Il 55 deriva dal fatto che è il numero standard di carte da gioco che sta su un foglio di stampa. Ma negli ultimi anni mi pare che questi standard siano un po' saltati, sia per il numero crescente di ditte che stampano carte in diversi formati e diverse tecniche, sia per un modo diverso di guardare ai componenti dei giochi. Ad ogni modo un gioco valido non verrà mai scartato perché ci sono 57 carte, o 122. E' compito dell'editore valutare i costi e chiedere eventualmente una via per tagliare (o aggiungere, chissà) carte per ammortizzare i costi di produzione.
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Concordo con Paolo: lasciate che a questi dettagli ci pensi l'eventuale editore. Certo, con 55 o 110 non si sbaglia mai, ma non vale la pena di castrare un gioco solo per togliergli 10 carte. Proponetelo con 120.
Ovviamente 165, essendo multiplo di 55, va benissimo, ma non sforzatevi di inserire carte in più per arrivarci: è vero che 120 costa più di 110, ma 165 costa comunque più di 120, anche se quest'ultimo è un po' meno standard. Cioè… Non è che 111 e 165 costino uguali.
Riguardo ai formati, direi che 88×63 (poker) e 88×58 (bridge) sono sicuramente buoni per qualsiasi editore, però ce ne sono molti altri.
Ciao!
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario