In tutti i giochi c’è un vincitore, nei collaborativi addirittura vincono tutti o perdono tutti. Ma avete mai pensato di inventare un gioco dove nessuno vinca?
Intendo dove la vittoria di qualcuno sia un concetto non considerato nel gioco.
In questo articolo parlano di Agreed, un gioco dove nessuno vince: http://www.duluthnewstribune.com/event/article/id/152498/
Il gioco in se non mi piace, ma l’idea è piuttosto originale (o no?) … anche se mi lascia un po’ perplesso
voi che ne pensate?
Ma è un gioco con plancia e tutto il resto?
Cmq l’idea non mi pare originalissima, mi sembra uno di quei giochi che si facevano da adolescenti (tipo quello in cui si dice una parola e qualcun altro deve dirne una che inizi con le ultime due lettere della precedente) certi giochi di quel tipo erano semplici passatempo e non prevedevano vincitori o perdenti.
Cmq se lo scopo non è vincere e nemmeno perdere non c’è (o non mi pare ci sia) una terza possibilità. Il fatto che tutti perdano non è veramente uno scopo…
Si perché è il meccanismo stesso l’avversario da battere e quindi lo scopo è batterlo.
Il fatto che un gioco non preveda la vittoria tramite il raggiungimento di un obbiettivo, esclude di conseguenza anche la sconfitta, quindi non ha scopo a meno che non si tratti come già detto di un GdR, dove lo scopo è interpretare un ruolo e l’obbiettivo varia a seconda delle situazioni che si creano… ma questo concetto a parer mio è inutile applicato a giochi da tavolo.
Di solito nei boardgame come nei cardgame la partita termina o col raggiungimento di un obbiettivo a in rari casi allo scadere di un limite (turni o tempo) e al raggiungimento/scadere di questi si controlla chi a vinto o perso.
Nel caso citato manca il concetto di vittoria e quindi di sconfitta, quindi si deve presupporre che il termine della partita sia dato dal raggiungimento di un limite temporale scandito come si voglia (turni o tempo in ore/minuti).
Detto ciò a mio parere si sta parlando di impegnare un certo periodo di tempo a fare qualcosa che non ha uno scopo.
Queste sono le mie conclusioni (magari sbagliate^^).
Il mio sito personale dove vedere i miei prototipi www.giancarloclerici.it[/url]
Condivido le tue conclusioni, lo dice anche l’autore che lo scopo del gioco è imparare qualcosa di bello… in pratica sarebbe un po’ come prendere le carte del trivial pursuit e leggere le risposte alle domande solo per farsi una cultura…
Ma a questo punto non credo sia giusto definirli giochi, bensì sistemi di apprendimento inusualmente divertenti, come possono esserlo alcuni giocattoli per l’infanzia.
E’ una sottile linea che divide il gioco da giocattolo.
Post edited by: Folken, at: 2009/11/29 14:15
Il mio sito personale dove vedere i miei prototipi www.giancarloclerici.it[/url]
Io mi ritrovo con Gabrik e Folken! Lo definirei un “mezzo per stimolare una discussione”, ma a mio avviso resta sempre un gioco. Ne avevo visto un altro qualche tempo fa … vediamo se lo ritrovo!
Plunk, non hai mai giocato a Pandemic e Arkham Horror? Sono giochi collaborativi in cui vincono tutti i giocatori contro il meccanismo del gioco … oppure perdono tutti i giocatori e vince il gioco (?_?)
io intedevo un’altra cosa … non gioco contro un meccanismo ma a favore di un’altro giocatore sfruttando il meccanismo … niente solo una serie di seghe mentali mie.
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