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Sto seguendo il blog “Game Designer Wannabe” e all’autore è venuta in mente la necessità di organizzare meglio i suoi playtest.
Sta facendo una applicazione web per risolvere il suo problema.
Qui
http://www.gamedesignerwannabe.com/search/label/Game%20Design%20Assistant
trovate i due articoli in cui spiega i motivi che lo hanno stimolato e quello che vuole realizzare.Voi che ne pensate?
a Catania & Agrigento giochidietrolequinte, mercoludì, linkedin, facebook
Grazie del post, molto interessante!
L’ho letto con attenzione e mi è venuto da pensare ad un vecchio libro di T.Brooks, “A volte la magia funziona”, dove lo scrittore fantasy raccontava del suo “metodo” per scrivere, ovvero farsi uno schema di ogni capitolo per avere già lo “scheletro” della storia da cima a fondo…l’opposto di quel che fa S.King stando al suo libro di consigli per scrittori…
Il succo è: credo che un GDA possa funzionare per qualcuno in date circostanze, e non per altri (come un po’ tante cose). Personalmente ho la “fortuna” di avere un pool di playtesters piuttosto ampio da cui attingere, tra gamers e non, e mi piace molto vedere le reazioni non verbali ad un meccanismo, la soddisfazione di segnare punti o l’insofferenza di un’attesa, tanto per fare esempi.
Imparo molto di più da questo flusso di feedback “sotterraneo” che dai commenti verbali, insomma, e davvero non riuscirei a fare altrimenti. Sull’occasione di trovarsi a volte magari sono un po’ spietato (“Buona la pizza ragazzi ma ora che ne dite se…”) ma spesso funziona, senza necessità di “programmare” sessioni.
Ma ripeto, ci sono molte vie per arrivare a Roma…
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