Sto ora apportando l’ennesima modifica e pesante sviluppo al mio gioco che meno probabilità ha di essere mai accolto da un editore ma che io amo e mi viene da chiedermi:
“Perchè lo sto facendo? Perchè sto tramutando in simboli tutto questo testo italiano? E’ un lavoro immane e ai miei amici andava benissimo com’era prima! Perchè sto cercando di rendere QUESTO gioco appetibile per un editore europeo quando sarebbe decisamente più facile affinare e proporre uno degli altri: più semplici, più veloci, con meno componenti?”
La domanda che faccio a tutti voi è questa:
perchè create un gioco?
Lo fate per far soldi?
Non credo proprio perchè si sa che gli autori di giochi lo fanno tutti “a tempo perso” non essendoci grosse cifre da guadagnarci.
Lo fate per voi stessi?
E allora perchè state a disperarvi per cercare un gioco “appetibile per il mercato”? Magari sono una voce fuori dal coro e a voi PIACCIONO gli stessi giochi leggeri con i soliti stili e tematiche che il mercato europeo cerca.
Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.
Senza esagerare, ma penso che il motivo sia lo stesso per cui si fa arte – dalla pittura alla letteratura alla musica…
Io non credo a chi dice che “l’arte si fa per se stessi”. Io sono convinto che l’arte sia un tentativo, da parte dell’artista, di comunicare qualcosa.
A volte in modo difficile e complicato, o comunque non immediato (come nella pittura astratta), a volte in maniera più “pop”, ma l’arte è un’espressione dell’artista che dal suo interno va all’esterno e, perciò, necessita di un pubblico.
Quindi, perché, pur facendo un gioco che sai benissimo giocherai solo con i tuoi amici, stai cercando di renderlo “universale”?
Perché la creatività – sia pittura, sia game design, sia architettura – è questo: desiderio di comunicare.
Quindi vuol dire che, come nel resto della vita, se io voglio parlare che so, del senso della vita, mi ritrovo solo perchè per parlare con tanta gente devo per forza parlare di calcio?
Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.
Giusto per la soddisfazione di farcela.
Per la soddisfazione di vedere il mio nome su una scatola in un negozio.
Perchè mi piace solleticarmi la mente (mentre mi rompe assai stampare e ritagliare carte…)
Perchè è un ottimo modo per avere sempre la testa impegnata in qualcosa di interessante.
Mi mangio le mani per non aver trovato il tempo, in questi giorni di febbrili preparativi piossaschesi, per dire la mia.
Mi rimangio le mani perché non ho tempo neppure adesso, visto che sono al lavoro…
…volevo solo testimoniare a Linx che ho moltissime risposte da dare al suo thread, o forse pochissime –quasi nessuna.
Ma siccome mi porto dentro un’ossessione che riesce a segregarmi in casa per giorni, a curvarmi la schiena su una squadra ed un trincetto finché mi fanno male i muscoli, a farmi svegliare la mattina con l’entusiasmo febbricitante dell’innamorato… mi riprometto di tornare sull’argomento appena possibile: sono decisamente troppo logorroico per sintetizzare le riflessioni che investono quest’appassionante sfera della mia esistenza…
…a bientot,
=C:S=
Post edited by: crisi, at: 2007/01/11 09:49
"Ci sono almeno due tipi di giochi. Uno potrebbe essere chiamato finito, l'altro infinito. Un gioco finito si gioca per vincerlo, un gioco infinito per continuare il gioco. (…) Non c'è che un solo gioco infinito."
Come promesso, eccomi a riesumare questo interessante thread con alcune riflessioni che ho maturate prima, durante e dopo l’incontro a Piossasco.
Innanzitutto, invento perché non posso farne a meno.
Non si tratta propriamente di una scelta; potrei parlare di “vocazione”, certo che qualcuno storcerà il naso, ma il fatto è che non riesco a far tacere il filo dei pensieri e l’insorgere delle passioni.
Qui arriviamo al secondo punto: la passione.
Non ho ricevuto un’educazione tecnica, e la mia nozione della matematica è composta per metà di logica e per l’altra metà di osservazioni empiriche. Mi piacciono molto i giochi astratti e di piazzamento, ma come inventore non mi sento molto versato in questo campo.
La cosa che amo fare -quando disegno o scrivo- è raccontare una storia, che magari emozioni ed appassioni. Partendo da questa prospettiva, il mio approccio al gioco da tavola condivide gli stessi scopi. In più, la (nobile) forma espressiva del gioco costringe ad organizzare, sistematizzare ed integrare fra loro quelle idee e quelle atmosfere che galleggiano nelle pagine dei miei blocchi di appunti.
Il gioco è una creazione ordinata e sinfonica.
Nello studiare un gioco, sono posseduto dalle stesse emozioni che mi dominano mentre ho in mano i pennelli.
Non cederò alla tentazione d’impelagarmi nell’insidioso oceano delle dissertazioni sul senso dell’arte: ma vedere i giocatori di un mio prototipo che si appassionano, mentre scivolano sempre più addentro all’atmosfera che ho loro proposto attraverso il gioco, costituisce per me il senso di mesi di fatiche, tentativi e fallimenti.
Il mio scopo?
Umilmente, emozionare.
L’eventuale pubblicazione sarebbe un piacevole incidente lungo la strada che ho già intrapreso…
"Ci sono almeno due tipi di giochi. Uno potrebbe essere chiamato finito, l'altro infinito. Un gioco finito si gioca per vincerlo, un gioco infinito per continuare il gioco. (…) Non c'è che un solo gioco infinito."
Perchè invento? A parte soddisfare immensamente il mio ego raggiungengo vette impensabili di fama e successo tali da far impallidire qualsiasi personaggio famoso della storia? :laugh:
Mah. Invento perchè è immensamente divertente, perchè è incredibile vedere un universo dinamico costruirsi sotto le tue mani, un ecosistema che (qualche volta) funziona ed ad un certo punto vive e si modifica indipendentemente dal tuo intervento. E’ come creare piccoli mondi con le proprie regole e con i propri scopi. Per me è un piacere più legato alla logica ed alla matematica, scoprire nuove strutture, nuove idee, vederle “funzionare”. Mi piace anche costruire storie dinamiche (e quindi lavorare sull’ambientazione), ma quest’ambito, per le mie inclinazioni, passa in secondo piano rispetto al piacere del meccanismo.
Perchè si cerca di fare giochi che incontrino i gusti del “pubblico”?
Per quanto mi riguarda per un semplice motivo: un gioco non ha senso, a mio avviso, se non è giocato, vissuto, discusso. Un gioco che a me piace tantissimo ma che nessun altro vuole giocare è un gioco a metà. Posso creare un gioco per bambini, o un gioco leggero, che a me, se fosse creato da un’altro può non appassionare, e godere del piacere nel vedere gli altri giocarci e divertirsi.
Perchè, aggiungo questo e chiudo, giocare ai miei giochi, almeno fino ad adesso, non dà un grande piacere. Sono incapace di valutarli dal punti di vista del “divertimento”.
Sono troppo impegnato a controllare se “funzionano” le meccaniche, se gli altri si divertono, se tutto va bene per godermelo.
Credo che sia condannato a vivere i miei giochi negli occhi, nelle risate, nei commenti e nelle strategie degli altri.
(E comunque a me piacciono molti giochi leggeri pubblicati in Germania, mentre raramente mi piace il gioco “veramente pesante”, con durata superiore alle 2 ore)
Il mio scopo?
Umilmente, emozionare.
L’eventuale pubblicazione sarebbe un piacevole incidente lungo la strada che ho già intrapreso…
Cominciavo a pensare di aver buttato un sasso in uno stagno con poca acqua… non era possibile che solo Sololuca avesse qualcosa da dire!
Mi ritrovo abbastanza nel modo di pensare di Crisi lì espresso.
Aggiungo che, forse, il mio tentativo di cercare una pubblicazione dipende dalla SCATOLA finita in se stessa.
Finchè propongo un pò di materiale autoprodotto agli amici rischio che questo venga visto con lo sguardo sbieco di chi cerca di rubare il loro tempo già richiesto da decine di capolavori che attendono di essere giocati.
Una MIA scatola vuol dire che il mio gioco è già stato accettato ad un certo standard e degno di essere giocato almeno come tutti quelli sul mercato. Così i miei giocatori cercheranno veramente la strategia di gioco migliore invece che far vagare lo sguardo cercando difetti nel mio impianto di gioco, perdendosi così il vero senso del tutto :dry:
Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.
Un pò per tutte le ragioni già espresse dagli altri.
Perchè dopo aver giocato centinaia di giochi scritti e pensati da altri ti viene voglia di creare qualcosa che sia “esattamente il gioco che piace a me”.
Di 100 idee più o meno strampalate meno di una decina diventano prototipi, un paio superano il severo giudizio degli amici più stretti e (giocatori appassionati e ipercritici).
A quel punto, alcuni rimangono e rimarranno inediti (perchè so da solo che non hanno mercato o perchè comunque sono inferiori a cose di altri già pubblicate o perchè richiederebbero materiali antieconomici), se qualcosa trova la strada della pubblicazione è una bella soddisfazione, certo, ma non invento esclusivamente con quell’obiettivo in testa.
Se è davvero meritevole di essere pubblicato (e non richiede pedine in oro massiccio dipinto a mano), prima o poi un editore un gioco lo trova, senza bisogno di sprecare tempo e denaro miei e spazio sugli scaffali dei negozi autopubblicandolo solo per la soddisfazione di vedere il mio nome su una scatola.
Quando invece “invento” su commissione, allora quello che piace a me non ha più importanza, ma lavoro come un artigiano che deve realizzare un comodino per il cliente. Deve funzionare bene e deve essere quello che il cliente chiede, il fatto che magari io in camera mia non lo metterei mai non importa e non deve importare.
Resta il fatto che tutte le motivazioni x “inventare” sono buone e valide, forse ognuno di noi ha le sue ed è giusto così
Ocio che i giochi dovremmo farli non solo per persone come noi (altrimenti il mercato sarebbe davvero piccolo) ma anche per le “persone normali”, la stragrande maggioranmza delle persone che giocano per DIVERTIRSI.
Riporto qui un intervento di Angelo per rispondergli sul thread giusto.
Probabilmente la risposta sarà già scritta sui miei post la sopra ma la ripeto.
Penso che la creazione per essere “divertente” deve prima di tutto divertire noi. Per me è impensabile mettermi a creare un gioco che non ho voglia di giocare solo perchè piace agli altri. Normalmente creo perchè sul mercato manca quello che vorrei e mi tocca farmelo, con piacere, da solo. Il fatto che manchi sul mercato però può anche essere un’indicazione che il mio sarà un prodotto non adatto al mercato.
Ho idea che quando i miei figli cresceranno mi troverò a disegnare giochi adatti a confrontarmi con loro. Per ora se faccio qualcosa di leggero è un vero e proprio caso (tipo “The True”)
Post edited by: Linx, at: 2007/02/20 18:39
Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.
>Linx: Riporto qui un intervento di Angelo per rispondergli sul thread giusto.
Chiedo scusa ma non sono d’ accordo.
Io ho detto la mia su una discussione che in quel momento avevo il tempo di leggere.
Quotarmi o rispondermi su un’ altra a me non piace perche’ mi costringi a rileggermela tutta, cosa che non faccio per mancanza di tempo, con il rischio di dire cose gia’ dette e ripetere i concetti che ho scritto di la’. Le discussioni, se posso dire la mia, (seguo IHG da anni e ne ho scritto sulla rivista Tangram, seguo la Tana e IDG da che sono nate, supportandole sempre) fatele proseguire dove e come nascono in modo da evitare superficialita’ e i soliti bei mischioni.
Chi e’ interessato a una discussione la legge dall’ inizio e la segue dall’ inizio.
Non mi riferisco solo a questa ma a ultime incrociate da IHG alla Tana a IDG che qua sono state bloccate da Paolo e sulla Tana sono state chiuse dagli amministratori.
>Probabilmente la risposta sarà già scritta sui miei post la sopra ma la ripeto.
Appunto, eviteremmo anche le solite ripetizioni.
>Penso che la creazione per essere “divertente” deve prima di tutto divertire noi. Per me è impensabile mettermi a creare un gioco che non ho voglia di giocare solo perchè piace agli altri.
DIVERTIMENTO e’ la parola chiave che scrivevo nell’ altro thread ma che non hai quotato di qua.
E chi vuol capire deve rimbalzare da un thred all’altro (o da un sito all’altro), e leggersi 3-4-5-6 pagine di interventi alla volta?
Quanto tempo a disposizione, magari lo avessi.
E quanto mi capirete quando sarete tripapa’ anche voi.
Rispondo di qua perche’ trovo corretto ed educato rispondere dove leggo il mio nome.
La chiave di lettura sta nel “solo” che hai scritto qui sopra.
Io ho scritto: “NON SOLO per persone come noi ma ANCHE…”.
Il divertimento sta alla base di ogni gioco e di ogni mia creazione, non so come potrei trasmettere divertimento se non mi divertissi io per primo.
Lo scrivo in ogni occasione, penso che sia chiaro che faccio giochi perche’ mi diverto a farli e illustrarli.
Il bello del nostro gioco e’ fare giochi NON SOLO per le pochisime persone che scrivono sulla rete, “per noi”, ma ANCHE per le “persone normali” che secondo me hanno molto da insegnarci in termini di divertimento.
Faccio un esempio.
Warangel Card Game distribuito da Hasbro e’ un gioco fatto non certo per i Gamers da rete eppure e’stato preso in GD da Hasbro. GD uguale per la famosa “gente normale”. Bambini, famiglie persone che non ci scrivono le loro impressioni sui siti specializzati.
Con quel gioco ho “scontentato” qualche Gamer che ha
scritto sulla rete ma a quanto pare divertito tanti bambini e famiglie che mi hanno incontrato alle fiere o che mi hanno scritto in privato.
E sicuramente mi sono divertito a farlo e a vederlo giocare dai bambini senza il mio minimo intervento.
All’ ultima LuccaGames i ragazzi di circa 20 anni che mi hanno aiutato allo stand non lo conoscevano e volevano giocarlo. Ho premesso: guardate che sulla scatola c’e’ scritto per 6 anni in su, eppure si sono divertiti anche loro.
Allora penso che “far contenti tutti” e pressoche’ impossibile, alla base ci deve esser il nostro divertimento di autori.
Evito di farmi troppo influenzare SOLO dai pochisimi, sempre i soliti, che scrivono sulla rete “per accontentare SOLO loro”. Perche’ giochi per Gamers difficilmente allargano il nostro mondo, molti giochi per gamers se li fai leggere o giocare a una giocatore fuori dal nostro giro, “gli viene il mal di testa dopo due minuti”.
Ocio che queste parole non me le invento, me le dicono persone che non scrivono sulla rete ma piu’ che reali, una di queste era a IDEAG e mi parlava di Puerto Rico.
Le soddisfazioni piu’ grandi le ho divertendomi io personalmente
e insieme NON SOLO con i Gamers ma ANCHE con le “persone normali”.
Ora se questa discussione incrociata sara’ SOLO fine a se stessa pazienza, se mettera’, per esempio, in contatto ANCHE Linx con Angelo alla prossima Con andra’ benissimo.
Perche’ i giochi avranno messo in contatto ancora una volta persone vere dal vivo e non incroci di thread e nick sulla rete dove si fa spesso fatica a capirsi.
Ah, ringrazio Tanis che ho visto ha appena risposto sull’ altro Thread sintetizzando perfettamente quel che avevo scritto;)
Ciao:)
Angelo
Penso che la creazione per essere “divertente” deve prima di tutto divertire noi. Per me è impensabile mettermi a creare un gioco che non ho voglia di giocare solo perchè piace agli altri.
DIVERTIMENTO e’ la parola chiave che scrivevo nell’ altro thread ma che non hai quotato di qua.
E chi vuol capire deve rimbalzare da un thred all’altro (o da un sito all’altro), e leggersi 3-4-5-6 pagine di interventi alla volta?
Quanto tempo a disposizione, magari lo avessi.
E quanto mi capirete quando sarete tripapa’ anche voi.
Rispondo di qua perche’ trovo corretto ed educato rispondere dove leggo il mio nome.
Scusa se ti ho costretto con l’inganno a scrivere su questo thread
No. A parte gli scherzi. Non c’era malizia nel mio gesto. E’ solo che volevo rispondere ad una cosa che con l’argomento del trhead mi sembrava c’entrasse poco. Non mi pare che le mie parole fossero una provocazione o che fossero IN OPPOSIZIONE alle tue: ognuno in questi forum dà i suoi due centesimi perchè tutti si possano fare un’idea generale del pensiero comune. Infatti ti ho ben detto che quando i miei 2 figli saranno cresciuti mi ritroverò anch’io a creare giochi più semplici che, chiariamo subito, non sono solito trattare come “delle merde” (come tu dici fanno taluni gamers) ma solo come prodotti non adatti al mio personale target
Comunque un bipapà avrà più o meno lo stesso tempo libero di un tripapà, no?
Post edited by: Linx, at: 2007/02/20 18:36
Post edited by: Linx, at: 2007/02/20 18:37
Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.
>DIVERTIMENTO e’ la parola chiave che scrivevo nell’ altro thread ma che non hai quotato di qua.
Stavo correggendo i quote errati per il palato fino di Paolo quando ho notato che in realtà sul mio quote precedente DIVERTIRSI era scritto bene in grande e maiuscolo :blink:
Mi pareva anzi proprio la frase migliore per sintetizzare il concetto… :huh:
Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.
(da Flushed Away)
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