Ciao a tutti, le case editrici danno l'idea di essere disponibili a valutare i giochi etc..etc… poi non se ne fa mai nulla; è un dato di fatto. Sono presenti in giro alcuni giochi sia attuali che del passato che non hanno niente di più dei giochi creati da noi. Le case editrici anche piccole, nei loro siti pubblicizzano la loro disponibilità a visionare nuove idee, poi chi si è visto si è visto. Altri sconsigliano l'autoproduzione per innumerevoli motivi, ma la soddisfazione più grande è quella di vedere un giorno in commercio un gioco autoprodotto scartato con sufficienza da lor signori (parlo soprattutto delle piccole case editrici). Un inventore potrebbe anche contribuire economicamente alla produzione del gioco (una minima parte) per venire incontro alla casa editrice; inseme le cose si semplificano sotto ogni punto di vista.
Mipe, scusami per quello che dico. Hai postato ad oggi tre cose in tutto nel forum, e tutt ee tre danno la sensazione che tu non abbia il minimo interesse nei confronti di quello che viene detto in realtà nel forum stesso.
Non so se vuoi essere semplicemente provocatorio. In caso contrario, sei semplicemente molto superficiale negli interventi. Capisco la delusione di fronte ai tempi di attesa, dei silenzi o dei rifiuti dei propri giochi da parte degli editori, ma dovresti portare rispetto anche verso la loro professione. Sarebbe interessante se tu cominciassi a parlare delle tue idee, così da farsi un'idea assieme di cosa possono avere i tuoi giochi di valido oppure che cosa che potrebbe non andare.
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Ciao a tutti, le case editrici danno l'idea di essere disponibili a valutare i giochi etc..etc… poi non se ne fa mai nulla; è un dato di fatto.
Un dato di fatto? Un dato di fatto basato su quali dati (o quali fatti)? Personalmente, gli editori mi hanno sempre risposto, anche quando i giochi che ho proposto erano evidentemente acerbi. Magari una contrattazione può essere lunga, sicuramente l'autore deve prepararsi a lavorare ancora sul suo gioco e a cambiare qualcosa. Affrontando il rapporto con l'editore con la dovuta umiltà (fin da subito, come già è stato detto e ridetto), non c'è proprio nessun motivo per cui una casa editrice dovrebbe trattare un autore a pesci in faccia.
Le case editrici anche piccole, nei loro siti pubblicizzano la loro disponibilità a visionare nuove idee, poi chi si è visto si è visto.
E' successo anche a me di ricevere risposte negative. Sai qual'era il problema? Che il gioco era carino, ma niente di più. Un gioco su cui l'editore non si è sentito di investire i suoi soldi e la sua faccia.
Un inventore potrebbe anche contribuire economicamente alla produzione del gioco (una minima parte) per venire incontro alla casa editrice; inseme le cose si semplificano sotto ogni punto di vista.
Difficilmente alla casa editrice mancheranno i soldi per produrre il tuo gioco, altrimenti sarebbe già sull'orlo della bancarotta. Se un editore non vuole un gioco è perchè, semplicemente, non gli piace. E' davvero raro che sia un problema di soldi. Inoltre, se l'autore – mettendo i soldi – vuole anche l'ultima parola su tutto, stai sicuro che nessun editore accetterà un compromesso del genere (è successo, e i commenti degli interessati sono sempre stati poco allegri).
Scusa il tono, non voglio essere duro o offensivo, ma davvero questo mi sembra un travaso di bile situazionale che, estrapolato dal contesto (che non ci è dato di conoscere), ha davvero pochi riscontri nella realtà e getta discredito senza motivo su gente che lavora.
Edit: crosspost con Paolo, come sempre più diplomatico di me…
…Hai postato ad oggi tre cose in tutto nel forum, e tutt ee tre danno la sensazione che tu non abbia il minimo interesse nei confronti di quello che viene detto in realtà nel forum stesso.
Pero' hanno provocato un sacco di discussioni. Piuttosto stupisce l'assenza di un contraddittorio, molto di moda oggi. Sul rapporto autori/editori/AP poi qui non ci sono prese di posizione ma solo opinioni a confronto, basate sull'esperienza diretta. Personalmente in media penso di aver ricevuto piu' attenzione da editori italiani che dagli stranieri, per quanto riguarda le risposte, ma probabilmente cio' e' dovuto ad una maggiore facilita' di comunicazione. In ogni caso occorre sempre tenere presente che siamo noi a chiedere e loro a rispondere, e che la percentuale proto/edito e' di circa 1/200 per i tedeschi e 1/50 per gli italiani, quindi un rifiuto e' statisticamente molto molto probabile.
Mi spiace leggere un post dai toni così accesi, e penso che non sia per nulla giusto porsi in questi termini. Gli editori SONO davvero disponibili a valutare un gioco, ma “valutare” non significa che per forza debba “piacere”. Inoltre non c'è alcun “dato di fatto” che dica che non se ne fa nulla… Altrimenti non uscirebbero i giochi!
Quando mi hai scritto ti ho risposto subito chiedendo maggiori informazioni. Ammetto di non aver più risposto, quando sono arrivate, ma sarebbe bastata una seconda mail per ricordarmelo… Anche gli editori sono esseri umani, in fondo, e quando ti arrivano TANTISSIMI regolamenti, può darsi che qualcosa sfugga di mente, soprattutto nei periodi dell'anno a ridosso delle fiere di Essen o Norimberga. Questo vale sia per i grandi che per i piccoli… Spero che non passi l'idea che se un editore è piccolo è più facile farsi pubblicare: anzi, è forse ancora più prudente, perché per chi pubblica 10 giochi all'anno, far uscire un flop può essere un danno sopportabile. Per chi ne pubblica 1 o 2 no.
E riguardo alla partecipazione dell'autore, ti hanno già risposto: qualsiasi editore ha i soldi per pubblicare qualsiasi gioco (semplificazione, ma vabbè)… Difficilmente è la mancanza di fondi a provocare un rifiuto.
Detto questo… Se un gioco davvero interessa a un editore, stai tranquillo che ti risponde.
Se nessun editore ha accettato il tuo gioco, forse la soluzione è rivederlo e pensare ai difetti che può avere, invece di prorompere in uno sfogo che mi sembra parecchio infantile.
Ciao, Mario
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
Dissento assolutamente dal tuo discorso, per un fatto di semplice logica.
le case editrici fanno finta di essere disponibili.
Fare finta di essere disponibili a qualche scopo? Ricevere 1000 regolamenti per poi non leggerli? Se gli editori dimostrano la loro disponibilità è tutt'altro che volontariato… stanno lavorando, cercano giochi validi, se li ritengono validi è loro interesse contattare l'autore, se dopo una prima lettura non li ritengono validi magari il gioco passa in secondo piano.
Più che altro bisogna dire che alcuni editoriagenti sono lenti… anche solo nel rispondere: sì mandaci il regolamento, no non mandarcelo. Ma del resto …. nel mondo dell'editoria è così… siano giochi, musica o letteratra. Pazienza e sangue freddo ci vuole.
In UNO Extreme! compare uno smazzatore automatico a pile che sostituisce il mazzo pesca. All'atto di pescare quindi il giocatore attiva lo smazzatore, il quale può rilasciare un numero casuale di carte che va da 0 a 8.
In ogni caso occorre sempre tenere presente che siamo noi a chiedere e loro a rispondere, e che la percentuale proto/edito e' di circa 1/200 per i tedeschi e 1/50 per gli italiani, quindi un rifiuto e' statisticamente molto molto probabile.
Questo nessuno lo mette in dubbio, le cose che mi premeva sottolineare sono che: • la diretta causa dei “rifiuti” non è il menefreghismo, l'arroganza o la pura cattiveria: semplicemente arrivano molti giochi, c'è una dura selezione, e magari alcuni giochi che vengono mandati sono ancora acerbi (se fossero capolavori dubito che l'editore se li farebbe scappare). • i tempi di attesa ci sono, ed è innegabile, ma bisogna considerare che l'editore non fa solo quello: spesso deve seguire stampe, cataloghi, playtest, ordini, contrordini e magari avere anche una vita privata • non considero “sbagliato” autoprodurre – soprattutto quando il prodotto che esce è di qualità. Ci sono stati diversi casi proprio nell'ultimo anno in cui gli autori erano i principali attori del proprio progetto editoriale e in cui i giochi arrivati sul mercato sono stati veri e propri successi… ma si tratta sempre di realtà piuttosto solide, solitamente piccole società, di persone che hanno tentato la via imprenditoriale cercando di fare del gioco il loro lavoro. Spesso, invece, noto che molti di quelli che tirano in ballo la “soluzione fatta in casa” sembrano mossi principalmente dalla fretta di vedere il loro gioco finito. Fretta comprensibilissima ma che si basa su un presupposto errato: l'autoproduzione non è una scorciatoia, ma una strada ancor più tortuosa (sebbene possa essere ancor più soddisfacente, come ha detto Friese a Play)… insomma: se si vuole vendere il proprio gioco come prodotto editoriale, bisogna che sia in linea col mercato, e con il “fai da te” è davvero difficile (sempre se l'obiettivo è vedere il proprio gioco sugli scaffali dei negozi!)
Una seconda mail cortese è più che legittima, se non si è avuta alcuna risposta. Anche perché a volte credo che possa davvero sfuggire la prima: ognuno lavorerà a suo modo, ma io personalmente, nei periodi più tosti, archivio tutti i regolamenti e poi li guardo quando ho tempo e soprattutto lo stato mentale adatto Così facendo può succedere che qualcosa cada nel dimenticatoio.
Però diciamo la verità… Nel mio caso una letturina veloce cerco di darla anche subito, e se dopo averla fatta lo archivio con gli altri, vuol dire che non mi ha colpito particolarmente.
Poi ognuno lavora a modo suo, è ovvio…
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
Più che altro bisogna dire che alcuni editoriagenti sono lenti… anche solo nel rispondere: sì mandaci il regolamento, no non mandarcelo. Ma del resto …. nel mondo dell'editoria è così… siano giochi, musica o letteratra. Pazienza e sangue freddo ci vuole.
esistono delle eccezioni… ho appena inviato il regolamento di Tessitori del Fato ad un editore e mi ha risposto dopo mezz'ora : – D, dicendomi che aspetta la prossima versione del gioco … : … )
In UNO Extreme! compare uno smazzatore automatico a pile che sostituisce il mazzo pesca. All'atto di pescare quindi il giocatore attiva lo smazzatore, il quale può rilasciare un numero casuale di carte che va da 0 a 8.
esistono delle eccezioni… ho appena inviato il regolamento di Tessitori del Fato ad un editore e mi ha risposto dopo mezz'ora : – D, dicendomi che aspetta la prossima versione del gioco … : … )
Ammazza, e che è?! (E soprattutto chi è?) Ma l'ha letto almeno? ^__^;;
Cérto
Autore
Post
Stai visualizzando 15 post - dal 1 a 15 (di 37 totali)