– Essere, per quanto possibile, sinceri. Cioè se un’altra casa sta già valutando un prototipo specificarlo prima di sottoporlo a qualcun altro. C’è chi non prende in considerazione giochi già in valutazione altrove. Dico “per quanto possibile”, perché nulla vi vieta di mentire per avere un potere contrattuale diverso. Se vi serve dire che un gioco ha altri pretendenti per velocizzare una risposta, anche se non è vero, fatelo. Ma a vostro rischio e pericolo (rischiate il palmo di naso).
– Essere recettivi verso quanto dice o richiede un editore. Se l’editore vi chiede di fare in un modo o nell’altro, prestategli attenzione e non accampate pretese assurde. Ma non fatevi prendere per il culo: il confine è a volte labile.
Se due case editrici infine si mostrano interessate al vostro gioco, valutate voi a chi dare la priorità. Se non siete in grado, rendete noto alle due case editrici la situazione e giudicate secondo la proposta che vi viene fatta (chi produrrebbe questo gioco meglio?).
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Rispondo anche in base a quello che mi è stato detto da altri.
Quando spedisco un prototipo o quando lo mostro in fiera a quanti editori dovrei mostrarlo?
Dovresti mostrarlo a quelli che pensi possano interessati. Guarda il loro catalogo.
Penso puoi mostrare un proto in fiera più a cuor leggero, mentre conviene che invii un proto solo se l’editore si è mostrato interessato in precedenza, magari dopo che gli hai inviato il regolamento o glielo hai fatto provare in fiera.
Quando due o più editori si dicono interessati al gioco come ci si comporta?
Per interessati intendi che lo vogliono valutare? Da quello che so, gli editori sanno che gli autori mostrano i loro prototipi anche ad altri. Un gioco viene richiesto contemporaneamente anche da 7 editori dopo che viene mostrato ad esempio ad essen o a norimberga. Quindi penso che gli puoi dare il prototipo senza dire nulla. Se è già in valutazione, allora forse potresti dirlo, ma dipende dai casi. Ma viva la sincerità: in generale, e anche perché l’ambiente, almeno in italia, è piccolo.
Se invece intendi che 2 editori vogliono pubblicarlo, allora fai le valutazioni dette da paolo.
IMHO
Ciao,
fantavir
Una trasposizione scadente di una licenza in un gioco ha ottime possibilità di uccidere un potenziale nuovo giocatore, di stroncarne sul nascere l’entusiasmo e la volontà di scoprire se ci sono “altri giochi belli come questo” (A. Chiarvesio)
Domanda che mi faccio spesso: come ci si presenta ad un editore via mail (o cmq non di persona)?
Ad esempio se decidessi di inviare un regolamento per sapere se sono interessati, come procedo? Prima chiedo se posso inviare magari anticipando l’ambientazione e SOLO in caso di conferma faccio l’invio, oppure mando subito l’allegato e stop?
E poi do del lei, del voi, del tu (soprattutto nel caso della mail)? Spett.le ditta?
Fate qualche esempio :laugh:
Domanda che mi faccio spesso: come ci si presenta ad un editore via mail (o cmq non di persona)?
Ad esempio se decidessi di inviare un regolamento per sapere se sono interessati, come procedo? Prima chiedo se posso inviare magari anticipando l’ambientazione e SOLO in caso di conferma faccio l’invio, oppure mando subito l’allegato e stop?
E poi do del lei, del voi, del tu (soprattutto nel caso della mail)? Spett.le ditta?
Fate qualche esempio :laugh:
– Se non conosci nessuno della casa editrice (e scrivi ad esempio alla casella info@) dai del “voi”. Non è un protocollo da autori, è questione di normale educazione. L’intestazione non è importante. presentati e arriva subito al sodo.
– Gli step sono sempre i soliti: prima inviare una breve descrizione del gioco (non solo l’ambientazione! una panoramica che spiega come funziona, quali sono le meccaniche principali e originali del gioco, che tipo di gioco è e a chi è rivolto), e chiedere se sono interessati a valutare il regolamento e/o il prototipo. Poi aspettare e reagire di conseguenza. Se fate prima a mandare il regolamento che a spiegarlo, ok. Ma naturalmente non mandate il proto come primo approccio.
– Non tirartela, non raccontare che hai fatto il gioco più bello del mondo e non essere troppo protettivo.
Esempio:
“
Buongiorno,
mi chiamo Pinco Pallino e vorrei sottoporre alla vostra valutazione un gioco di cui sono l’autore. Il gioco si chiama “Tizio vs Caio” e si occupa di una ipotetica guerra civile nell’Antica Roma. Il gioco è un classico card driven, di durata contenuta (90 minuti) e complessità moderata (le regole si spiegano in 15 minuti). Caratteristica originale del gioco è un meccanismo di attivazione molto particolare, che sfrutta una meccanica simile a quella del Mercanti in Fiera (!), ma con un twist che genera tensione ad ogni nuovo turno.
Se vi può interessare valutarlo, posso inviarvi il regolamento e/o direttamente il prototipo.
PaoLo wrote
[Il gioco si chiama “Tizio vs Caio” e si occupa di una ipotetica guerra civile nell’Antica Roma. Il gioco è un classico card driven, di durata contenuta (90 minuti) e complessità moderata (le regole si spiegano in 15 minuti). Caratteristica originale del gioco è un meccanismo di attivazione molto particolare, che sfrutta una meccanica simile a quella del Mercanti in Fiera (!), ma con un twist che genera tensione ad ogni nuovo turno.
:
Ci hai x caso messo li il tema del prossimo cimento ???
quando si devono interrompere i rapporti con gli altri editori? al momento del contratto? o molto prima?
tutto questo soprattutto per non farsi terra bruciata attorno e venire bollati come scorretti o sfacciati.
quando si devono interrompere i rapporti con gli altri editori? al momento del contratto? o molto prima?
tutto questo soprattutto per non farsi terra bruciata attorno e venire bollati come scorretti o sfacciati.
Khoril c’è qualcosa che ci devi dire?
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Dipende da editore ad editore, ma nella mia esperienza il contratto non è sempre il primo passo della pubblicazione. Di solito viene prima un qualcosa di più informale (CHE PERO’ NON VI DEVE BASTARE!!!), da cui capite che l’editore ha seriamente intenzione di fare il vostro gioco. A quel punto, quando vi sentite ragionevolmente sicuri, vi conviene avvertire gli altri editori che – a meno che abbiano proposte assolutamente entusiasmanti – il gioco non è più da considerarsi ‘libero’.
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Quindi firmando un contratto, l’edtore può anche non stampare il gioco ?
ma sul contratto deve esserci scritta una data entro la quale va stampato o no?
Sì, e sì.
Allora, intanto distinguiamo tra contratti d’opzione e contratti di edizione.
Un contratto d’opzione normalmente chiede all’autore di non sottoporre ad altri editori il gioco fino ad una certa data (che deve essere specificata), entro la quale l’editore si premunirà di dare una risposta, cioè di proporre eventualmente all’autore un contratto di edizione vero e proprio.
Personalmente io non trovo senso in questi contratti a meno che ci sia un impegno di qualche tipo da parte dell’editore, come un ‘fermino’ di tipo economico, anche non rilevante. E normalmente non prenderei in considerazione comunque contratti di opzione più lunghi di qualche mese o un anno.
Con un contratto d’edizione invece la casa si impegna a pubblicare e mettere in vendita il tuo gioco, normalmente stabilendo una data limite, una tiratura minima e a volte (consigliato) un anticipo. L’anticipo, assieme a volte ad una certa altra quota stabilita da contratto o da un gentlemen agreement successivo (qualcuno di noi ne sa qualcosa), è ciò che resta all’autore in caso di mancata pubblicazione del gioco entro la data prevista. L’autore ritorna inoltre proprietario di ogni licenza sul proprio diritto d’autore.
Considerazione generale: in Italia capita ancora troppo spesso (per fortuna non parlo per esperienza diretta, lo dico per salvaguardare la reputazione dei miei editori) che il contratto sia ritenuta dagli editori una pura formalità, e che sarebbe meglio fare come ai vecchi tempi, sputandosi su una mano prima di stringersela. Personalmente penso: PALLE. Se c’è fiducia e collaborazione tra autore ed editore tantissimo di guadagnato, ma guai a voi se un editore si azzarda a pubblicare un gioco vostro senza che vi firmi qualcosa, e che su questo qualcosa ci siano scritte le cose giuste.
Questo non significa assolutamente che il mondo dei giochi sia fatto di squali: anzi. Ma partire da questo è il primo passo per affermare che, nonostante i compensi che possono sembrare risibili rispetto ad altri ambiti, anche nel mondo dei giochi esistono delle professionalità e delle competenze che devono essere riconosciute e protette.
Post edited by: paolo, at: 2010/03/24 12:18
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Ah, naturalmente queste sono considerazioni personali. Se qualche altro autore decisamente più esperto volesse approfondire con le proprie esperienze e considerazioni, sarebbe preferibile.
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Se ho capito il tuo intervento, sul dare i prototipi
Io però fino ad oggi ho letto molto spesso che sul “rubare” l’idea o il gioco non è mai stato un problema, perchè in italia conoscendosi tutti sarebbe stato troppo non conveniente rubare il gioco di un autore per pubblicarlo sotto altro nome o altro.
Se parlavi solo del dopo, cioè dell’impegno a pubblicare allora quello che ho detto prima sul prototipo non conta.
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