, e se vuoi coinvolgi Spartaco nella discussione.
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Grazie assai per le risposte. Avendo a che fare con un paio di situazioni in effetti noto che non c'è una vera e propria linea di comportamento a tal proposito.
Anch'io concordo sul fatto che il regolamento debba essere scritto dall'editore o da qualcuno di sua fiducia. Certo che poi se l'autore ne fornisce già uno ben scritto, è tutto di guadagnato, ma non credo che sia una discriminante nella scelta di pubblicare o meno un gioco. Può esserlo solo se è scritto talmente male che l'editore non riesca a giocarci o giochi a qualcosa di diverso dal reale
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
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