Ieri ho fatto il primo playtest in 5 giocatori di un nuovo gioco (vedi topic Piattaforma di trivellazione), e mi sono accorto che il calcolo del valore del venduto, per quanto semplice, porta via molto tempo e rallenta troppo il gioco. Esempio. Il giocatore 1 vende 3 pezzi di Ferro, 1 di Rame e 2 di argento= 3×5+1×10+2×15=15+20+30= 65 ripeti per ogni giocatore, (considerando anche quello che invece di dirti 3 di ferro ti dice 2 di ferro +1 di rame+ 1 di ferro…) ed i tempi si allungano parecchio.
Anni fa avevo usato questo sito (http://appinventor.mit.edu/explore/) per creare un app per calcolare i danni delle armi da fuoco in Cyberpunk2020, ed ho pensato che sarebbe un gioco da ragazzi creare un'app non solo per calcolare quanto sopra velocemente, ma anche per tenere traccia dei punteggi di ogni giocatore senza possibilità di errore.
Che voi sappiate esistono già giochi che affiancano app al gioco stesso e in linea di massima come sono visti dagli utenti?
a parte alchimisti non ne conosco altre, credo che parte del problema sia sostenere il costo di sviluppo dell'applicazione oltre quello del gioco in se.
== La macchina del capo ha un buco nella gomma. Hai bisogno di 3 segnalini Mc-Gyver e un token Cewingum per ripararla. ==
== Fatti non foste per viver come bruti, ma per piazzar omini e cubettame ==
Un'applicazione per Android che fa due calcoli in croce si sviluppa in 10 minuti, compresa l'interfaccia. Oppure con un elementare foglio di calcolo in 5 minuti.
in realtà se è così dispersivo calcolare un valore da farlo fare a un'app quando svolgi l'azione, come lo puoi fare a mente per valutare una strategia?
in più il dubbio che frena molti giocatori dall'acquisto e quindi gli editori dall'utilizzare app è anche “tra dieci anni potrò giocare il gioco con il tipo di supporto che si utilizzerà in quell'epoca?”
quindi in generale meglio evitare per ora e lavorare su un sistema semplice ma efficace
Di ibridi, o meglio, di giochi che si appoggiano a App esterne ne è uscito qualcuno in questi ultimi anni, ma tendenzialmente sono tutti supporti digitali che fungono da “Master”, vedi la recente riedizione delle Case della Follia appunto, o Alchimisti (che comprende una scheda cartonata a parte per giocare senza App e gestibile appunto da un “giocatore” extra che farebbe da Master) ma anche il collaborativo X-COM.
Ciò serve perché consente di creare un gioco che coinvolga tutti allo stesso modo, senza dover far gestire ruoli diversi e potenzialmente più noiosi, ad altri giocatori.
Il mio punto di vista è che se il problema invece sono i calcoli e le valutazioni da fare che sono troppo complessi da poter essere gestiti in modo autonomo il game designer deve trovare soluzioni alla meccanica di gioco che semplifichino il tutto, mantenendo lo stesso feeling, unendo più soluzioni in una, quello cioè che in genere viene definito “eleganza”. Se poi questo non è proprio possibile allora l'idea del gioco che si ha in mente non è proprio adatta a un board game (quantomeno di stampo moderno), ma piuttosto direttamente un videogame, dove il calcolatore può tranquillamente ovviare al problema (vedi l'esempio su HearthStone di cui parlavo in un altro topic).
Presidente associazione ludica DADODADODICI di Orzinuovi (BS) www.dadodadodici.it
Riesumo questo vecchio topic… Io una cosa del genere l'avevo ideata per un gioco che poi ho lasciato lì….
In pratica NOn era un'app vera e propria ma un collegamento ad una pagina web tramite la quale i giocatori ricevano informazioni dalla loro presunta rete di intelligence…il gioco si chiama Coverup ed è ambientato in un futuro molto prossimo…si indaga sugli Ufo Crash e ogni giocatore riveste i panni di una multinazionale che studia gli ufo per scopi di retroingegneria su eventuali manufatti alieni trovati…
Giochi con app, stanno cominciando a prendere piede. Il primo è stato Case della Follia, dove l'app fa la parte del master ed è semplicemente splendida…
Giochi con app, stanno cominciando a prendere piede. Il primo è stato Case della Follia, dove l'app fa la parte del master ed è semplicemente splendida…
Scusa la pignoleria, ma ve ne sono altri antecedenti alla seconda edizione delle Case, come ad esempio Alchimisti.
Detto ciò secondo me l'uso che viene fatto delle app, purché interessante, può andare a sminuire il gioco in se in un ottica di durata nel tempo: se fra 5 anni (che in campo tecnologico sono un enormità) volessi giocare ad Unlock ma i sistemi per cui l'app fu originariamente fatta non fossero più disponibili possiederei ancora il mio gioco?
Una companion app deve – secondo la mia opinione – essere tale: un ausilio che possa fare cose noiose al posto dei giocatori, ma che possa essere un domani sostituita da un giocatore qualora l'app non fosse più disponibile (Alchimisti), e non un qualcosa di necessario allo svolgimento del gioco (Unlock!).
La mia domanda è: Eliminando i grandi classici, rispetto al normale turnover di pubblicazione dei giochi, quanti tra di noi tra 10 anni staranno ancora giocando a “quel tal gioco” comprato così tanto tempo fa?
Voi tra 10 anni vi vedete ancora a giocare ad Alchimisti? Oppure ci sarà qualcos'altro che nel frattempo lo ha soppiantato?
"Ignoranti quem portum petat nullus suus ventus est." (Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare) Seneca
Perchè eliminare i grandi classici? e soprattutto cosa intendi per grandi classici? Ultimamente ho giocato a Ticket to ride e Catan. Sono essi grandi classici?
Se la risposta è sì, mi chiedo, perchè non puntare a fare un gioco che diventerà un classico?
Voi tra 10 anni vi vedete ancora a giocare ad Alchimisti?
Coi miei tempi, probabilmente ci giocherò per la prima volta tra dieci anni -__-
Perchè eliminare i grandi classici? e soprattutto cosa intendi per grandi classici? Ultimamente ho giocato a Ticket to ride e Catan. Sono essi grandi classici?
Se la risposta è sì, mi chiedo, perchè non puntare a fare un gioco che diventerà un classico?
Per grandi classici abbiamo diverse definizioni puoi andare a vedere un hangout su recensioni minute dove si definivano i grandi classici “vecchi” tipo Monopoli & Risiko oppure i grandi classici nuovi tra cui appunto Catan & co.
Ma non è questo il punto… perchè se un gioco diventa un classico significa che è in catalogo e quindi viene aggiornato, magari ristampato o addirittura rivisitato perchè passano i diritti di casa editrice in casa editrice ecc… quindi? Quindi oltre a tenere aggiornato il gioco si tiene aggiornata anche l'app… molto semplice.
Quindi eliminando i grandi classici… quale altro gioco giocheremo tra 10 anni per il quale lamentarsi che l'app non è più attuale?
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Il problema è proprio questo: definire un classico, significa definire la vita del gioco e quindi dell'app.
Se invece un gioco che nessuno gioca, esce con un app, tra 10 anni potrebbe capitare che qualcuno provi a giocarci, ma sarà inutile. Ed alla fine non c'è problema, visto che sicuramente fa schifo come gioco
Quindi sì ai giochi con l'app.
C'è da tenere in considerazione anche il funzionamento di tale app: sarà online o anche fruibile offline?
Diciamo che l'utilizzo di un dispositivo elettronico associato ad un gioco da tavola, non fa altro che limitare dei punti e ampliare altri. Non penso che ci sia un bene o male a priori.
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