Inventori o Autori o Creatori ?

[Javest]

In chat si parlava un’ora fa dell’opportunità e correttezza linguistica di definirci “Inventori” di giochi. Qualcuno suggeriva che il termine “Autori” è più appropriato.

Dico la mia.

Inventore è chi progetta e da origine ad un oggetto la cui classe essenziale non è mai stata vista prima e soddisfa uno o più bisogni in modo originale.

La prima volta si inventa qualcosa poi si può solo costruirne o fabbricarne un’ istanza:
Edison ha inventato “LA” lampadina, ma dopo di lui si può solo fabbricare “UNA” lampadina, almeno che uno non inventi una variante della lampadina che si differenza in modo sostanziale dal concetto di lampadina; ho inventato una lampadina “eolica”. Ma a quel punto sarà possibile rinominarla “ho inventato La Eolampadina”. L’ invenzione può essere tale anche senza una sua concreta realizzazione, è più vicina al progettare. Ho inventato (o meglio ho ideato) un gioco, ma non lo ho ancora realizzato.

Il frutto di un gesto artigianale o artistico è frutto del creare.
Il creare implica anche una realizzazione materiale.

Ho creato un tavolo (ma è meglio dire ho “costruito” un tavolo), ma si può dire che Michelangelo ha ideato e scolpito “la pietà”, non ha inventato la scultura intitolata “la Pietà”, nè ha creato “la pietà”, però si può dire che ha creato UN’ Opera scultorea ( cioè un’istanza dell’oggetto della classe “opera scultorea” ) intitolata “la pietà”.

Quindi sarebbe più corretto parlare di IDEATORI di giochi e non di “inventori” (perchè la classe “gioco” esiste già) nè di creatori, perchè il gioco non si genera dal nulla. Oppure anche “AUTORI di giochi” va bene se pensiamo più all’opera compiuta, assimilabile ad un’ opera letteraria con tanto di editore, edizione, titolo, introduzione.

Per chiarire ulteriormente, Gigax ha inventato IL Gioco di ruolo “ideando” D&D, perchè è stato il primo storicamente a farlo; Tutti gli altri hanno ideato e realizzato UN gioco di ruolo.

Che ne dite? Non sono nè un filosofo nè un linguista. Chi lo è mi a iuti o corregga, per favore. Ho usato solo un po’ di logica.

Ciao e grazie

Post edited by: javest, at: 2005/07/04 14:21

[mesaverde]

senza innoltrarci nei meandri della etimologia o della semantica credo che un piccolo commento si possa fare
In effetti come scrivi l’inventare é anche per me “fare”o “creare” qualcosa che prima non esisteva in assoluto. Poi vi è tutto il mondo dell’applicazione e quindi lo sfruttamento di una nuova invenzione per creare altre cose o forse per “inventare” nuovi oggetti o teorie e o altro.
Diventa veramente difficile separare le cose !!

Nel campo dei giochi e in particolare nei giochi da tavolo credo che il termine più appropiato sia creatore di giochi ( autore mi sembra da un lato molto ” romantico ” e ” artistico ” da un altro forse un po’ riduttivo la dove i giochi hanno una forte componente di design vedi cubo di rubrik o di ambientazione ).

“inventori di giochi” ha però un suo fascino, perchè nei giochi rimane sempre una componente di fantasia e di ” magia”che affascina chi poi si accosta ai giochi che in qualche modo immagina chi inventa giochi come un’alchimista al tavolo mentre pensa alla sua prossima creatura circondato da pedine grandi e piccole ,da carte, da tavolieri da dadi , tutti pronti per una nuova avventura .

luca/mesa

Luca/mesa

[Karl]

Ecco la mia.

“Inventori”, anche se molto affascinante, non lo trovo adatto. Si può essere Inventori di una meccanica specifica di un gioco ma riferendosi ad un complesso di diverse meccaniche e ambientazioni già sicuramente esistenti sarebbe in questo caso più opportuno l’utilizzo del termine “assemblatore”.
“Autore”, connota maggiormente la proprietà del gioco, inoltre, conferisce eleganza.
“Creatore”, invece, anche se preferisco “Autore”, lo ritengo il più adatto, perchè in effetti non si fa altro che creare delle meccaniche e delle relazioni fra di esse.
“Ideatore”, a mio parere è il termine meno adatto; un ideatore potrebbe esser un -creativo- che ha in questo caso ideato, ma non realizzato un determinato gioco. Questo termine ha qualcosa di astratto e intangibile, anche se affascinante.

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