ruolo delle ambientazioni

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  • #3100
    Grongo
    Partecipante

    Ciao a tutti.
    Vorrei iniziare una discussione riguardo alle ambientazioni ludiche.
    Negli ultimi anni sono nate una miriade di ambientazioni per giochi diversi. Se una volta si poteva oggettivamente classificare un'ambientazione in un genere preciso (fantasy, horror, storico ecc), oggi ciò non mi sembra possibile perchè moltissime ambientazioni sono il risultato di una fusione di generi diversi.
    Cosa ne pensate a riguardo?
    Secondo voi l'ambientazione in cui si svolge il gioco ha un ruolo importante?
    Secondo voi se i giochi, come per esempio DeD o War hammer, fossero stati ambientati in modo diverso, e mantenuto le stesse identiche meccaniche, avrebbero avuto lo stesso successo commerciale?

    #33191
    Roberto
    Partecipante

    L'ambientazione e'importante ma non fondamentale.
    non ricordo dove ma avevo letto una classifica che vedeva tra i primi posti il fantasyentre negli ultimi astratti e sportivi.
    Un esempio dove lo stesso gioco il cambiamento di ambientazione (e comparto grafico con opportuni adattamenti) ha fatto vendere di piu' e' Vinci- Smallworld.
    Penso che i mix cerchino di distinguersi all'interno di macro insiemi.

    " Mai giudicare lo sforzo dal risultato soprattutto se il buco e' piccolo"

    #33192
    Grongo
    Partecipante

    E' vero, probabilmente smallwolrd vende di più rispetto vinci proprio grazie all'ambientazione fantasy e per la grafica.
    Sono d'accordo con te quando dici che l'ambientazione non è fondamentale, ma bisogna dire che molti giochi suscitano interesse proprio grazie ad essa. l'ambientazione ha spesso una funzione di attrazione. Io penso che per esempio un GDR come D&D avrebbe suscitato un interesse diverso se ambientato, per dire, in un particolare periodo storico realistico, come il rinascimento. Ovviamente il Fantasy piace a un vasto pubblico, di appassionati e non.

    #33197
    confucio
    Partecipante

    c'è una differenza (e non piccola)
    utilizzare ambientazioni fantasy ci permette di fare pressochè quello che vogliamo (con alcuni limiti perchè oggi anche il fantasy si è strutturato)
    ad esempio se voglio dire che per costruire orchi servono le risorse fango e pietra, e per fare degli elfi servono foglie e rugiada nessuno protesterà.
    se dico che un goblin ha attacco 1 difesa 1 e pisello 1 mentre un orco ha attacco 4 difesa 2 e pisello 4 nessuno protesterà ^^
    se dico che una corvetta spaziale portelliana è più veloce ma a meno scudi di un caccia di elto… chi protesterà?

    se invece mi vado a cacciare nello storico son guai…
    si pretende un certo realismo, a volte maniacale. il realismo va a cozzare contro le meccaniche, quasi sempre inesorabilmente.
    era più forte un battaglione di lanzichenecchi, uno di giannizzeri o di archibugeri imperiali? e secondo quali principi? magari però a te serve che le truppe siano differenziate, che le risorse generino diverse cose ecc…
    si chiama ginepraio
    si deve cedere su qualche “fronte” o si rischia di trasformare il boardgame in un gioco di simulazione storica (che spesso non è quello che vogliamo ottenere)
    ne segue che sono ben pochi i giochi ben ambientati in periodi storici precisi e contemporaneamente coerenti al 100% col periodo storico di riferimento, anche tra i grandi e grandissimi giochi di successo.

    Il sasso è troppo forte, va meglio bilanciato
    la carta va bene così, ben playtestata
    firmato: le forbici

    #33200
    Folkwine
    Partecipante

    Secondo voi l'ambientazione in cui si svolge il gioco ha un ruolo importante?

    Dipende.
    Saprai certamente che i giochi da tavolo sono suddivisi, genericamente in due grandi filoni, German e American, più un terzo che si sta definendo in questi ultimi anni, l'European. Sintetizzo per chi non lo sa.
    Il primo, il German tende a puntare tutto sulle meccaniche, tralasciando l'ambientazione ad un aspetto puramente marginale, ed è caratterizzato in particolare dall'assenza o quasi di alea.
    Il secondo, l'American, è teoricamente l'opposto, meccaniche semplici, svalangate di dadi/carte e un'ambientazione più ispirata.
    Infine l'European, è una via di mezzo che cerca di far combaciare gli aspetti positivi di entrambi i precedenti, dando lo stesso spazio a meccaniche e ambientazione, anzi cercando il più possibile di fare in modo che le meccaniche scelte rispecchino al meglio l'ambientazione stessa.
    Ritengo che un genere, l'altro o quell'altro ancora, siano adatti e validi comunque tutti indifferentemente per creare un gioco che risulti divertente, poiché questo non è altro che lo scopo principe del gioco da tavolo. Non scordiamoci che poi esistono gli astratti, che, pur non avendo per definizione alcuna ambientazione, sono belli pure loro. Tutto dipende poi dai gusti personali e da cosa uno ha voglia di giocare quella sera col suo gruppo di amici. Io stesso a volte ho voglia di immergermi in una ambientazione, altre volte preferisco solo un brainstorm cerebrale e vado con un solido gioco di piazzamento, altre ancora rollo dadi che è un piacere senza badare al resto.
    Certo è che, se un gioco è nato con lo scopo principale di ricreare una ambientazione, allora quest'ultima dovrebbe rispecchiarsi e sentirsi molto quando lo si sta giocando, rimanendo oltretutto il più possibile coerente nelle sue meccaniche, altrimenti rischia di diventare uno pseudo-astratto con una ambientazione posticcia, e allora tanto valeva farlo astratto del tutto.

    Secondo voi se i giochi, come per esempio DeD o War hammer, fossero stati ambientati in modo diverso, e mantenuto le stesse identiche meccaniche, avrebbero avuto lo stesso successo commerciale?

    Per me no.
    Hai citato titoli dove la componente relativa all'ambientazione è a farla da padrone secondo me, e le stesse meccaniche, applicate ad un altro genere sarebbero state diversamente accolte dal pubblico, proprio per questo motivo.
    E proprio il Fantasy, come giustamente Roberto e poi Confucio hanno fatto notare, attira una larga parte di persone per la sua intrinseca “libertà” ed è meno “di nicchia” rispetto a delimitati periodi storici che possono piacere o meno a seconda dei gusti. Nel Fantasy uno ha maggiore libertà in termini ruolistici e non solo.
    Poi c'è da dire che tu hai parlato di “successo commerciale”, questo non è automaticamente correlato al fatto che un gioco sia poi effettivamente “bello”. HeroQuest, per dirne uno, è un titolo che ha avuto un successo commerciale enorme, ma diciamocelo, se pure per l'epoca potesse essere quantomeno originale, se non altro per la componentistica, a livello di meccaniche non è che un banalotto tira e muovi… Eppure ha venduto un sacco, la combo “fantasy+mappa” è valida, e ancora oggi c'è gente che lo cerca e addirittura sta per uscire una versione nuova e rivista. Fascino nostalgico più che altro? Probabilmente. Ma sta di fatto che è indubbiamente un successo commerciale, fosse stato ambientato in una casa con dei topolini al posto degli eroi, alla ricerca del formaggio al posto dei tesori, e i gatti che danno loro la caccia al posto di goblin e orchi credo proprio che avrebbe venduto uno sputo (ops… qualcuno ha detto Mice & Mystics? vabbè, ora sono altri tempi, negli anni '80-'90 voglio vedere chi se lo sarebbe preso :P).

    Presidente associazione ludica DADODADODICI di Orzinuovi (BS)
    www.dadodadodici.it

    #33201
    Grongo
    Partecipante

    concordo nel dire che un gioco che ha un grande successo commerciale non necessariamente vuol dire che sia bello. In effetti ci sarebbero molti esempi da fare oltre a hero quest o risiko. Sappiamo comunque che il gioco che sia solo bello spesso non và da nessuna parte, serve che sia vendibile. Ovviamente ciò vale se il nostro scopo sia venderlo. E a questo scopo credo anche io che il fantasy giochi un ruolo importante.
    Ma non si rischia di cadere nella monotonia?

    #33205
    Folkwine
    Partecipante

    Ma non si rischia di cadere nella monotonia?

    Assolutamente, è il rischio che si corre seguendo la scia della moda popolare per avere riscontro economico.

    Direi che questa vignetta racchiude un po' il concetto:
    DorkTower1101.gif

    Presidente associazione ludica DADODADODICI di Orzinuovi (BS)
    www.dadodadodici.it

    #33208
    Grongo
    Partecipante

    ahahahahahah è vero, hai ragione.
    Questo è sempre stato un dilemma ostico. Se seguire la massa o no.

    #33222
    Stefano Negro
    Partecipante

    A questo proposito ci sta a pennello l'annuncio di Wizkids del suo prossimo Attack Wings: Dungeons&Dragons
    http://pinco11.blogspot.it/2014/04/anteprima-attack-wing-dungeons-dragons.html

    L'italianissimo sistema di gioco è a grandi linee lo stesso di Wings of War/Glory (battaglie aeree nella prima/seconda guerra mondiale) già utilizzato (con tutte le autorizzazioni e le modifiche del caso) in prodotti simili come Star Wars: X-Wing miniature game e Star Trek: Attack Wing.

    www.negrotraduzioni.com

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