La voglia di andare a Norimberga c’era tutta, ma era maturata nelle ultime settimane. Il “brivido”, permettetemi il termine, di sedersi nelle salette riservate e mostrare ai responsabili delle case i propri progetti mi mancava da molto tempo, e le motivazioni per farlo non mancavano, anzi si erano rafforzate nelle ultime settimane. L’ultima, massacrante speranza (partenza giovedi sera da Milano, viaggio in treno di notte, arrivo alle 9 a norimberga e ritorno nella notte di venerdi) era appena sfumata causa sciopero, quando la risposta ad una email scritta quasi per caso mi comunica un posto auto e due notti in pensione Greding, 60 Km dalla fiera, con gli amici del Centro Gioco Educativo di Torino, una pietra miliare della distribuzione ludica in Italia. Il ritorno alle 14,30 da Norimberga, dopo la mattina ancora in fiera e poi un po’ di shopping per il centro.
Ma per farla breve veniamo alla Fiera. Domenica mattina. A differenza di Essen e Lucca, quel che colpisce e’ l’estrema vivibilita’ dello spazio. Merito della superficie e dell’eccezionale organizzazione, perche’ i visitatori sono davvero tanti.
Andare in fiera col carrellino pieno di prototipi e la mappa degli stands e’ un’avventura, soprattutto senza prenotare un appuntamento con i redattori, ma generalmente dieci minuti da dedicare te li trovano sempre, oppure si fissa un appuntamento; questa disponibilita’ e’ a parer mio una delle cose piu’ qualificanti dei produttori stranieri, confrontata alle tante porte chiuse che ci trovavamo davanti una quindicina di anni fa in Italia. In fondo sono dieci minuti a vedere se c’e’ un’idea che possa interessare: se non va bene pazienza, cosa ho perso? Per fortuna anche da noi oggi questa disponibilita’ non manca.
Il fatto di raggruppare i produttori a seconda della loro tipologia produttiva facilita enormemente le cose, facendo letteralmente risparmiare kilometri ai visitatori per recarsi da un padiglione all’altro (basta dare un’occhiata alla piantina della fiera per vedere le proporzioni) http://www.spielwarenmesse.de/index.php?id=6&L=1
e facilitando i contatti. Tra le cose belle viste in fiera: il microstand diviso tra Venice Connection e Nexus: piccolo di dimensioni, ma ambizioso negli obiettivi: si potevano vedere le scatola del giocone Marvel e il nuovo Carcassonne rielaborato da Leo Colovini, sicuramente due hit per Essen 2005, dove si parlera’ sempre piu’ italiano. Irraggiungibile per il mio senso dell’orientamento Paolo Vallerga di Scribabs, incontrato assieme a Giacomo Sottocasa e l’onnipresente Andrea Angiolino per i corridoi della fiera; Andrea se ho capito bene e’ riuscito a visitare una quarantina di produttori (credo sia un record).
Qualche chiacchiera, indiscrezione, suggerimento tra di noi alla sala stampa riservata, il tempo di iscrivermi in un lampo alla SAZ, l’ass. degli autori di giochi tedeschi, e via di nuovo per gli stands. Clementoni presentava, oltre a delle splendide standiste, la novita’ di Saragosa, Le miniere di Re Salomone (gia’ Moria, premio Archimede) e un gioco per bambini inventato da Leo Colovini assieme ad uno dei figli, che firma anche la scatola (un bel modo per non dividere le royalties!)
Grandi stands della Ravensburger (esce un nuovo gioco sul meccanismo computerizzato di King Arthur, chiamato l’Isola) , Kormos (che sponsorizzera’ il Friburgo nella Bundesliga col marchio dei Coloni e produrra’ una versione 3D del gioco con gli esagoni in plastica colorata) , Selecta e Haba (bellissimo come sempre, le dimostrattrici fanno provare i giochi ai visitatori).
Alla daVinci faceva bella mostra di se’ Frederikus di Eligio Cazzato, mentre sfogliando il nuovo catalogo dV si leggono: “Palatinus” di Alex Zucchini e “Beetlez” di nuovo di Eligio, piu’ la terza espansione di “Bang!”. Un altroa buona annata. Il bello stand Kidult riproponeva le novita’ di Essen.
Dimentico qualcosa? Sicuramente si, se qualcuno avesse curiosita’ chieda pure, ciao WO