Ciao a tutti, curiosità scientifica riguardante il mondo dell'editoria: è possibile che un designer presenti un gioco ad un editore senza illustrazioni e art sofisticate e professionali e l'editore stesso impegni la sua divisione artistica, qualora decida di produrlo?
Sostanzialmente impegnarsi con artisti professionisti per l'art di un gioco ha senso solo se si ha intenzione di autoprodurre, giusto?
non sono certo il + esperto in fatto di pubblicazioni e rapporti con gli editori, ma quello che conta + di tutto è il gioco in sè e non l'aspetto grafico. arrivano alla pubblicazione o comunque ad accendere l'interesse degli editori anche prototipi esteticamente “brutti”. in tanti casi può accadere che la stessa ambientazione di un gioco venga cambiata dall'editore, figuriamoci la grafica.
l'evoluzione non si può fermare ...al massimo la puoi prendere a colpi di clava per vedere se rallenta.
La parte grafica sicuramente non è di primaria importanza. MA c'è un grosso MA. Se parliamodi disegni/illustrazioni è un conto. Se parli invece di simboli/percorsi/schede/tabelle o comunque elementi tramite i quali la meccanica stessa del gioco funziona, il discorso cambia.
Un gioco può anche essere valido “meccanicamente parlando”, ma se per “girare” funziona tramite l'utilizzo di carte/schede/tasselli con diverse simbologie e queste ultime sono ideate o collocate male, dal punto di vista grafico, ciò può compromettere abbastanza la valutazione da parte dell'editore, che sarà costretto a fare uno “sforzo” in più per valutare come il tuo gioco funzioni una volta che la parta grafica sia stata sistemata; ciò potrebbe persino indurlo a scartare il prototipo perchè troppo complesso anche se in realtà è solo “pensato male” dal punto di vista del layout grafico.
Riguardo invece all'ambientazione, trovo molto fastidioso da parte degli editori voler cambiare una ambientazione di un titolo. Comprendo la cosa per quei giochi semi-astratti per cui una ambientazione anche solo appiccicata può bastare, e quindi una vale l'altra, ma un ideatore di giochi più tematici, credo debba partire prima di tutto proprio dall'ambientazione stessa e su questa costruire una meccanica che ne riprenda gli aspetti più importanti nel modo più “fedele” possibile, sempre nei limiti del gioco da tavolo s'intende. Tralasciando i family/entry level games e i sopracitati semi-astratti, un editore dovrebbe valutare la sostituzione di una ambientazione con un'altra solamente in casi molto rari.
Presidente associazione ludica DADODADODICI di Orzinuovi (BS) www.dadodadodici.it