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28 Febbraio 2013 alle 10:50 #28942AnonimoInattivo
Esatto, il fatto è quello: le sensazioni che uno prova.
Il fatto che uno ha delle scelte, ti fa sentire uno stratega in caso di vittoria.
Il fatto che quelle scelte non ti portano a nulla, fa sentire allo sconfitto che la colpa è dei dadi.Io penso che quì sta il trucco che ha reso Quarriors un gioco che piace.
Poi come è già stato detto, il tema tira.28 Febbraio 2013 alle 13:08 #28943InS4n3PartecipanteAlla fine, sinceramente, non ho capito il senso del topic e il suo sviluppo.
Si è iniziato a parlare di giochi oggettivamente (in realtà soggettivamente, perché quello che piace a me non piace a te) brutti che vendono come se fosse pane.
Siamo arrivati allo specifico di Quarriors …
Quindi, il titolo è errato?
1 Marzo 2013 alle 09:19 #28954RobertoPartecipanteEsatto, il mio citare King of Tokyo, non era una banale citazione ma un tentativo di valutare i nostri umori nei confronti di un altro gioco dadoso e colorato che mi sembra piaccia in generale.
Per quanto riguarda Quarriors mi sento di quotare il buon Khoril ( mi trovo spesso concorde sulle sue idee…. preoccupati).
Un fattore sorpresa e la leggerezza di un titolo magari brutto ma ben confezionato penso, facendo una parallellismo con il cinema: la differenza che ci puo' essere tra un film d' autore impegnato qualsiasi e the Avengers.Quello che noi autori possiamo fare, ( e penso sia il tentativo di karl) cercare di trovare le motivazioni del divertimento in ogni gioco di successo per allineare, consci o non consci, la nostra sensibilita' autorale con il 'sentire ludico' comune.
Per quanto riguarda quarriors, non mi sbilancio perche' non lo conosco molto bene, i motivi possono essere molteplici:
– presenza di dadi colorati e belle istruzioni
-gioco semplice e abbastanza per tutti
– partite sempre diverse
– gioco abbastanza personalizzabile e diversita' delle partite
– durata contenuta
– ambientazione
– 130 dadi
– se vinci sei bravo se perdi hai sfiga… ma puoi subito riprovare poiche' una partita dura poco.C' e' inoltre una considerazione a margine: quando una qualsiasi persoana gioca ad un gco una quantita' di volte maggiore uguale a 5 e poi lo definisce sufficiente o brutto, il gioco per quanto mi riguarda un obbiettivo l' ha comunque raggiunto: ti ha fatto giocare un numero aufficiente di volte. Provate a pensare quanto e' lunga la vita ludica di un gioco nuovo in un dato contesto:
– abbastanza rari ci sono quelli che diventano dei classici
– durata media 5 o + partite: a comune sentire e' una durata buona per un gioco
– tutti gli altriPenso che anche questo possa rientrare in uno dei nostri metri di valutazione per capire se e perche' un gioco ha successo.
ciao ciao
" Mai giudicare lo sforzo dal risultato soprattutto se il buco e' piccolo"
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