discussione filosofica sul gioco

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  • #1436
    secondologin
    Partecipante

    A che serve il gioco?
    Secondo alex randolph il gioco non serve a nulla e proprio per questo e' bello.
    Secondo me invece il gioco e' utile. Pensiamo ad esempio ai giochi del medioevo: centra il bastone con l'anello, tira la pietra addosso ai barattoli, oppure ai giochi dei cavalieri che si scontravno tra loro in duello… era un gioco finalizzato ad istruire la gente alla guerra, all'abilita manuale. I giochi contemporanei invece (quelli che noi consideriamo piu seri) invitano al ragionamento ed alla pianificazione, alcuni come i coperativi invitano all'associazionismo. Sono lo specchio della nostra societa dove bisogna saper usare la mente per fare le cose. Anche i giochi di sola fortuna hanno un loro messaggio intrinseco, sono giochi che spingono la gente a pensare che la richezza possa venire solo dalla fortuna e non dall'impegno, spingono la gente a sentirsi normalmente poveri ed incapaci di fare grandi cose, condizione ideale per chi li vuole dominare.
    Il gioco per me e' utile e' funzionale.
    Non solo, per chi inventa giochi il gioco puo essere forma di espressione, form di comunicazione di come percepisce la vita, un po come l'arte per gli artisti. Io personalmente quando invento un gioco lo faccio con lo scopo di comunicare qualcosa.
    Voi perche inventate i giochi?

    #15014
    mcuccia
    Partecipante

    io lo faccio per divertimento. :-)

    #15020
    Khoril
    Moderatore

    Quando ho un idea che spero possa diventare un gioco è spesso perchè c'è una situazione intrigante nella vita reale che voglio trasportare sul tavolo. Tanis in un'intervista ha detto che i giochi sono un'astrazione di esperienze concrete, e anche se con parole diverse (io l'ho sempre resa con “stilizzare” situazioni reali) e meno professionali è proprio l'idea che ho anch'io del mio gamedesign.

    Per leggere l'intervista e farvi un'idea ecco il link:
    http://pinco11.blogspot.com/2010/10/preview-olympus.html

    #15021
    ilBOTTA
    Partecipante

    di preciso non sò neanch'io perchè lo faccio…è una cosa naturale che scatta appena un idea mette piede nella testa.
    inizia a lavorare sulle meccaniche, ambientazioni, dadi, carte…scatta un non sò che, e si è trasportati in una dimensione diversa, fatta di idee che si incrociano, si accavallano, e tutte cercano la strada giusta per uscire!!
    poi si inizia a metter giù qualcosa, parlar con qualcuno (di solito il buon khoril è sempre il primo che subisce l'onda anomala di idee partorite) e tutto questo, come diceva mcuccia, è divertimento, realizzazione personale e libero sfogo alla fantasia!!
    quindi il gioco a mio avviso è fondamentale, specie nella nostra società frenetica!!

    http://riverforge.blogspot.com/

    #15026
    Gianlu
    Partecipante

    A chi serve il gioco? mi sa di una domanda più per chi lo usa che per chi lo fa…
    Essenzialmente chi lo usa (gioca) lo fa per diletto e svago;
    Per quanto riguarda il fatto di voler allenare col gioco a fenomeni di vita sociale, è un elemento secondario che può essere espresso sia implicitamente che esplicitamente (ad esempio i giochi organizzati dai gruppi scout per i lupetti servono a migliorare le loro abilita fisiche e a lavorare in squadra). Ma l'obiettivo principale deve comunque essere quello di divertire (altrimenti non è un gioco);
    Io nei pochi giochi che ho fatto mi sono sempre chiesto.. funziona? potrebbe divertire? e a chi?
    Quindi in sostanza per me non è vero che non serve a nulla ma nemmeno a istruire, per me ha l'obiettivo di dilettare (come nell'assistere a un'opera artistica).

    #15030
    PaoLo
    Partecipante

    A citare Randolph nella sua completezza, “il gioco in realtà può servire a tutto, ma di nascosto”. Cioè il gioco può essere educativo, ma non deve nascere per essere educativo. Può essere socializzante, ma non nasce per essere socializzante. Deve nascere per produrre gioia (una gioia che può essere di differenti tipi) in chi  gioca. Io lo trovo molto vero.

    "E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
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