Direi proprio di si, il bluff è a tutti gli effetti una componente aleatoria e come tale va gestita con delle meccaniche opportune in modo che il gioco non diventi troppo casuale e incontrollabile.
Premesso che continuo a ripetere che la presenza di meccaniche di bluff non fa di un gioco un gioco aleatorio o meno più di quanto possa farlo la presenza di un dado (un gioco da questo punto di vista può essere valutato solo nel suo insieme, non a livello di singolo elemento, anche perché si otterrebbero risultati contrastanti)… come fa il bluff a essere aleatorio? Significherebbe che è casuale il fatto che io decida di bluffare o meno, ma io non tiro un dado per decidere se farlo, lo decido io e basta, non c'è alcuna aleatorietà nella cosa.
Inoltre, le scelte contemporanee/segrete non sono un bluff. Possono coesistere (e spesso lo fanno), ma sono due cose distinte.
es. l'avversario mi attacca con una carta scelta segretamente ma io posso difendermi giocando una carta di valore più alto. Oppure posso disporre di qualcosa che modifica o annulla il suo attacco.
Ho usato il sistema di bluff, e scelte contemporanee in 3 diversi giochi che ho testato per diversi mesi. Ho abbandonato questi progetti proprio perché sia il bluff che la scelta contemporanea spesso davano ai giocatori l'idea di fare scelte non del tutto ragionate, legate quindi più al caso: “non sapevo cosa avevano gli altri” -> “ho giocato a caso” -> ” ho sculato” -> “ho vinto”. Anche se il giocatore aveva tutti gli elementi per fare la propria scelta ragionata, l'idea finale era di casualità… probabilmente perché il gioco era troppo complesso.
Un'altra discorso è per l'effetto azzardo-suspence, che il bluff e le scelte contemporanee creano, la suspence legata all'azzardo ad alcuni piace, mentre per altri è solo frustrante…
In UNO Extreme! compare uno smazzatore automatico a pile che sostituisce il mazzo pesca. All'atto di pescare quindi il giocatore attiva lo smazzatore, il quale può rilasciare un numero casuale di carte che va da 0 a 8.
Ho usato il sistema di bluff, e scelte contemporanee in 3 diversi giochi che ho testato per diversi mesi. Ho abbandonato questi progetti proprio perché sia il bluff che la scelta contemporanea spesso davano ai giocatori l'idea di fare scelte non del tutto ragionate, legate quindi più al caso: “non sapevo cosa avevano gli altri” -> “ho giocato a caso” -> ” ho sculato” -> “ho vinto”. Anche se il giocatore aveva tutti gli elementi per fare la propria scelta ragionata, l'idea finale era di casualità…
Ma questo dipende dal gioco, non dalla meccanica del bluff.
Ma prima di tutto cos'é il bluff??? Bluffare (ingannare) è un atteggiamento che si può usare in alcuni giochi (e in tutta la vita), chi fa un bluff cerca di far credere all'avversario – quindi una scelta – che la situazione di gioco sia diversa da quella reale. fonte wikipedia Sicuramente è una situazione di gioco particolare: per poter applicare il bluff ad un gioco deve per forza esistere la componente aleatoria all'interno del gioco stesso, nonostante il bluff sia una scelta (o meglio abilità) a tutti gli effetti; il motivo è presto detto, il fatto che un giocatore abbia la possibilità di ingannare un avversario per trarne vantaggio significa che durante la partita si creano situazione nelle quali esistono elementi di gioco conosciuti solo a certi giocatori e non ad altri; questo significa che un giocatore che conosce una particolare situazione (la posizione di una carta ad esempio) sconosciuta invece all'avversario, da modo al primo giocatore di poter influire in qualche modo sulle mosse o sul pensiero altrui. Esempi vari: Scacchi – niente alea, è impossibile bluffare perché tutti i giocatori conoscono sempre e costantemente le mosse dell'avversario. Briscola (classica coperta) – presenza di alea, è possibile bluffare perché l'avversario non conosce cosa abbiamo in mano. Non conta che i giocatori non sappiano cosa pescheranno perché è una situazione comune a tutti i giocatori Briscola scoperta (tutte le carte con le facce in su) – presenza di alea, NON si può bleffare perché tutti i giocatori conoscono le carte avversarie e le carte giocate, allo stesso modo tutti i giocatori non conoscono la disposizione delle carte nel mazzo. ecc ecc
Più lineare di così. In definitiva, il bluff è una condizione che si presenta quando è presente l'alea in primis, e quando esistono parti del gioco o situazioni particolari conosciute solo ad uno o più giocatori e omesse ad altri. In un gioco il bluff può avere diversi pesi – nel poker è basilare, nella briscola in cinque è importante, in Bang è molto utile, in Risiko si può fare, a briscola classica non ne vale la pena. Ultima nota sul bluff: è un'abilità che interagisce sul nostro corpo, come le mani in una partita a ping pong. Di conseguenza si può considerare un'abilità “innata” e non misurabile all'interno di un gioco e può essere molto vantaggiosa per chi la sa sfruttare, di contro rende un po' meno “ideale” il concetto di uguaglianza dei giocatori.
Sicuramente è una situazione di gioco particolare: per poter applicare il bluff ad un gioco deve per forza esistere la componente aleatoria all'interno del gioco stesso, nonostante il bluff sia una scelta (o meglio abilità) a tutti gli effetti; il motivo è presto detto, il fatto che un giocatore abbia la possibilità di ingannare un avversario per trarne vantaggio significa che durante la partita si creano situazione nelle quali esistono elementi di gioco conosciuti solo a certi giocatori e non ad altri; questo significa che un giocatore che conosce una particolare situazione (la posizione di una carta ad esempio) sconosciuta invece all'avversario, da modo al primo giocatore di poter influire in qualche modo sulle mosse o sul pensiero altrui.
non penso di aver perfettamente capito cosa vuoi dire… comunque NO, il bluff non deve essere necessariamente legato all'aleatorietà, semmai alla segretezza. Ma non è neanche così. Il bluff negli scacchi esiste, e consiste, ad esempio, nel mettere volontariamente in pericolo un pezzo per acquisire una posizione vantaggiosa. Il giocatore abboccherà solo se non avrà compreso la trappola, oppure farà finta di abboccare se avrà intuito una possibile soluzione nelle mosse successive.
Se analizziamo il già citato Citadel vediamo che il Bluff non è collegato alla casualità, ogni giocatore sceglie segretamente una personalità e la pone in mano, facendolo può decidere di bluffare, cercando, ad esempio, di sviare il “ladro”. Oppure prenderà il vescovo per proteggersi dal generale e così via.
se guardiamo Bang! il gioco del bluff viene supportato da una parziale conoscenza degli elementi “vedo chi attacca chi” e quindi deduco chi è il mio nemico. E' sulla quantità di elementi conosciuti-sconosciuti che viene creato un ragionamento. Maggiori le informazioni a disposizione, più lineare il ragionamento da seguire, più facile comprendere il gioco degli altri= minore percezione di aleatorietà.
ad esempio se citadel avesse avuto 36 personalità e bang! 8 sotto-ruoli probabilmente il gioco sarebbe sembrato estremamente aleatorio.
quindi il rapporto tra bluff e aleatorietà dipende principalmente dalle meccaniche e dalle regole del gioco in esame, come ha brillantemente espresso CMT (avatar della divina sinteticità).
Ma questo dipende dal gioco, non dalla meccanica del bluff.
LOL
ps a questo proposito volevo sapere se qualcuno ha giocato a Escape from the Aliens in Outer Space, volevo capirci qualcosa in più, magari mi contattasse in privato.
In UNO Extreme! compare uno smazzatore automatico a pile che sostituisce il mazzo pesca. All'atto di pescare quindi il giocatore attiva lo smazzatore, il quale può rilasciare un numero casuale di carte che va da 0 a 8.
Briscola (classica coperta) – presenza di alea, è possibile bluffare perché l'avversario non conosce cosa abbiamo in mano. Non conta che i giocatori non sappiano cosa pescheranno perché è una situazione comune a tutti i giocatori
Non so se stiamo andando per la tangente, comunque, sono più d'accordo con CMT e Icata e mi sfugge il motivo per cui nella briscola classica ci sia il bluff. C'è il bluff a poker, a sette e mezzo, a perudo, a coyote, a licantropi…. ovvero parli o punti soldi facendo credere qualcosa che non sia vero. Questa cosa è prevista nel regolamento. A briscola se giochi il 3 di coppe, hai il 3 di coppe! Puoi bluffare se durante il gioco dici platealmente di non avere una briscola quando invece ce l'hai (ingannando sia gli avversari che il tuo compagno), ma in questo caso il confine tra bluffare e barare è sottile. Non penso che il regolamento dica che si possa mentire quando di parla. Poi ci sono i segni in codice tra compagni di gioco, ma questo è un altro discorso
Ciao
Una trasposizione scadente di una licenza in un gioco ha ottime possibilità di uccidere un potenziale nuovo giocatore, di stroncarne sul nascere l’entusiasmo e la volontà di scoprire se ci sono “altri giochi belli come questo” (A. Chiarvesio)
Premesso che continuo a ripetere che la presenza di meccaniche di bluff non fa di un gioco un gioco aleatorio o meno più di quanto possa farlo la presenza di un dado (un gioco da questo punto di vista può essere valutato solo nel suo insieme, non a livello di singolo elemento, anche perché si otterrebbero risultati contrastanti)…
Perfettamente daccordo, chi ha detto il contrario?
come fa il bluff a essere aleatorio?
Io avevo fatto una premessa: in genere quando si parla di “gioco di bluff” non si intende solo la possibilità di “bluffare” cioè di agire in modo da nascondere o dissimulare le proprie intenzioni, come nel poker, ma spesso si intende semplicemente un gioco in cui non tutte le informazioni sono visibili. Spesso i giochi in cui la scelta è simultanea o segreta vengono messi in questa categoria, forse a torto, non lo so, ma era questa la premessa del mio ragionamento. Evidentemente c'è un abuso di linguaggio in genere..
Comunqe per questo basta mettersi d'accordo sulla definizione. Allora parliamo non più di bluff ma in generale di informazione nascosta, se sei daccordo.
Significherebbe che è casuale il fatto che io decida di bluffare o meno, ma io non tiro un dado per decidere se farlo, lo decido io e basta, non c'è alcuna aleatorietà nella cosa.
Il fatto che una cosa la decida tu o la decida il dado non cambia: se un giocatore non ha alcun modo di prevedere la tua scelta ciò rende quest'ultima, “dal punto di vista di questo giocatore”, casuale e il giocatore si comporterà come se lo fosse. Il caso è semplicemente un modo matematico di modellare un evento imprevedibile. La sequenza di numeri “casuali” generata da un computer appare essere “casuale” nel senso che rispetta alcuni criteri statistici, ma di fatto è generata da un algoritmo.
es. l'avversario mi attacca con una carta scelta segretamente ma io posso difendermi giocando una carta di valore più alto. Oppure posso disporre di qualcosa che modifica o annulla il suo attacco.
E cosa c'è di aleatorio in questo?
Prova a fare un gioco in cui gli avversari possono attaccarti con delle carte (scelte da loro) ma tu – non puoi mai fare ipotesi ragionevoli su quali carte essi giocheranno – non hai alcun modo di difenderti – non puoi scegliere se e quanto rischiare Stai pur sicuro che tutti si lamenteranno che il gioco è “totalmente governato dalla fortuna”. E a ragione.
Credo che non valga la regola “casualità = dadi” ma piuttosto “casualità = imprevedibilità”, qualunque sia la causa di questa imprevedibilità.
Il bluff negli scacchi esiste, e consiste, ad esempio, nel mettere volontariamente in pericolo un pezzo per acquisire una posizione vantaggiosa. Il giocatore abboccherà solo se non avrà compreso la trappola, oppure farà finta di abboccare se avrà intuito una possibile soluzione nelle mosse successive.
Oddio.. tecnicamente avresti ragione ma di fatto nessuno scacchista “serio” gioca in questo modo. Un buono scacchista non fa un sacrificio “sperando” che l'avversario abbocchi, lo fa perchè ha calcolato che, qualunque sia la risposta dell'avversario, ne otterrà un vantaggio. Comunque come esempio di bluff ci può anche stare quello che hai riportato tu, ma si verificherebbe solo con principianti.
Il bluff negli scacchi esiste, e consiste, ad esempio, nel mettere volontariamente in pericolo un pezzo per acquisire una posizione vantaggiosa. Il giocatore abboccherà solo se non avrà compreso la trappola, oppure farà finta di abboccare se avrà intuito una possibile soluzione nelle mosse successive.
Oddio.. tecnicamente avresti ragione ma di fatto nessuno scacchista “serio” gioca in questo modo. Un buono scacchista non fa un sacrificio “sperando” che l'avversario abbocchi, lo fa perchè ha calcolato che, qualunque sia la risposta dell'avversario, ne otterrà un vantaggio. Comunque come esempio di bluff ci può anche stare quello che hai riportato tu, ma si verificherebbe solo con principianti.
Assolutamente vero. Negli scacchi a livelli avanzati si presume sempre che l'avversario farà la scelta migliore, e quindi un buf in questo caso non è ipotizzabile. Avrei voluto puntualizzarlo ma per motivi di sintesi ho preferito tralasciare. Ma in generale due soggetti che possono accedere alle stesse informazioni non sempre le riescono a utilizzarle alla stessa maniera (tranne che nella teoria di giochi, e alle volte questo crea qualcosa di simile a paradossi). Quindi un giocatore può sperare di sfruttare un “punto morto” nella visuale avversaria… ma parliamo di casi estremi… scusate l'off topic.
In UNO Extreme! compare uno smazzatore automatico a pile che sostituisce il mazzo pesca. All'atto di pescare quindi il giocatore attiva lo smazzatore, il quale può rilasciare un numero casuale di carte che va da 0 a 8.
Perfettamente daccordo, chi ha detto il contrario?
Chi, originariamente, aveva chiesto in quale categoria dovesse andare un gioco in cui è possibile bluffare.
come fa il bluff a essere aleatorio?
Io avevo fatto una premessa: in genere quando si parla di “gioco di bluff” non si intende solo la possibilità di “bluffare” cioè di agire in modo da nascondere o dissimulare le proprie intenzioni, come nel poker, ma spesso si intende semplicemente un gioco in cui non tutte le informazioni sono visibili. Spesso i giochi in cui la scelta è simultanea o segreta vengono messi in questa categoria, forse a torto, non lo so, ma era questa la premessa del mio ragionamento. Evidentemente c'è un abuso di linguaggio in genere..
Mi sembra parecchio improrio però, non c'è nessun bluff nella semplice contemporaneità della scelta.
Comunqe per questo basta mettersi d'accordo sulla definizione. Allora parliamo non più di bluff ma in generale di informazione nascosta, se sei daccordo.
Cérto
Significherebbe che è casuale il fatto che io decida di bluffare o meno, ma io non tiro un dado per decidere se farlo, lo decido io e basta, non c'è alcuna aleatorietà nella cosa.
Il fatto che una cosa la decida tu o la decida il dado non cambia:
Cambia eccome ^__^;;;
se un giocatore non ha alcun modo di prevedere la tua scelta ciò rende quest'ultima, “dal punto di vista di questo giocatore”, casuale e il giocatore si comporterà come se lo fosse.
Il problema è che io non sono un dado. Nessuno può prevedere il risultato del lancio di un dado, vero, ma non è altrettanto vero che nessuno possa prevedere una mia decisione, anche se in genere tento di essere abbastanza imprevedibile.
Il caso è semplicemente un modo matematico di modellare un evento imprevedibile.
Perfetto. La scelta effettuata da un essere umano non è imprevedibile, quindi non rientra nel modello. Non che non possa esserlo, ma non si può affermare che lo sia sempre e comunque.
La sequenza di numeri “casuali” generata da un computer appare essere “casuale” nel senso che rispetta alcuni criteri statistici, ma di fatto è generata da un algoritmo.
Infatti i computer non sono veramente in grado di generare numeri casuali, ma questo è un altro discorso mi pare.
es. l'avversario mi attacca con una carta scelta segretamente ma io posso difendermi giocando una carta di valore più alto. Oppure posso disporre di qualcosa che modifica o annulla il suo attacco.
E cosa c'è di aleatorio in questo?
Prova a fare un gioco in cui gli avversari possono attaccarti con delle carte (scelte da loro) ma tu – non puoi mai fare ipotesi ragionevoli su quali carte essi giocheranno – non hai alcun modo di difenderti – non puoi scegliere se e quanto rischiare Stai pur sicuro che tutti si lamenteranno che il gioco è “totalmente governato dalla fortuna”. E a ragione.
In realtà no, non è governato dalla fortuna. Se io non posso difendermi, non posso scegliere cosa fare e non posso (ma perché di preciso poi?) prevedere cosa mi verrà giocato contro (cosa che comunque è del tutto irrilevante visto che anche saperlo non cambierebbe il fatto di non potermi difendere , dal punto di vista del mio avversario non c'è alcuna casualità (sceglie lui cosa fare) e dal mio neppure (non ho alcuna scelta ma il mio destino dipende dalle scelte dell'avversario, non dal caso)
Credo che non valga la regola “casualità = dadi” ma piuttosto “casualità = imprevedibilità”, qualunque sia la causa di questa imprevedibilità.
Non sono d'accordo a livello generale (una cosa può essere imprevedibile perché tu non conosci le leggi che la regolano, ma questo non la rende casuale), ma soprattutto non lo sono a livello particolare: gli esseri umani non sono imprevedibili. La maggior parte delle persone ha schemi di comportamento di cui è più o meno consapevole, e nel secondo caso li ripete quasi meccanicamente senza rendersene conto. Anche nell'ambito di una partita a qualche gioco non è così difficile individuarli e quindi essere in grado di prevedere la mossa successiva (e anche senza arrivare a questo, l'intero gioco degli scacchi si basa proprio sul prevedere la mossa successiva dell'avversario). È chiaro che la possibilità di prevedere una mossa diminuisce all'aumentare delle possibili mosse, se l'avversario deve giocare una carta tra tre che ha in mano pescate a caso da un mazzo di 100 è abbastanza ovvio che io non possa sapere quale giocherà (ma va anche detto che qui il caso entra in gioco nella pesca dal mazzo più che altro, se il giocatore ha accesso a tutte le 100 carte le mie possibilità aumentano non di poco). Perfino nella morra cinese si può riuscire a capire cosa farà l'avversario con un minimo di ragionamento. Non sempre, ma è possibile.
se un giocatore non ha alcun modo di prevedere la tua scelta ciò rende quest'ultima, “dal punto di vista di questo giocatore”, casuale e il giocatore si comporterà come se lo fosse.
Il problema è che io non sono un dado. Nessuno può prevedere il risultato del lancio di un dado, vero, ma non è altrettanto vero che nessuno possa prevedere una mia decisione, anche se in genere tento di essere abbastanza imprevedibile.
Ti sei appena contraddetto da solo Scherzi a parte, io non dico affatto che “nessuno possa prevedere la tua decisione”. Al contrario, nei giochi spesso questo è possibile e molti giochi si basano proprio su questo presupposto. Se però il gioco è buggato.. allora la cosa cambia: se le meccaniche sono tali da rendere impossibile fare una ragionevole previsione sulle tue mosse il risultato sarà comunque un gioco casuale.
L'esempio della morra cinese è perfetto: di fatto non hai alcun elemento per prevedere la scelta dell'avversario, se non, forse, elementi di meta-gioco, es. conosci bene la persona che hai di fronte e sai che predilige le “forbici” oppure noti degli schemi ripetitivi nel suo gioco (ma sono comunque elementi estranei alle meccaniche intrinseche del gioco).
A me interessa sottolineare il fatto che, proprio perchè “casuale” la morra cinese non si può considerare un buon gioco, almeno in base ai criteri moderni.
Comunque è chiaro che non siamo d'accordo sul concetto stesso di caso: es. per me non ha senso la distinzione tra sequenze “veramente casuali” (dado) o “pseudo casuali” (computer) : se ti metto di fronte due sequenze dei due tipi sei in grado (con qualunque tecnica) di distinguerle? No, quindi per me sono equivalenti.
Il caso è semplicemente un modo matematico di modellare un evento imprevedibile.
Perfetto. La scelta effettuata da un essere umano non è imprevedibile, quindi non rientra nel modello. Non che non possa esserlo, ma non si può affermare che lo sia sempre e comunque.
Appunto! La scelta di un essere umano “può” essere prevedibile oppure può “non” esserlo, e in quest'ultimo caso diventa, di fatto, casuale, agli occhi di chi la osserva.
Scherzi a parte, io non dico affatto che “nessuno possa prevedere la tua decisione”. Al contrario, nei giochi spesso questo è possibile e molti giochi si basano proprio su questo presupposto. Se però il gioco è buggato.. allora la cosa cambia: se le meccaniche sono tali da rendere impossibile fare una ragionevole previsione sulle tue mosse il risultato sarà comunque un gioco casuale.
No, sarà un gioco fatto male, ma comunque dipenderà dalle decisioni dei giocatori, che in quanto decisioni non sono dovute al caso.
L'esempio della morra cinese è perfetto: di fatto non hai alcun elemento per prevedere la scelta dell'avversario, se non, forse, elementi di meta-gioco, es. conosci bene la persona che hai di fronte e sai che predilige le “forbici” oppure noti degli schemi ripetitivi nel suo gioco (ma sono comunque elementi estranei alle meccaniche intrinseche del gioco).
Non è rilevante che siano o meno parte del gioco (e poi chi ha detto che non lo sono?), comunque esistono.
Comunque è chiaro che non siamo d'accordo sul concetto stesso di caso: es. per me non ha senso la distinzione tra sequenze “veramente casuali” (dado) o “pseudo casuali” (computer) : se ti metto di fronte due sequenze dei due tipi sei in grado (con qualunque tecnica) di distinguerle? No, quindi per me sono equivalenti.
La differenza fondamentale è che se io conosco i parametri di partenza del computer posso sapere in anticipo quale risultato darà la selezione casuale (in via teorica, in realtà, perché dovrei fare calcoli per cui probabilmente mi servirebbe un computer, ma quetso è un altro discorso). Al contrario non ho alcun modo di prevedere il risultato di un dado a prescindere dai dati in mio possesso.
Appunto! La scelta di un essere umano “può” essere prevedibile oppure può “non” esserlo, e in quest'ultimo caso diventa, di fatto, casuale, agli occhi di chi la osserva.
Agli occhi di chi la osserva potrà anche _sembrarlo_ ma non lo è di fatto. Agli occhi di un daltonico il verde sembra marrone ma questo non significa che nella realtà smetta di essere verde, ti pare?
Considera una partita di scacchi. Il giocatore nero molto probabilmente non può prevedere la prima mossa del bianco, che ne ha ben venti diverse a disposizione. Questo però non significa che il bianco faccia una mossa a caso, e neanche significa che il nero creda che lui abbia fatto una mossa a caso.
Allora, si sta dimenticando un fattore importante che vi posso riassumere citando un film: “il poker è un gioco di fortuna solo se pensi che stai giocando con le carte che hai in mano e non con la persona che ti sta di fronte” ovvero: La comunicazione non verbale. Ci sono fior fiore di libri e pure una serie televisiva a riguardo (lie to me). Il concetto di fondo è che il dado è un sistema che non ha memoria e fornisce un numero indipendentemente dal contesto (eccezzion fatta per dadi truccati e tavoli sconnessi). Una persona fornisce decisioni in base alla sua storia,al contesto e alle sue capacità. Tali decisioni bene o male sono annunciate da tutta una serie di dettagli ultimi dei quali quelli facenti parte del linguaggio corporeo. La capacità di leggerli e di studiare l'avversario sono appunto delle capacità che possono essere migliorate mentre non è possibile migliorare la capacità di previsione di un dado perchè il dado non ha memoria ed è indipendente dal contesto.
Facciamo un volo pindarico: videogiochi picchiaduro: un giocatore schiaccia i tasti a caso ( di solito chi non sa giocare) mentre l'altro studia ogni possibile mossa. Se la differenza di livello è alta vincerà quasi sempre quello bravo. se la differenza di livello non è alta ci sarà la classica fase di “studio” dell'avversario tipica anche degli incontri veri (ho praticato thay boxe posso confermare). Alcuni avversari, forti di alcune mosse e consapevoli di questo, partiranno subito all'assalto onde evitare che tu possa capire e adottare una contromossa. Un combattimento su di un ring sia esso di boxe o thay boxe o altro presenta gli stessi medesimi principi che stiamo discutendo e a parità di peso altezza vincerà sicuramente il più bravo. Quando non prevedi la mossa di un avversario e ti arriva un fisso nei denti la prima cosa che pensi è “che pirla sono stato” oppure “che veloce è stato” e non “che sfortuna”. Se ritenessi fosse colpa della sfortuna non potrei mai migliorare le mie capacità. Il discorso in questo campo è ampliamente approfondibile ma per ora mi fermo qui.
A titolo informativo ho sviluppato da anni un gioco che replica esattamente quanto detto sino a qui e spero di riuscire a portarlo a ideag, chi fosse interessato a sfruttare tale gioco anche solo per continuare questa discussione a Ideag basta che mi faccia un fischio.
" Mai giudicare lo sforzo dal risultato soprattutto se il buco e' piccolo"
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