Le prime 4 mi sembrano molto sensate ed anche io personalmente cerco sempre di seguirle. In particolare il concetto espresso al numero 3 “Fattori di casualità” è una necessità di cui mi sono accorto in modo evidente solo negli ultimi 2 anni, da allora cerco sempre di non farne a meno!
La 6 la sostituirei con il solo “Tema”, anche perchè non mi è chiarissimo il testo dell'articolo su questo punto ^^''
Sulla 5 non sono d'accordo. I giochi possono avere alta rigiocabilità anche senza la presenza di espansioni. Queste ultime aiutano, chiaro, ma non sono (non devono essere) una condizione necessaria.
Dato che non sono d'accordo sulla 5, io aggiungo “Il prezzo”. Vendere un gioco a 29 euro è diverso che venderlo a 45 o a 50. In questi ultimi anni sto notando che una parte del mercato si sta spostande sempre più su componenti varie, ricche e molto curate graficamente (al contrario dell'ondata asiatica che professa il credo del minimal ). E' una sfida sempre più ardua eccellere nei materiali e nell'impatto visivo mantenendo un costo contenuto. Una grossa sfida per l'editore, più che per l'autore.
Aspirante Ideatore di Giochi. Apprendista a tempo pieno.
Sono più o meno d'accordo con quanto scritto nell'articolo. Anche se credo ci sia da riflettere, ritengo che tale elenco di “consigli” possa andare bene infatti perlopiù per i titoli con meccaniche moderne e soprattutto non gli astratti. Gli scacchi per esempio non hanno la gran parte di quegli elementi, ne casualità, né diversificazione (nei termini in cui è espressa nell'articolo), né condizioni di vittoria differenti, né tantomeno espansioni, eppure la rigiocabilità penso concordiate tutti nel dire che è alta. Non trovate?
Presidente associazione ludica DADODADODICI di Orzinuovi (BS) www.dadodadodici.it
Sono più o meno d'accordo con quanto scritto nell'articolo. Anche se credo ci sia da riflettere, ritengo che tale elenco di “consigli” possa andare bene infatti perlopiù per i titoli con meccaniche moderne e soprattutto non gli astratti. Gli scacchi per esempio non hanno la gran parte di quegli elementi, ne casualità, né diversificazione (nei termini in cui è espressa nell'articolo), né condizioni di vittoria differenti, né tantomeno espansioni, eppure la rigiocabilità penso concordiate tutti nel dire che è alta. Non trovate?
direi che gli scacchi sono tanto rigiocati per via di due fattori:
1) lunga curva d iapprendimento (“easy to learn, hard to master”) 2) Forza del marchio
Sulla 2, nno illudiamoci: gli scacchi fanno parte della nostra cultura da sempre, passa da genitori a figli di generazione in generazione, come il Monopoli e il Risiko. Questa presenza da “leader del settore” gli consente di essere sempre sulla cresta dell'onda. PEr capirci, io ritengo che difficilmente una variante degli scacchi oggi riuscirebbe ad avere un successo simile.
Facciamo un esempio: Nei libri di GRR Martin sulle Cronache del Ghiacci oe del fuoco (serie molto molto in voga in questi anni grazie alla serie TV) alcuni personaggi giocano al Cyvasse, un mix di scacchi, Stratego e Blitzkrieg. Avrebbe successo un gioco del genere oggi? Come mai nessuno ha il coraggio di produrlo nonostante l'irripetibile momento storico a favore di questa ambientazione? Suvvia, non ditemi che nessuno ci ha mai pensato
Aspirante Ideatore di Giochi. Apprendista a tempo pieno.
direi che gli scacchi sono tanto rigiocati per via di due fattori:
1) lunga curva di apprendimento (“easy to learn, hard to master”) 2) Forza del marchio
Facciamo un esempio: Nei libri di GRR Martin sulle Cronache del Ghiacci oe del fuoco (serie molto molto in voga in questi anni grazie alla serie TV) alcuni personaggi giocano al Cyvasse, un mix di scacchi, Stratego e Blitzkrieg. Avrebbe successo un gioco del genere oggi? Come mai nessuno ha il coraggio di produrlo nonostante l'irripetibile momento storico a favore di questa ambientazione? Suvvia, non ditemi che nessuno ci ha mai pensato
Appunto, quello che dicevo era che quell'elenco di “consigli” per quanto condivisibile in larga parte va preso un po' con le pinze perché molti fattori entrano in gioco e dipende molto da gioco a gioco.
L'esempio sugli scacchi era volutamente provocatorio, ma era per far capire il concetto, e in realtà ti dirò che una variante è stata pubblicata, si chiama For The Crown, ed è un mix di scacchi e deck building niente male secondo me: http://www.victorypointgames.com/for-the-crown-2nd-edition.html
Presidente associazione ludica DADODADODICI di Orzinuovi (BS) www.dadodadodici.it
Facciamo un esempio: Nei libri di GRR Martin sulle Cronache del Ghiacci oe del fuoco (serie molto molto in voga in questi anni grazie alla serie TV) alcuni personaggi giocano al Cyvasse, un mix di scacchi, Stratego e Blitzkrieg. Avrebbe successo un gioco del genere oggi? Come mai nessuno ha il coraggio di produrlo nonostante l'irripetibile momento storico a favore di questa ambientazione? Suvvia, non ditemi che nessuno ci ha mai pensato
Perché dovrebbe pagare i diritti e gli costerebbe un occhio e mezzo? ^__^;
Ecco la mia personale classifica di caratteristiche che rendono un gioco rigiocabile:
1) Divertimento 2) Fruibilità (comprende durata, complessità delle regole, spazio occupato etc) da parte di un pubblico ampio, e curva di apprendimento molto lunga. 3) Variabilità o elementi random durante la partita
Ora, a mio avviso questo elenco è utile da un punto di vista didattico, ma non da un punto di vista pratico. Infatti, questi fattori sono tra loro tutti interdipendenti. Quello che manca sempre, in questo tipo di discussioni, è capire COME inserire in un gioco questi elementi.
A mie spese credo di aver imparato qualche trucchetto in questi anni, soprattutto osservando giochi di altri autori molto più famosi e bravi di me. Eppure, non mi sento ancora in grado di dire che so padroneggiare questi “trucchetti”, e/o di riuscire sempre ad inserirli nei miei giochi.
Ma una cosa la posso dire, sulla rigiocabilità. Prendiamo Dominion. E' innegabile che il setup variabile garantisca una elevata rigiocabilità al titolo. MA quello che veramente fa venire voglia al giocatore di rigiocarlo, non è assolutamente questo elemento, di cui non ci si può accorgere durante la prima partita…. Bensì, è la snellezza e velocità del turno, ma soprattutto l'alea nella pesca che rende critico il decidere quali carte comprare, e quando.
Concordo con buona parte di ciò che è scritto nell'articolo, per me la rigiocabilità riguarda :
– Varietà delle scelte del gioco – Possibilità che “Davide vinca contro Golia ” ( ovvero quel 7-10% di possibiltà che io alla prima partita non arrivi necessariamente ultimo).
== La macchina del capo ha un buco nella gomma. Hai bisogno di 3 segnalini Mc-Gyver e un token Cewingum per ripararla. ==
== Fatti non foste per viver come bruti, ma per piazzar omini e cubettame ==
Concordo con mrpako. Accentuerei la distinzione: – se io sono un giocatore scarso, avrò più voglia di rigiocare un titolo che permetta anche me di vincere contro amici che hanno trovato la strategia “definitiva”, piuttosto che un altro in cui so già di perdere e magari in malo modo. – se sono un giocatore molto forte in un gioco, invece cercherò in quel titolo se esistono altre vie per ottenere la vittoria, altrimenti passato il godimento di essere invincibile, mi verrà a noia.
secondo voi quanto è importante la rigiocabilità? ho letto parecchie discussioni e non sono poi così tanti i giocatori che giocano lo stesso gioco più di 5 volte l'anno. con un numero sempre maggiore di titoli editi (parliamo di 850 nelle settimane scorse a Essen) sempre più spesso capita di fare pochissime partite senza possibilità di approfondire e verificare la reale rigiocabilità.
Io la ritengo fondamentale, anche perchè ormai la possibilità di giocare a dei giochi da tavolo senza possederli fisicamente è alla portata quasi di tutti, ma un gioco che so di poter giocare e rigiocare me lo potrei anche comprare, uno che alla seconda partita è già una replica di sé stesso è già tanto se lo riprenderò mai in considerazione.
la possibilità di giocare a dei giochi da tavolo senza possederli fisicamente è alla portata quasi di tutti
però se guardi i principali siti per giocare on line trovi poche centinaia di utenti, quindi una minima parte del mercato, e magari accavallata a chi gioca tre volte a settimana.
la possibilità di giocare a dei giochi da tavolo senza possederli fisicamente è alla portata quasi di tutti
però se guardi i principali siti per giocare on line trovi poche centinaia di utenti, quindi una minima parte del mercato, e magari accavallata a chi gioca tre volte a settimana.
Non parlavo di giocare online, parlavo di andare presso una qualche associazione ludica e farsi prestare il gioco per provarlo in loco. Online è carino per vedere come funziona un gioco ma non è la stessa cosa
parlavo di andare presso una qualche associazione ludica e farsi prestare il gioco per provarlo in loco.
ma vuol dire giocarli in associazione, e anche in questo caso parliamo di poche decine di persone su un mercato ben più ampio. togliamo gli estremi, per esempio giocatorino che ha un movimento incredibile, e togliamo altre realtà dove il gioco non è così diffuso. ti porto l'esempio di brescia, la provincia più grande d'Italia, ha una Tana nata da poco in città, una Tana verso il cremonese, qualcosa verso il lago d'Iseo, uno dei principali store online che organizza anche qualche evento… bhe, parliamo sempre di veramente pochi giocatori. edit: il resto è organizzato in gruppi troppo piccoli per trovare una disponibilità di giochi tale per poter fare come dici.
l'importanza della rigiocabilità secondo me è sovrastimata.
ma vuol dire giocarli in associazione, e anche in questo caso parliamo di poche decine di persone su un mercato ben più ampio. togliamo gli estremi, per esempio giocatorino che ha un movimento incredibile, e togliamo altre realtà dove il gioco non è così diffuso. ti porto l'esempio di brescia, la provincia più grande d'Italia, ha una Tana nata da poco in città, una Tana verso il cremonese, qualcosa verso il lago d'Iseo, uno dei principali store online che organizza anche qualche evento… bhe, parliamo sempre di veramente pochi giocatori.
Sei di Brescia?
Presidente associazione ludica DADODADODICI di Orzinuovi (BS) www.dadodadodici.it
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