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Credo che l’ostacolo più grande da superare in fase di playtest sia il materiale che compone il prototipo. Questo è preziosissimo (compone l’opera d’ingegno) ed estremamente suscettibile a variazioni.
Dunque non si può “darne in giro un po’ di copie” per farle playtestare, a rischio di non averle indietro, ma con il rischio anche di non poter presentare il gioco quando necessario.
D’altronde il playtest è un passo fondamentale del lavoro del progettista e più se ne fa, meno falle si riscontrano al momento della presentazione alla casa editrice.
“Virtualizziamo” dunque il materiale. Utilizziamo le piattaforme di gioco esistenti in rete (cyberboard, vassal engine, zun tzu, ma anche EXCEL o un qualsiasi programma di grafica con possibilità di uso dei layer) per creare la nostra scatola virtuale da potere finalmente “dare in giro” con molti meno rischi (a parte quello sempre esistente della proprietà intellettuale).
Positività: è più facile trovare playtesters,
è più facile modificare il prototipo,
è possibile playtestare a distanza (via e-mail o in diretta sulla rete).Negatività: aumentano i rischi che il prototipo si diffonda e dunque questo andrebbe coperto da una licenza Creative Commons per evitare l’appropriazione indebita.
Tre problemi sulla tua idea di base:
1) Devo prima imparare a gestire e programmare con uno di quei sistemi. Essendo la creazione di giochi un hobby prima che un lavoro trovo fastidioso dover dedicare u pò del mio poco tempo libero a ciò.
Non tutti ci sono portati, poi.2) Giocando sia in rete che dal vivo dovresti ben capire che le sensazioni e il modo di giocare è un pò diverso. Certi problemi li rilevi solo col gioco dal vivo. Inoltre le sedute di playtest sono fatte anche di spiegazioni di regole non ancora messe a manuale e prove di cambiamenti al volo che mi paiono più difficilmente gestibili.
3) Sei così sicuro che sia più facile trovare playtester con un prototipo in forma digitale?
Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.(da Flushed Away)
rporrini wrote:
è più facile trovare playtesters,
è più facile modificare il prototipo,
è possibile playtestare a distanza (via e-mail o in diretta sulla rete).Concordo.
Me lo installo e provo a smanettarci.
Grazie per la segnalazione.Rifo
…mi riferivo nello specifico a zun tzu, visto che delle varie piattaforme mi sembra quello più facile da usare per creare game box…
Delle tre piattaforme sono concorde a pensare zun tzu come il più semplice.
Ma sicuramente chi legge questo forum ha dimestichezza con photoshop, paintshop, gimp o similari.Mettendo il piano di gioco sul layer zero e creando un layer per oggetto mobile (pedina, carta o qualsiasi cosa sia in movimento sul piano di gioco) si è unicamente limitati dal massimo numero di layer supportati dal software in questione.
Sono reduce da un’oretta di playtest on line utilizzando Zun Tzu, ed è stata un’esperienza veramente interessante.
Si trattava di un gioco che si prestava facilmente, perché aveva pochi materiali ed era per due giocatori. Il test è stato condotto in modalità muta perché il mio co-autore non aveva il microfono :dry: . Aspetto di riprovarlo nelle sue piene potenzialità… se si dovesse confermare utile… ragazzi abbiamo risolto una buona parte del problema.
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."Sono contentissimo che l’esperienza sia stata positiva.
Ultimamente sto lavorando con Linux e, come faccio sempre quando passo a questo sistema, ho verificato le compatibilità con le piattaforme di gioco.
VASSAL (essendo Java) funziona alla perfezione, come pure il client di BSW.
Si riesce anche a giocare con Cyberboard se si ha l’accortezza di installare WINE, lo strumento di compatibilità con Windows.Purtroppo non funziona zuntzu, troppo legato a windows per il momento.
Anch’io sto usando zumtzu.
In prima battuta per le partite preliminari che faccio in solitario, per “sgrossare” la meccanica senza disturbare playtest per evitare problemi che potrebbero apparire subito.
Poi per le prime partite con altri playtester, prima di passare alla versione “fisica” del prototipo.Ci sono ancora delle cose che ovviamente il sistema non supporta.
Ad esempio, è il caso del mio ultimo gioco in lavorazione, non è possibile tenere una propria zona segreta.
La funzione attualmente supportata consente di avere una “mano” segreta, ma ciò che metti in mano non lo puoi disporre a piacimento in determinate zone.Rifo
La possibilità di piazzare in mappa unità invisibili all’avversario è invece implementato in VASSAL ed utilizzatissimo in VASL (che di VASSAL è il modulo più utilizzato) per cui è sicuramente ben testato.
PaoLo wrote:
…Il test è stato condotto in modalità muta perché il mio co-autore non aveva il microfono…
Non so se l’avete notato, ma se digitate frasi sulla tastiera e poi premete invio, quello che avete scritto appare in basso a sinistra sui monitor di tutti i partecipanti.
Così, proprio muti non si sta, e si sa come le chat possono aiutare
Rifo
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