Domanda ispirata dall’articolo su temi e meccaniche di Faidutti (se non lo leggete, forse non capite cosa scrivo…). Nell’inventare giochi, vi sentite più tedeschi o americani? L’idea vi viene prima da una meccanica (ah! sarebbe carino un gioco a scelta simultanea…) o dal tema (vorrei fare un gioco sulla pelota basca fantasy!). O tutt’e due? In che senso, tutt’e due?
Così, butto il sasso. Poi magari dirò anche la mia :laugh:
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Io parto dalla considerazione che, se la meccanica è trita e ritrita, nessun tema potrà generare un gioco interessante.
Quindi mi concentro sulla possibilità di alterare qualche meccanismo per creare qualcosa di originale (una ‘contromeccanica’ per citare la DaVinci) e infine, se necessario, ambiento il gioco.
Probabilmente questo mio approccio è dovuto alla mia passione per i giochi astratti.
Ottima idea! In effetti, letto l’articolo (molto interessante!) mi sono subito chiesto se, in base a quello che ho fatto finora, sono filoamericano o filotedesco.
Sono nettamente americano, poichè mi affascina di più l’ambientazione e soprattutto la simulazione della realtà che il gioco va a rappresentare. Sintetizzando direi che la parte “americana” fa l’idea, l’ambiente, la parte creativa. Poi la parte “tedesca” è la razionalità che deve reggere il tutto. 8-2 per gli americani !!! (base 10 ) :laugh:
Mapa
Io parto dalla considerazione che, se la meccanica è trita e ritrita, nessun tema potrà generare un gioco interessante.
Quindi mi concentro sulla possibilità di alterare qualche meccanismo per creare qualcosa di originale (una ‘contromeccanica’ per citare la DaVinci) e infine, se necessario, ambiento il gioco.
Probabilmente questo mio approccio è dovuto alla mia passione per i giochi astratti.
Yah, mi zento un bo tettesco
Io personalmente non prediligo i giochi in cui l’ambientazione è solo un pretesto, per cui nell’unico gioco che ho inventato sono partito dall’ambientazione e l’ambientazione è predominante rispetto alla meccanica.
E’ ovviamente una questione di gusti ma per me una parte importantissima del divertimento è costituita dall’ “entrare nel personaggio”, nel trasformarsi in un condottiero o in un pilota di Formula Uno. Questo richiede qualche regola in più e una durata del gioco più lunga, che però se il gioco mi piace non considero un difetto (più gioco=più mi diverto).
E’ comunque ovvio che non basta né l’ambientazione da sola, né la meccanica da sola per fare un bel gioco.
Spesso procedo così:
– mi accerto che ci sia calma e silenzio in casa.
– prendo qualche oggetto ludico, ad esempio qualche tessera, due dadi, carte da poker e lascio libera la mente di trovare qualche combinazione o meccanica piacevole
– meccanica + oggetti utilizzati mi suggeriscono un tema
– sviluppo il resto tenendolo nei binari del tema o meglio lascio che il tema mi suggerisca le altre meccaniche necessarie ad esprimerlo.
Fatto questo butto via tutto il possibile, cioè le meccaniche non essenziali al divertimento e rimango col gioco nella sua essenza, sperando di aver ottenuto poche regole e molto piacere ludico.
Quando conosci e sai maneggiare molte meccaniche è bello scegliere un tema e simularlo.
Fino ad allora meglio partire dalla meccanica e continuare a giocare molti giochi diversi e con persone diverse per arricchire la propria “cassetta degli attrezzi”: i grandi scrittori sono spesso grandi lettori e grandi osservatori.
Prima si imparano a scrivere le lettere dell’alfabeto, poi le parole, poi le frasi, poi si fanno i temi, poi i romanzi…
Integro il pensiero espresso in precedenza in modo meno buffonesco.
Spesso, quasi sempre, penso”vorrei fare un gioco su…, che simula…,magari con una plancia di forma…” . Quali meccanismi si adattano alla esigenza? E cerco il sistema giusto, ma sempre nei binari dell’obiettivo di simulazione scelta. MAI IL CONTRARIO.
Ecco perchè potrei fare dei giochi che funzionano o magari talvolta carini con buona ambientazione, ma difficilmente riuscirò mai a fare un buon gioco astratto.
Confesso che ultimamente mi sto sforzando per capire se sono capace di raggiungere risultati decenti rovesciando l’approccio.
Sinceramente mi piacerebbe perchè spesso il gioco astratto è più breve nelle regole e di durata, più veloce da fare, più semplice da realizzare. L’importante è che abbia una buona grafica, perchè secondo me l’impatto visivo è molto importante.
Mapa
Ciao ciao, anche per me quando penso ad un nuovo gioco mi baso soprattutto sull’ambientazione, spesso un film o un libro mi fanno scattare la molla per l’ambiente interessante, il meccanismo viene di conseguenza!!
Non sono un appassionato di giochi astratti in effetti, amo molto quelli che si basano su ambientazioni reali o futuristiche ma dove i giocatori possono immaginare di inserirsi!!
Penso che questo sia dovuto ai 15 anni di giochi di ruolo che ho sulle spalle, e che continuo ad aumentare!!!
Ciao ciao, anche per me quando penso ad un nuovo gioco mi baso soprattutto sull’ambientazione, spesso un film o un libro mi fanno scattare la molla per l’ambiente interessante, il meccanismo viene di conseguenza!!
Bene.
Stai sempre attento però a non basare in modo vincolante su un libro o su un film la tua creazione. Pensa se per vendere il tuo bellissimo e collaudatissimo gioco su Guerre Stellari, George Lucas ti chiedesse molti soldi di licenza … Chi te lo produrrebbe? Meglio un gioco su Napoleone
Partire dal tema può essere importante, quanto lo è partire dal tema giusto…
Bene.
Stai sempre attento però a non basare in modo vincolante su un libro o su un film la tua creazione. Pensa se per vendere il tuo bellissimo e collaudatissimo gioco su Guerre Stellari, George Lucas ti chiedesse molti soldi di licenza … Chi te lo produrrebbe? Meglio un gioco su Napoleone
A me capita a volte di avere uno spunto anche da qualcosa di più vago: “sarebbe bello un gioco che desse quest’idea”. Tipo: mi è capitato di pensare ad un gioco che si basasse sul concetto di ‘sostenibilità’. Questa non è ancora una meccanica di gioco. E’ una logica che vorresti far passare ai giocatori attraverso la partita, ma ancora non sai come fare. E infatti ancora ci sto pensando.
A volte, al contrario, l’ispirazione viene da una cosa concretissima, come un oggetto. Vedo un guscio di noce e penso al regolamento tridimensionale per battaglie navali tra navi fatte con i gusci.. Da lì è nato poi “I pirati della mutua” (passando agli origami).
Ma questa cosa della nascita (e dello sviluppo) dei giochi è socioculturalmente (bum!) molto interessante. Mi piacerebbe fare delle interviste a degli autori, chiedendo come sono nate le idee di alcuni loro giochi. Qualcosa del genere hanno già testimoniato Andrea Angiolino e André Casasola Merkle su BGG.
Post edited by: pa°L°, at: 2005/02/07 22:29
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Bene.
Stai sempre attento però a non basare in modo vincolante su un libro o su un film la tua creazione. Pensa se per vendere il tuo bellissimo e collaudatissimo gioco su Guerre Stellari, George Lucas ti chiedesse molti soldi di licenza … Chi te lo produrrebbe? Meglio un gioco su Napoleone
Ciao
No no, infatti dai film intento ispirazioni più generiche, mi piacerebbe fare qualcosa su Guerre Stellari visto che sono patito, ma lungi da me cimentarmi in questa zona!!
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