Finalmente ho (forse) un po’ di tempo per scrivere la mia opinione sui giochi provati:
-KINGSBURG ESPANSIONE (Tanis/LtF): beh… su kingsburg c’è poco da dire che non sia già stato detto. Personalmente penso che i mostri siano troppo facili da battere, col risultato che tutti i giocatori a fine partita avevano avanzato il gettone da 4… giusto perché erano obbligati a giocarne uno tutte le volte! Io se avessi potuto avrei giocato 0 tutte le volte e mi sarei tenuto gli altri come punti vittoria finali. Personalmente lascerei questa possibilità (in pratica, se gioco lo 0 poi lo riprendo in mano), così se uno punta più sui punti durante la partita e meno sulle battaglie, almeno avrà speso qualche gettone/punto in più.
Altra cosa: il sacerdote è fortissimo. L’idea della benedizione è bella, ma andrebbe mitigata… Per es: potrebbe avere un +1 o un +2 al dado bianco (senza eccedere il 6). Boh, comunque il 6 fisso sembra davvero forte.
Per gli altri giochi, appena ho tempo mi esprimo!
Ecco gli altri!
SUSHI BAR (Karl): gioco molto originale. Già solo coi materiali del prototipo secondo me la gente correrebbe a comprarlo, figuriamoci con un’edizione vera e propria.
Le cose che mi hanno lasciato un po’ perplesso sono state:
-non ho mai avuto modo di prendere i puzzilli verdi o neri (wasabi e l’altro non mi ricordo) fino alla fine della partita.
-il sistema di punteggio mi sembra troppo astratto: capisco che sia bilanciato, ma la tabellina piena di colori mi piace poco… Boh… Diciamo che, visti i materiali, il gioco sembra “concreto” (cioè hai proprio l’impressione di prendere dei pezzi di sushi), ma il sistema di scoring mi sembra artificiale. Probabilmente è solo un’impressione mia.
Bello il colore segreto sul retro della tabellina.
RALLIE (autore francese non presente a idea g): Devo dire che il playtest è stato penalizzato da una grafica davvero pessima (non si distinguono bene i diversi tipi di strada!), comunque il gioco non mi convince. Si tratta solo di guardare il percorso, fare i conti velocemente, e sperare di avere in mano le carte giuste da giocare.
IMHO il problema principale è che, come dicevo a Paolo Vallerga, se io sono per natura più veloce di un altro a fare i conti, vincerò il 95% delle volte, e il restante 5% sarà solo perché ho pescato carte particolarmente sfigate!
Ciononostante mi sembra che renda bene la frenesia di una corsa di rally. Però temo che non basti
SHADOWS IN THE FOG (Linx): l’avevo già provato a casa di linx qualche mese fa, quando aveva ancora gli esagononi… Che dire! Il gioco è bello, coinvolge ed è appassionante. E’ lunghissimo, ma il tempo vola via senza accorgersene. Direi che è il gioco che mi è piaciuto di più, anche se non è facile che possa vedere la luce per via della mole di materiale (soprattutto contando che è STRAPIENO di scritte in lingua).
E’ un progetto veramente grosso, che non tutti gli editori si possono permettere di affrontare. Però in bocca al lupo: se esce lo compro di sicuro
Le correzioni che suggerisco: permettere a tutti i componenti del gruppo di fare un’avventura (è bruttissimo che uno debba restare fuori) e introdurre un “mostro finale”, perché l’attuale conclusione lascia l’amaro in bocca: dopo tre ore di gioco sono uscite 3 nere signore di fila e abbiamo perso
Comunque devo dire che è un piacere giocare con LtF a un gioco che gli piace!
OLYMPICARDS (R) (Pa°L°): giochino molto ben pensato, secondo me: per materiali e ambientazione è probabilmente il più pubblicabile che ho visto… Spero che Paolo sia ancora in tempo per trovare un editore, visto che le olimpiadi sono dietro l’angolo. Con una bella grafica e una buona pubblicità può davvero sbancare: è il classico gioco che io mi metterei in macchina e porterei al bar.
Suggerimenti:
– un filo in più di aderenza con le discipline. Per es: nel canottaggio, invece di giocare solo carte pari (o dispari, non ricordo…), si potrebbe alternare una pari e una dispari, per dare l’idea del ritmo di pagaiata.
– magari dare la possibilità di cambiare una propria carta prima dell’inizio della gara?
– tenere scoperte 3 discipline. Il primo di turno così può scegliere quella più adatta alle carte che ha in mano.
AGINCOURT (Walt Castagno): Bello, bello, bello! Mi è proprio piaciuto. Spero che Walt riesca a bilanciarlo alla perfezione. Poi per il resto direi che è a posto. Come unico suggerimento direi che si potrebbero prevedere più tipi di condizione di vittori per gli inglesi: per es: almeno 10 di qualsiasi colore, oppure almeno 5, ma tutti corrispondenti al colore della loro zona (per es: 5 verdi, ma tutti nella zona verde).
Bravo Walt
Spero di non aver dimenticato nessuno!
Post edited by: mariov, at: 2008/01/16 11:59
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
[SHADOWS IN THE FOG (Linx): l’avevo già provato a casa di linx qualche mese fa, quando aveva ancora gli esagononi…
OTTAGONI mariov, ottagoni e quadrati combinati!
Ci caschi sempre
In qualche modo troverò il modo di fare un pò di copie, soprattutto se chi so io accetta di illustrarle. Non dubito che la notizia arrivi alle tue vicine orecchie quando succederà.
Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.
Come mio solito arrivo in ritardo…
ma ci tenevo a spendere 2 righe su IDeaG2008, il mio primo incontro con questo mondo. E’ stato stancante (molti km) ma appagante (molti giochi provati), è stato demoralizzante (più spiegavo il mio proto e meno questo mi piaceva) ma anche incentivante (alcuni dei suggerimenti/commenti ricevuti mi hanno spinto a rimodellare il prototipo…spero in meglio :rolleyes: ) ma soprattutto è stato aggregante (è stato 1 piacere conoscere anche solo “ludicamente” qualcuno di voi e spero che queste persone abbiano condiviso con me tale gioia).
Insomma grazie a tutti per il tempo passato insieme,a Tanis e Luca per avermi fatto provare (anche solo per pochi turni) la loro espansione di KINGSBURG (se sarà gradita come il gioco base credo non vi serva certo che vi auguri buona fortuna), a Piero per le partite a DAKOTA che ho apprezzato alquanto (come già detto e provato la raccolta delle risorse alternata fra i giocatori nella stessa zona mi sembra maggiormente bilanciata, mi da cmq l’idea che gli indiani siano un po’ troppo in vantaggio nella fase iniaziale del gioco e se manca affiatamento tra i visi pallidi la partita sembra molto in salita per loro),a Rifo per avermi rifatto provare per l’ennesima volta MIDA (voglio provare Itzama!!!!!!), a Mapa per TROLLANDIA Card Game ( un gioco molto piacevole ma come discusso mentre giocavamo con l’utilizzo delle carte bonus da rivedere in quanto 1 po’ tutti non ci sembrava sarebbe mancato qualcosa al gioco se non ci fossero state), a Karl per SUSHI BAR ( non l’ho giocato ma ogni volta che passavo vicino mi fermavo volentieri a guardarlo e riguardarlo..bello!!!), a Pa°L° per OLIMPICARDS il giochino è tanto semplice quanto appagante (IdeaGeniale!) e a Linx che ci ha portato nel suo mondo fantasy con SHADOWS IN THE FOG(immenso, ma quanto ho riso con i miei compagni di viaggio!!!), ma soprattutto devo ringraziare i poveri sfortunati che si sono seduti accanto a me a provare il mio prototipo.
Saluti a tutti e aspetto di poter vedere altre foto su questi bei giorni passati insieme,
ciauzzzz
Se può esserti utile, in quella in cui ci siamo Pauchon ed io stiamo provando un mio prototipo che si chiama Cattle Valley.
Mille grazie!
A proposito (a tutti gli autori!): Per favore, non dimenticate presentare le vostre novita’ sulle pagine di Spielepizza in dettaglio, volentieri utilizzando la scheda su http://www.spielepizza.de/hilfe!
Mille grazie in anticipo!
Personalmente ho giocato come al solito poco, ne ho provati 2 di due autori:
– Ultimate Fresbee di Angelo
Un gioco nel tipico stile porazziano che simula lo sport del fresbee, a me fino ad allora sconosciuto. Il gioco dopo qualche spiegazione fila via liscio e sembra di rivedere sul tavolo le situazioni del campo di gioco, che poi ho rivissuto in prima persona nel piazzale dove una coppia che fa 90 anni in due le ha memorabilmente rifilate a tre ragazzotti in un gioco dove si corre incessantemente: grazie Angelo.
Il gioco fila bene dicevo ma il premio dato al dado da 6, che e’ gia’ forte di suo permettendo di muovere ben due giocatori, andrebbe limato o controbilanciato, magari da un analogo potere al tiro da 1 (che per contro e’ sfortunato gia’ di suo). La nostra partita dimostrativa e’ stata vinta meritatamente da Jost, che pero’ faceva un 6 praticamente 2 tiri ogni 3! Anche le pedine potrebbero essere difficilmente distinguibili da giocatori anche solo leggermente presbiti.
– Urban Golf di Angelo
Mi son rifatto al secondo gioco, dominando una partita a 6 giocatori che ho concluso concedendomi il lusso di temporeggiarne la conclusione, dall’alto della mia classe di golfista in punta di dito.
Il gioco consiste nel sistemare una serie di buche deformando le carte con lo scotch a mo’ di porte di cricket. Le pedine sono le palline che si muovono con le “stecche” delle dita. Le possibilita’ date ai giocatori sono molto influenzate dalle carte che consentono di ripetere certi tiri, a mio parere queste ultime alterano un po’ troppo il gioco e sono per lo piu’ inutili da meta’ gara in poi, quando i colori delle buche utilizzate aumentano sempre piu’. L’idea di sparigliare i tentativi concessi durante i turni pero’ e’ buona, tanto varrebbe renderla piu’ utilizzabile magari con carte “jolly” di colore neutro.
Cio’ non toglie che sia molto divertente, si attende sempre con ansia il proprio turno di gioco. Non so quanti giocatori accetterebbero di rovinare le proprie carte, visti gli effetti dello scotch e delle deformazioni sulle medesime. Altro limite: le pedine spesso si stoppano contro i bordi delle carte, sarebbero molto + efficienti quelle con i bordi arrotondati, tipo le pedine-auto di Carabande. Oppure concedere la buca semplicemente toccando il bordo della carta.
Il vero terreno naturale di gioco di Urban Golf secondo me e’ l’ambiente domestico, va giocato per terra tra il sofa’ e le sedie della cucina, magari con gatto a fare da imprevisto.
– Effetto farfalla di Favar
Un gioco di piazzamento interessante ma forse ancora da rifinire. Diverse meccaniche che si sommano per creare un gioco che, come dicevano al mio tavolo, risulta troppo complesso e macchinoso per i giocatori saltuari e troppo incontrollabile per i gamers, scontentando entrambi. Ma alla base ci sono due o tre idee davvero belle ed eleganti che potrebbero essere l’ottima base su cui reimpostare uno o piu’ giochi piu’ semplici. E’ una farfalla che deve volare in modo meno complicato. Il fatto che io abbia vinto contro fior di giocatori dovrebbe far riflettere sui problemi che presenta
– Lungarno di Favar
L’idea di ricreare un gioco di piazzamento tessere lungo le rive del fiume e’ bella, per ora pero’ c’e’ poco piu’ dell’idea e non si vedono ancora soluzioni brillanti in grado di caratterizzare un concept sicuramente attraente a cui manca un sistema di scoring che ne sia all’altezza. Su una base modulare si potrebbero adottare differenti tipi di tessera in modo da permettere alle varie tipologie di tessera di incastrarsi bene una con l’altra. Suggerirei di adottare diversi tipi di punteggio e di bonus ottenibili dalle varie vicinanze-lontananze-maggioranze di tessere e dalle loro combinazioni con i meeples. Sicuramente consigliabile, visto che il riferimento e’ Carcassonne, usare uno scoring progressivo durante la partita e uno finale al suo termine, in modo da mantenere interessati i giocatori fino alla fine della gara.
x Walter: grazie mille dei suggerimenti! Sto già lavorando su Lungarno e credo che stia venendo su qualcosa di molto carino… Staremo a vedere…
Ringrazio (per l’ennesima volta) anche tutti gli altri per le partite a Lungarno e The Butterfly e per tutti i diversi e preziosi suggerimenti (e critiche, ovviamente!!)
>Walter: Ultimate Fresbee di Angelo
Un gioco nel tipico stile porazziano che simula lo sport del fresbee, a me fino ad allora sconosciuto. Il gioco dopo qualche spiegazione fila via liscio e sembra di rivedere sul tavolo le situazioni del campo di gioco, che poi ho rivissuto in prima persona nel piazzale dove una coppia che fa 90 anni in due le ha memorabilmente rifilate a tre ragazzotti in un gioco dove si corre incessantemente: grazie Angelo.
Grazie a te Walter.
Bellissima introduzione: mi è sembrato di rivederti “volare” in meta.
“Intercetto di Porazzi che prende al volo un disco avversario, lo rilancia istantaneamente a Obert…. che si tuffa in meta… eeee… riceve! Ecco Obert con le braccia al cielo, in ginocchio stile Platooon e Porazzi che da dietro lo risolleva a mo’ di orsacchiotti di 184cm, tra il tripudio degli astanti!!!!”
Per una coppia lanciatore-ricevitore “che in due fa 90 anni” come scrivi e’ stata una bella scena:)
Ultimate “live” e’ gia’ stato richiesto in altre Con, credo che lo rivedremo spesso.
Per l’ Ultimate da tavolo son stato molto contento che gia’ a Piossasco sian state prese le prime copie: e’ piaciuto a tutti quelli che lo hanno provato e ancor piu’ apprezzato da chi, come te, lo ha giocato anche correndo, lanciando e ricevendo “dal vivo”.
>Il gioco fila bene dicevo ma il premio dato al dado da 6, che e’ gia’ forte di suo permettendo di muovere ben due giocatori, andrebbe limato o controbilanciato, magari da un analogo potere al tiro da 1 (che per contro e’ sfortunato gia’ di suo). La nostra partita dimostrativa e’ stata vinta meritatamente da Jost, che pero’ faceva un 6 praticamente 2 tiri ogni 3!
Nell’ arco di una meta, non una intera partita.
Nel gioco vero si puo’ giocare a tempo (nei Mondiali a cui partecipai a Leuven 1988 erano due tempi da 15 minuti) o la prima che arriva a 15 mete in un tempo inferiore.
Nel gioco da tavolo consiglio la prima squadra che arriva a 3 mete.
In un arco di tempo piu’ lungo la fortuna si bilancia da sola e secondo me ci sta benissimo l’ 1 che fa “scivolare” un marcatore o il 6 visto come “esplosione di energia” che fa scattare contemporaneamente due ricevitori.
E non e’ obbliagatorio, e’ sempre una SCELTA del giocatore che puo’ utilizzare il 6 normalmente.
Con lo “Stile Porazziano” di cui scrivi sopra, cerco sempre di dare giochi facile da apprendere e con “scelte” date al giocatore da gestire, possibilmente divertenti, non a rendere un “perfetto bilanciamento astratto” ma un realismo e un divertimento il piu’ possibile simile a cio’ che accade nella realta’.
Se i tiri di dado fossero tutti troppo simili ogni marcatore raggiungerebbe il suo ricevitore, praticamente sempre.
E il gioco sarebbe un ammasso di giocatori a centrocampo, non “filerebbe via liscio”
Preferisco giocare e fare giochi lisci, dinamici, e con una forte dose di “immedesimazione” del giocatore nei personaggi. Ecco perche’ il live rende molto anche per far conoscere un gioco o un sport praticamente sconosciuto. E perche’ gia’ a Piossasco avevo portato diversi tipi di pedine che forse non avevi visto, vedi sotto
>Anche le pedine potrebbero essere difficilmente distinguibili da giocatori anche solo leggermente presbiti.
Per le pedine (per ora, a Piossasco avevo queste), Ultimate mette a disposizione a “scelta” di chi prende il gioco:
-Squadra Rossa calzoni bianchi: ispirati alla storica squadra di Milano, gli Ultireds che avevo “fondato” nel 1988 disegnando logo e maglie, che ho scoperto sono ricordati sul sito della Federazione Italiana Flying Disc http://www.fifd.it/modules/smartsection/item.php?itemid=39
lacrimuccia, gli ho spedito i dati le foto di quello storico campionato
-Squadra Blu calzoncini bianchi: ispirati alle altissime squadre nordiche, con ricevitori biondi, che hanno ridicolizzato il resto del mondo a Leuven. I Norvegesi vinsero contro gli Statunitensi, molto spettacolari ma semplicemente in media piu’ bassi:)
Ho delle foto mentre ero lanciatore della Nazionale Italiana marcato da questi alberi umani.
Io e Walter non siamo propriamente piccoli,: confronto a quelle pertiche umane sembro un puffo.
-Squadra bianca calzoncini arancioni: dedicati alla Nazionale Giapponese che era semplicemenet fuori di testa.
Si allenavano mettendo uno dei loro al centro, sdraiato pancia in su e lanciavano il disco rasoterra a sfiorare la faccia del malcapitato… Altro che mai dire banzai… E ridevano come dei matti!
-Squadra verde, calzoni gialli, calzettoni rossi, dreadlocks, pelle scura: dedicata a tutti gli amanti della frequenza rasta giamaicana che sia nell’ Ultimate sia nei Giochi da Tavolo e’ piuttosto amata…
Nel regolamento, ogni atleta-ruolo e’ ingrandito per spiegare ogni posizione raffigurata sulle pedine e i nomi dei vari tiri, cosi’ per insegnare anche qualcosa di “vero” in un gioco da tavolo
>- Urban Golf di Angelo
Mi son rifatto al secondo gioco, dominando una partita a 6 giocatori che ho concluso concedendomi il lusso di temporeggiarne la conclusione, dall’alto della mia classe di golfista in punta di dito.
Ahahaha… Ho la foto di quando hai stampato il tuo tiro finale contro lo stipite dell’ ultima porta, ovviamente non e’ pubblicata sul PhotoReport;) http://warangel.it/08i.htm
> Il gioco consiste nel sistemare una serie di buche deformando le carte con lo scotch a mo’ di porte di cricket. Le pedine sono le palline che si muovono con le “stecche” delle dita. Le possibilita’ date ai giocatori sono molto influenzate dalle carte che consentono di ripetere certi tiri, a mio parere queste ultime alterano un po’ troppo il gioco e sono per lo piu’ inutili da meta’ gara in poi, quando i colori delle buche utilizzate aumentano sempre piu’. L’idea di sparigliare i tentativi concessi durante i turni pero’ e’ buona, tanto varrebbe renderla piu’ utilizzabile magari con carte “jolly” di colore neutro.
Il Jolly sara’ in colore neutro, li’ era giallo come il succo di frutta del primo probabile sponsor…
> molto divertente, si attende sempre con ansia il proprio turno di gioco.
Il famoso “Stile Porazziano”
> Non so quanti giocatori accetterebbero di rovinare le proprie carte, visti gli effetti dello scotch e delle deformazioni sulle medesime.
Urban Golf e’ nato con le carte piane, ovvero a sparpagliare sul stavolo le basi di partenza e le “buche” di arrivo con vari ostacoli (tipo oggetti vari come suggerisci tu alla fine).
L’ idea di curvare alcune porte a mo’ di tunnel e’ venuta insieme al Berzoni che ha commissionato l’ Urban Golf e serve per “spettacolarizzare il gioco”: in una Convention le carte curvate sono ovviamente dei dimostratori: io stesso le ho riutilizzate molte volte, curvandole, senza mai piegarle.
Rende la scena “tridimensionale”, anche qui una scelta data al giocatore che puo’ giocare con le carte piane o curvate. Personalmente proteggo nei deckshield ogni carta e con tale accorgimento (che vedo usato per ogni gioco di carte) anche il problema scotch e’ risolto:)
>Le pedine svare alcune porte spesso si stoppano contro i bordi delle carte, sarebbero molto + efficienti quelle con i bordi arrotondati, tipo le pedine-auto di Carabande. Oppure concedere la buca semplicemente toccando il bordo della carta.
Come e’ nato il gioco:) Ovvero: l’ Urban Golf simula il Golf in Citta’ con marciapiedi che non sempre hanno il “passo carraio” a facilitarti la salita. Con lo scoch puoi fare il passo carraio e concordare che devi “salire” sulla carta, o semplicemente concordare che basta toccare la carta.
La difficolta’ delle buche la gestisce il giocatore, in base al gruppo di gioco che ha in quel momento.
Secondo me anche questo rispecchia lo “stile porazziano” di cui scrivi.
Cerco di dare delle idee creative per customizzare il proprio gioco: facilissimo e supersemplice se sei con bimbi; piu’ complesso, tridimensionale, difficile, SE VUOI, se sei con giocatori esperti.
Il gioco resta quello ma dai delle idee per personalizzarlo.
>Il vero terreno naturale di gioco di Urban Golf secondo me e’ l’ambiente domestico, va giocato per terra tra il sofa’ e le sedie della cucina, magari con gatto a fare da imprevisto.
Infatti il Gatto e’ raffigurato in una delle Carte:)
Mi e’ piaciuto molto giocare con te, Jost e altri amici intorno al tavolone di Piossasco, mi sembrava di esser al bar a giocare a biliardo, con i boati ai tiri sbagliati e i cori di esultanza per le “magie” nei tiri più rocamboleschi…
Grazie a te Walter e a tutte le persone che son state bene con me anche a Piossasco 08.
Angelo
Post edited by: warangelo, at: 2008/01/21 17:30
Angelo Porazzi Games www.warangel.it
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