Salve a tutti! Avevo deciso di pubblicare questo post sotto il Thread “matematica spicciola”, poi ho notato che era al tempo stato suggerito di “creare nuovi thread”… Quindi, eccoci qui Vogliate perdonarmi
Buonasera a tutti e bentornati a “Matematica spicciola”! (Scusate gli anni di attesa, ero ad allacciarmi le scarpe.)
Dunque, mentre ero preso da altri affari, m'è tornata in mente un'idea che proponevo più indietro, ovvero il “passaggio da un sistema di regole ad un altro”.
Faccio un breve riassunto per chi non avesse voglia di tornare indietro a leggere: “astraggo” un sistema di regole prese da un qualcosa (ambientazione, sport) da cui voglio trarre un gioco da tavolo, ovvero
ambientazione, sport –> Sistema matematico “A”
lo converto in un concetto matematico alla base di una meccanica che voglio implementare, ovvero
Sistema matematico “A” –> Sistema matematico “B”
e, da quest'ultimo, ricavo il regolamento del mio gioco da tavola, cioé
Sistema matematico “B” –> regole del mio gioco da tavolo
Nelle discussioni di (ormai) diversi anni fa, era uscito fuori che questa mia idea non era proprio chiara o comprensibile (e forse nemmeno semplice). Quindi mi è venuto in mente di fare un esempio pratico, passando però per un concetto importante, ovvero:
SEMPLIFICAZIONE.
Dato che dobbiamo fare un gioco da tavola, non c'interessa implementare anche le regole della gravità e dell'entangelment quantistico per meglio rendere la dinamica di un pallone a calcio. Percui, ad ogni passaggio, si aggiunga il passaggio fondamentale:
Sistema “A” –> Sistema semplificato “A1”
Mi accingo a fornire un esempio.
Diciamo che io voglia fare un nuovo gioco sul rugby. Per me è un caso ottimale, dato che non conosco minimamente le regole, avendo visto giusto un paio di partite in tv. Sono quindi la persona più adatta a semplificarne il concetto alla base! Quindi, in ultima analisi, ci sono due gruppi di persone che si corrono incontro sbattendo nel mezzo del campo, spingendosi e prendendosi a capocciate a vicenda, cercando di arrivare dall'altra parte (possibilmente portandosi dietro un pallone) (che, ad ogni modo, non va mai passato in avanti, ma solo di lato).
Stabilisco che per me, questa, è un'ottima approssimazione di quel che voglio rendere: abbiamo quindi ottenuto il passaggio
sport “A” –> Sistema semplificato “A1”
Ora però lo scopo di tutto questo è portarlo ad un contesto a me abbastanza conosciuto, in modo che io possa lavorarci con un minimo di cervello. Scelgo gli scacchi (nda: non sono bravo a scacchi, ma li conosco abbastanza da poter tentare una variante).
t c a d r a c t p p p p p p p p _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ P P P P P P P P T C A D R A C T
Le “P” stanno per i pedoni bianchi, le “p” per i pedoni neri… e gli altri pezzi non m'interessa descriverli, perché per quanto qualsiasi sport a squadre possa essere indicativamente “paragonato” ad una partita a scacchi, io – personalmente – ci vedo poco del giocatore di rugby nel cavallo o nella regina. Per non parlare del re: non esiste un giocatore di rugby che, una volta catturato, porta una squadra alla vittoria. Quindi, anche qui: semplifichiamo.
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Così va molto meglio: i pedoni avanzano l'uno contro l'altro, “spingendosi” a vicenda e potendo catturare solo in diagonale. Dovendo qui ipotizzare un qualche tipo di condizione di vittoria molto semplificata, giusto per fare il punto, si potrebbe dire che vince il primo a mandare un pedone in fondo alla scacchiera (che negli scacchi permetterebbe di promuovere a donna o a cavallo, quindi sarebbe anche in linea con uno dei concetti fondamentali delle regole scacchistiche), o quello che ne manda di più, o il primo che “segna” tot volte (5 pedoni? bho?).
Proviamo ora a vagare con la fantasia. Tanto per dirne una, il campo di rugby è più lungo che largo, quindi una possibile evoluzione sarebbe
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o magari
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Diciamo ora di voler introdurre il concetto di “pallone”. In mancanza di idee, potremmo trarne da altri giochi di qualsiasi tipo. Nei giochi di warhammer e simili, per dire, si usa mettere dei segnalini accanto alle unità per segnalare qualcosa (almeno mi sembra che sia così). Potrebbe esserci quindi il segnalino Pallone, da mettere nella casella di una pedina, e che, in caso di cattura, passerebbe all'unita che ha catturato. Anche qui: scopo del gioco diventerebbe portare il pallone in fondo al campo. Dovendo invece restare nell'ambito degli scacchi, oltre ai normali pedoni-giocatori potrebbe esserci il “pedone in possesso di palla”, per semplicità definibile come “K” (lettera a caso) che – oltre a poter muovere normalmente – potrebbe scambiarsi di posto con una pedina dello stesso colore, indietro o di lato rispetto a lei. In caso di cattura, l'avversario metterebbe la pedina k del proprio colore al posto della pedina catturata. Quindi
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Senza dover introdurre fastidiosi segnalini in giro per la plancia, l'aggiunta di una “pedina speciale”, con la regola appropriata, introdurrebbe lo stesso effetto del pallone e del suo passaggio nel campo.
Poi entrano i piccoli raffinamenti; per esempio, trovare i bug e risolverli. Essendo il gioco di soli pedoni una variante già esistente negli scacchi, potremmo dirci abbastanza tranquilli che non ci siano chissà quali bug. Probabilmente però, ne ho introdotto uno io adesso col discorso del pallone: nessuno vieterebbe ad un giocatore di passare la palla all'infinito. Non so se questo lo avvantaggi, ma potrebbe dare fastidio. Possiamo quindi metterci a fantasticare su mille sottoregole possibili per limitarne l'uso – che so, massimo 3 passaggi di fila? Tot punti energia finiti i quali non si può passare? MA anche qui mi manterrei sul semplice, per non far impazzire i giocatori, quindi direi: “non possono esserci due passaggi di fila”, e basta. Che, tra parentesi, replicherebbe un fatto abbastanza reale nel rugby: quando la palla viene passata, dal momento del suo lancio a quello del suo arrivo la disposizione dei giocatori sul campo, solitamente, cambia, anche se di poco. Imponendo di alternare almeno una mossa normale ad ogni “lancio”, più o meno, ci siamo.
Resta poi il discorso di dare anche una certa similarità tra quello che c'è sulla plancia e quello che stai cercando di rappresentare; qui potremmo cercare di adeguare ogni colore, e le sue regole, con una squadra che esiste davvero nel Rugby. Da questo deriva il Lemma 1.1.
Lemma 1.1 Gli All Blacks perdono sempre l'iniziativa.
Grazie per la tua riflessione matematica Ovviamente ha senso solamente se si tenta di riprodurre un gioco di un “gioco” già esistente, dove per “gioco” intendo sport o discipline competitive, dove c'è già un regolamento e tu vuoi “solo” trasporlo in un boardgame. Se invece vuoi inventare un gioco sui Cammelli Assassini, il discorso cambia perché in questo caso non hai un regolamento da trasporre, ma stai proprio inventando qualcosa da zero.
[cut] Diciamo ora di voler introdurre il concetto di “pallone”. In mancanza di idee, potremmo trarne da altri giochi di qualsiasi tipo. Nei giochi di warhammer e simili, per dire, si usa mettere dei segnalini accanto alle unità per segnalare qualcosa (almeno mi sembra che sia così). Potrebbe esserci quindi il segnalino Pallone, da mettere nella casella di una pedina, e che, in caso di cattura, passerebbe all'unita che ha catturato. [cut] Grazie e alla prossima! (Forse tra quattro anni)
Ciao, ho letto il tuo post interessante e in questa parte mi ha ricordato Diaballik, un gioco da scacchiera che avevo visto su Wikipedia inglese: https://en.wikipedia.org/wiki/Diaballik Penso che sia un buon astratto “sportivo” ma bisognerebbe giocarci…
È un post eccezionale, sezionare un gioco per capirne i meccanismi e magari applicarne delle modifiche per iniziare a creare i primi giochi da tavolo senza divagare troppo. Un intervento che mi ha ispirato molto, bisognerebbe provare a farne altri simili, magari prendendo come esempio giochi anche meno astratti.
In ogni caso il gioco di rugby che hai ideato non è affatto male, si potrebbe renderlo un po' più “speziato” aggiungendo poche regolette e magari qualche effetto che possa differenziare le squadre.
Ovviamente per tenermi sul semplice ho fatto riferimenti a due contesti dove le regole sono abbastanza definite e conosciute. Volendo traslare il discorso ad un contesto “reale”, quale ad esempio i Cammelli Assassini, il concetto di base resta: mi tengo per buone le “regole base” che conosco dei cammelli (possono bere una volta ogni tot giorni, sputano) e cercare di ricondurre la “meccanica” dei cammelli ad un contesto a me noto – se ho casa piena di gatti, posso ipotizzare che “gatti = cammelli”, astrarre alcune regole base dei gatti, e plasmarci sopra i miei cammelli assassini.
Insomma, il procedimento è valido per ogni contesto, anche non regolamentato, per cui mi sento di conoscere profondamente i meccanismi