Se il gioco gira, diverte, non è complicato da spiegare e da capire ed è innovativo in almeno un elemento, allora puoi ritenerti soddisfatto.
Se vuoi un ordine di priorità…
La giocabilità è necessaria.
Poi metterei in ordine divertimento e originalità.
Innovazione mi sembra un sinonimo di originalità, mentre la fortuna non serve. Bisogna capire poi cosa intendi per fortuna: la fortuna all’interno delle meccaniche del gioco, la fortuna che hai avuto nell’avere l’idea del giocoe nello svilupparlo, la fortuna che il gioco ti venga pubblicato, la fortuna che il gioco venga venduto.
Penso che però conti un po’ tutto. Neanche gente più esperta di noi ha trovato un accordo: se leggi il bando del premio Archimede si mette l’originalità al primo posto, se leggi quello di Lucca si dice che non c’è un ordine di classifica negli elementi di valutazione.
Ciao,
fantavir
Risposta ermetico/tautologica: un buono gioco riesce se è bello.
Risposta filosofica: un buono gioco riesce se vedi soddisfazione e/o sorrisi nei volti di chi lo ha giocato.
Una trasposizione scadente di una licenza in un gioco ha ottime possibilità di uccidere un potenziale nuovo giocatore, di stroncarne sul nascere l’entusiasmo e la volontà di scoprire se ci sono “altri giochi belli come questo” (A. Chiarvesio)
L’importanza relativa degli elementi di un gioco , quando si tratta di inventarlo, un gioco, rispecchia probabilmente quello che tu cerchi in un gioco.
Provo a fare un esempio. Se ti piacciono giochi in cui tu impersoni un impero che conquista a suon di scontri tanti territori, è probabile che ti piaccia Risiko e se un gioco assomiglia tantissimo a Risiko ti piace lo stesso, anche se non è granchè originale. Tu dici: che mi importa se non è originale, a me piace Risiko e quest altro gioco , proprio perchè uguale a uno che adoro, mi piace.
Bene.
Del gioco , attualmente, io apprezzo soprattutto l’opera di ingegno creativo. Gioco a “Tower of Babel” di Knizia e quello che adoro non è tanto la meravigliosa esperienza di gioco ma l’opera di ingegno che rende possibile tale divertimento. Se trovo un secondo gioco isomorfo a questo, magari mi piace la partita che ne viene fuori ma dico “bella forza, ma questo gioco lo ha già fatto Knizia… quindi non mi piace perchè è scoppiazzato”.
Riprendendo l’esempio di Tanis: se qualcuno ha già inventato l’automobile, io cerco di inventare un altro mezzo di trasporto che mi permetta di spostarmi da un punto ad un altro. Mi diverte più che creare l’ennesima automobile solo perchè sono sicuro che mi potrà spostare da un punto a un altro . Preferisco rischiare di non inventare nulla ma , se ci riesco, aver inventato il “Motifero”, lo “Spostogenesi” o qualsiasi altra cosa cui nessuno aveva pensato prima.
Premesso che sono tutti “ingredienti” indispensabili (tranne la fortuna, che puoi mettere o meno)…
Originalità, Innovazione… Secondo me sono un po’ la stessa cosa: più c’è innovazione, più tendenzialmente sale l’originalità.
Sull’argomento quoto Tanis, con un 25% al posto del 10%.
Cioè, è vero che non è necessario creare meccaniche e ambientazioni “mai viste prima dall’uomo”, ma neanche roba “troppo già vista”, soprattutto prendendo spunto da gioconi straconosciuti.
La Giocabilità è fondamentale, ma qui devi avere bene in mente il target.
Un gioco “facile” per un gamer magari è “troppo difficile” per un bambino.
Un gioco “normale” per un bambino rischia di essere “banale e noioso” per un gamer.
La via di mezzo è davvero – IMHO – difficile da trovare.
il Divertimento secondo me va al primo posto.
Giochi per divertirti, dunque il gioco dev’essere divertente.
Guarda le facce di chi lo prova, e fallo provare a tanta gente; vedi se ti chiedono di rigiocare, anche subito dopo (ottimo segno!)
La Fortuna… Boh. Fa parte delle meccaniche. Alcuni la giudicano indispensabile, altri la schifano come la morte.
Mai metterne troppa.
Metterne poca o metterne pochissima è quasi uguale (ti “fotti” gli amanti dei diceless in entrambi i casi e le cose cambiano poco).
Io o la uso come “parte integrante del gioco”, col suo bel peso, o cerco di darle meno peso possibile. Certo, creare un diceless è un casino, quindi non so se crearne uno come primo gioco sia una mossa felice.
Secondo me nella lista mancano diverse cose da affrontare prima di iniziare, come il target, il background, lo stile del gioco…
Originalità, Innovazione… Secondo me sono un po’ la stessa cosa: più c’è innovazione, più tendenzialmente sale l’originalità.
Sull’argomento quoto Tanis, con un 25% al posto del 10%.
Cioè, è vero che non è necessario creare meccaniche e ambientazioni “mai viste prima dall’uomo”, ma neanche roba “troppo già vista”, soprattutto prendendo spunto da gioconi straconosciuti.
:huh: in effetti ho dato per scontato una cosa che non avrei dovuto fare:
– stiamo parlando del processo creativo che porta ad ideare dei giochi che devono essere prodotti e venduti
oppure
– del piacere intellettuale della creazione artistica di una meccanica di gioco, che poi potrà trasformarsi in un prodotto grazie alla forza dell’entusiasmo e della volontà
?
Perchè nel primo caso (che è l’ottica in cui io mi pongo quando progetto, e non crediate che si tratti di un lavoro ingrato, triste o noioso, c’è grande gioia nel creare qualcosa che possa arrivare ad un pubblico molto ampio e non sia privo di elementi validi di gioco), allora ribadisco che la solidità del funzionamento deve pesare parecchio – al di là della percentuale esatta – per avere qualcosa che funzioni, sia vendibile e non confonda l’utente con i comandi del Motifero o dello Spostogenesi disposti in maniera non convenzionale o comunque insolita per l’utilizzatore.
Nel secondo caso l’importanza dell’essere originali ovviamente è di gran lunga maggiore.
Dipende se nella vita volete progettare auto che devono essere immatricolate il prossimo semestre oppure dedicarvi alla progettazione di prototipi non commerciali, che aprono la strada a quello che le auto saranno in futuro ma che si possono immettere sul mercato più come “curiosità” per appassionati che come veri e propri prodotti.
Diciamo che dipende molto da chi è il vostro “target”, cosa essenziale secondo me e su cui si rischia di riflettere molto poco, presi dall’estasi creativa
tanis70 wrote:Diciamo che dipende molto da chi è il vostro “target”, cosa essenziale secondo me e su cui si rischia di riflettere molto poco, presi dall’estasi creativa
Interessantissimo leggere questo thread tutto d’un fiato, quando era già arrivato alla 4a pagina. Però mi sento vittima di una burla… manca il lieto fine… la rivelazione… qual è il gioco del secolo? :ohmy:
"Ci sono almeno due tipi di giochi. Uno potrebbe essere chiamato finito, l'altro infinito. Un gioco finito si gioca per vincerlo, un gioco infinito per continuare il gioco. (…) Non c'è che un solo gioco infinito."
Interessantissimo leggere questo thread tutto d’un fiato, quando era già arrivato alla 4a pagina. Però mi sento vittima di una burla… manca il lieto fine… la rivelazione… qual è il gioco del secolo?
Azz… e sul forum calo’ il gelo.
Ormai l’hai detto.
Tu non sapevi, vero, che su IDG pronunciare quel gioco e’ un atto sacrilego? E che chi infrange la regola deve pagare duramente pene corporali che saranno inflitte alla prima occasione? :y32b4:
Azz… e sul forum calo’ il gelo.
Ormai l’hai detto.
Tu non sapevi, vero, che su IDG pronunciare quel gioco e’ un atto sacrilego? E che chi infrange la regola deve pagare duramente pene corporali che saranno inflitte alla prima occasione? :y32b4:
Ma no, dai, se parliamo del XX secolo si può anche essere d’accordo, no?
Azz… e sul forum calo’ il gelo.
Ormai l’hai detto.
Tu non sapevi, vero, che su IDG pronunciare quel gioco e’ un atto sacrilego? E che chi infrange la regola deve pagare duramente pene corporali che saranno inflitte alla prima occasione? :y32b4:
R I …
…S ….
…I K…
Anche per quello vale la stessa regola?
Una trasposizione scadente di una licenza in un gioco ha ottime possibilità di uccidere un potenziale nuovo giocatore, di stroncarne sul nascere l’entusiasmo e la volontà di scoprire se ci sono “altri giochi belli come questo” (A. Chiarvesio)
Azz… e sul forum calo’ il gelo.
Ormai l’hai detto.
Tu non sapevi, vero, che su IDG pronunciare quel gioco e’ un atto sacrilego? E che chi infrange la regola deve pagare duramente pene corporali che saranno inflitte alla prima occasione? :y32b4:
La prima occasione sarà una fiera, ovviamente.
In quell’occasione sarò lieto di far parlare con chiunque si faccia avanti la mia fedele spada bastarda
Scherzi a parte: non c’è bisogno.
Ogni volta che pronuncio-scrivo quella parola mi copro di verruche e pustole, è il mio corpo che si punisce da solo :laugh: 😆