Sui contratti editoriali…

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  • #8663
    Karl
    Partecipante

    Se il problema stà nella indubbia difficoltà di trovare un editore all’estero, quel punto è conveniente solo per Autori Novelli; ma non per Autori Affermati.
    :blink:

    Ma poi… se un editore pubblica un edizione internazionale dov’è il problema? In germania solitamente tendono a fare un edizione in tedesco e vien ben accolta anche in inglese?

    Forse, e correggetemi se dico un xxxxxxx, dipende anche dal prodotto (gioco).

    Karl

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    #8664
    wallover
    Partecipante

    Mariov wrote:

    Però secondo me sul punto 1 c’è poco altro da dire.In pratica dice semplicemente: “l’autore cede TUTTI i diritti per (Italia/Europa/Mondo/Sistema Solare/Galassia/Universo) all’editore, che può anche cederli a terzi. Da questo momento in poi l’editore può venderlo a tutti i suoi clienti: distributori, negozianti, associazioni o anche privati giocatori.”

    Se non ci sono dubbi particolari, direi che si può procedere col punto 2 :)

    OK, era importante sottolineare che non c’e’ nulla di fisso e di scontato. A me ad esempio e’ riuscito di fare un contratto per certi paesi e non per altri, ad esempio. Saltata fuori l’occasione di pubblicare in un paese scoperto ho chiamato il vecchio editore per riconoscergli la sua parte (peraltro non prevista). Ma si tratta di un caso limite dovuto all’amicizia e alla correttezza che ci lega e che va oltre qualche centinaio di euro. Aspettiamo domani, così lasciamo tempo ad altri di leggere con calma? Tanto se abbiamo aspettato finora possiamo farcela ancora per un mese. :-D

    Per Karl: >Ma poi… se un editore pubblica un edizione internazionale dov’è il problema? In germania solitamente tendono a fare un edizione in tedesco e vien ben accolta anche in inglese?

    Se l’edizione e’ internazionale il problema non si pone, visto che l’editore e’ il medesimo.

    Walter Obert

    #8668
    Mariov
    Partecipante

    Karl wrote:

    Se il problema stà nella indubbia difficoltà di trovare un editore all’estero, quel punto è conveniente solo per Autori Novelli; ma non per Autori Affermati.
    :blink:

    Ma poi… se un editore pubblica un edizione internazionale dov’è il problema? In germania solitamente tendono a fare un edizione in tedesco e vien ben accolta anche in inglese?

    Forse, e correggetemi se dico un xxxxxxx, dipende anche dal prodotto (gioco).

    Karl

    Diciamo che va da caso a caso.
    Un autore è libero di scegliere se cedere i diritti solo per una nazione o per l’europa o per il mondo. A seconda della propria notorietà e del tipo di gioco farà le sue valutazioni ed elaborerà una sua proposta, cercando poi un editore che la accetti.

    In pratica qui su IDG ci sono molti aspiranti autori che non hanno ancora pubblicato, quindi probabilmente in questa “lettura del contratto” che stiamo facendo è giusto mettere molti consigli e spiegazioni rivolti a tale tipo di pubblico.

    Personalmente, se mi si presenta un autore che vuole vendermi i diritti solo per l’Italia, c’è una possibilità su un milione che io accetti (ovviamente c’è differenza fra un autore che si chiama Reiner Knizia e uno che si chiama Pippo Calippo).
    Ma la cosa fondamentale da far capire, IMHO, è che non si tratta certo di un contratto capestro, anzi: questo modo di trattare i diritti secondo me offre vantaggi a entrambe le parti e non crea nessun problema, quindi se un editore ve lo offre io direi di accettarlo senza farvi nessun tipo di paranoia sul fatto di cedere i diritti solo per una nazione o per l’altra, soprattutto se non avete ancora pubblicato: come ho già scritto prima, le occasioni vanno prese! :)

    Mario Sacchi - Post Scriptum
    http://postscriptum-games.it
    Il mondo è bello perché è Mario

    #8669
    Mariov
    Partecipante

    wallover wrote:

    OK, era importante sottolineare che non c’e’ nulla di fisso e di scontato. A me ad esempio e’ riuscito di fare un contratto per certi paesi e non per altri, ad esempio. Saltata fuori l’occasione di pubblicare in un paese scoperto ho chiamato il vecchio editore per riconoscergli la sua parte (peraltro non prevista). Ma si tratta di un caso limite dovuto all’amicizia e alla correttezza che ci lega e che va oltre qualche centinaio di euro.

    Grande Walter. Come sempre :)

    wallover wrote:

    Aspettiamo domani, così lasciamo tempo ad altri di leggere con calma? Tanto se abbiamo aspettato finora possiamo farcela ancora per un mese. :-D

    Ma certo. Gestisci pure tu. Io rispondo semplicemente ai dubbi quando ne ho la possibilità e conoscenza, come ho sempre fatto :)
    Lo sai che mi piacciono ‘ste cose ;)

    Mario Sacchi - Post Scriptum
    http://postscriptum-games.it
    Il mondo è bello perché è Mario

    #8670
    wallover
    Partecipante

    Mariov wrote:

    Ma certo. Gestisci pure tu. Io rispondo semplicemente ai dubbi quando ne ho la possibilità e conoscenza, come ho sempre fatto :)
    Lo sai che mi piacciono ‘ste cose ;)

    Approfitto per ringraziarti della disponibilita’. Avviso della discussione in corso anche altri editori e autori, in modo da arricchire ancora di piu’ la discussione.

    Walter Obert

    #8671
    Angiolillo
    Partecipante

    Plaudo anche io all’iniziativa e condivido quanto detto finora, proprio tutto.

    Dalla mia breve esperienza aggiungo…

    …che è vero che un gioco è più facile da pubblicare in una nazone se è già apparso da qualche parte. Dal 2002 al 2004 vari editori esteri hanno manifestato interesse per Wings of War, ma nessuno si è davvero deciso. La Nexus ha deciso di fare da sola e a marzo 2004 ha pubblicato il gioco: a maggio è uscita l’edizione angloamericana, a giugno quella tedesca e quella greca, poi si sono più o meno rapidamente succedute olandese francese spagnola polacca russa finlandese/svedese…

    …che la cessione del goco all’estero può passare sia per edizioni internazionali stampate dall’editore originale (la maggior parte delle edizioni di WoW in cui cambia solo il regolamento e il bollino con scritto “regole in xxx all’interno), per edizioni locali prodotte dall’editore originale (per esempio l’edizione olandese con scatola in olandese di WoW, stampata da Nexus per PS-Games), con licenze a editori che si stampano il gioco nel loro paese (per esempio l’edizione russa di WoW della Tehnolog). Nel primo caso si prende la percentuale da vendita diretta, nel terzo si dividono gli utili. Il secondo caso noi lo abbiamo regolato come il primo: in fondo è una vendita diretta Nexus, in cui PS-Games si configura più che altro come un distributore…

    …che io ho sempre diviso i diritti collaterali provenienti da altre edizioni al 50%, e l’unica volta che mi hanno proposto 10% all’autore e 90% all’editore è bastato un rapido e fermo rifiuto per far correggere al 50% e 50%…

    …che questo caso non vale solo per le edizioni estere ma anche per altre edizioni italiane (libri-gioco ripubblicati dal club del libro, ma immagino anche X-Bugs o Prendi e porta a casa ripubblicati da Dal Negro)…

    …che tale suddivisione è corretta anche per il caso che l’editore italiano si limiti a 1000 copie tenuto conto che investe su illustrazioni, impaginazione e altro spesso direttamente utili a chi prende licenze: quando la Tehnolog fa le edizioni russe dei prodotti WoW si fa passare i file da Nexus per rielaborarseli localmente, ma usa tutto l’artwork di Auletta/Calì e buona parte del lavoro di impaginazione di Fabio Maiorana, pagati dalla Nexus e la cui esistenza agevola la cessione della licenza. Poi magari sta a voi scegliervi un editore italiano con le spalle più larghe di uno che fa solo 1000 copie…

    …che si dividono in questo modo i proventi al netto di eventuali agenti che abbiano mediato la cessione; se proprio si vuole retribuire il lavoro di un autore che procura contratti esteri, si può decidere di retribuirlo “a monte” come se fosse un agente (che nella mia esperienza diretta prende dal 10% al 25% dei diritti d’autore, anche se so che c’è chi chiede di più) e poi di dividere i proventi restanti come da contratto. In fondo, questo rende indifferente il fatto che il lavoro da agente sia svolto dall’autore o da qualcun altro. In verità, per i miei giochi ho sempre fatto da agente gratis anche se ci sono stati editori che mi hanno fatto questa proposta di considerarmi agente dei miei giochi se trovavo io stesso editori esteri, e la trovo ragionevole…

    Per ora non mi viene in mente altro.

    Salutoni!

    Andrea

    Post edited by: Angiolillo, at: 2008/01/19 07:33

    #8672
    Angiolillo
    Partecipante

    Per un confronto, ecco un altro articolo 1 di un’altra casa editrice dal contratto un po’ più strutturato e se vogliamo pedante:

    L’AUTORE cede all’EDITORE, che accetta e compera, i diritti esclusivi di pubblicazione a mezzo stampa della sua opera dal titolo:
    xxx
    composta da testo e diagrammi esplicativi.
    L’AUTORE si impegna a consegnare detta opera in forma completa entro il xxx. L’EDITORE si impegna a pubblicare e mettere in vendita detta opera entro il xxx. Tutte le spese di pubblicazione sono a carico dell’EDITORE, così come tutte le spese di redazione dell’opera sono a carico dell’AUTORE.
    Il nome dell’AUTORE figurerà nell’opera, mentre sulla pagina d’uso verrà inserita la menzione a protezione del copyright internazionale così espressa “© xxx [editore e anno]”.

    Qui vediamo un po’ meglio gli obblighi di ciascuno. L’articolo ingloba anche il 2 del contratto di mariov, e a contraltare dell’impegno dell’editore a pubblicare entro una certa data (per mariov un anno, ma può variare) c’è quello dell’editore a consegnare. Inoltre è esplicitato l’impegno a riconoscere la paternità dell’opera. In questo caso è generica, ma cito da un contratto che ho firmato come agente con una grande casa editrice tedesca:

    The reference to Licensor given in Schedule A shall be printed on the box and in the instructions. The name of an inventor (author) shall appear on the front of the box. Additionally the copyright notice of Publisher will appear.

    Qui si specifica ancora meglio: il nome dell’agente deve apparire sia sulle istruzioni che sulla scatola (senza specificare il punto), quello dell’autore sul fronte della scatola.

    #8673
    Karl
    Partecipante

    Una sola domanda; cosa è compreso nelle spese di redazione?

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    #8674
    Angiolillo
    Partecipante

    Beh, bella domanda. Carta, toner della styampante, elettricità. Forbici, colla, scotch per il prototipo. I francobolli per spedirlo. Libri e film e visite a musei e gite sul posto a Carcassonne o a Puerto Rico per documentarsi o semopluicemente trarre ispirazione, altri giochi che servono a farsi una cultura ludica e a non copiare, spese di partecipazione alle fiere per il necessario aggiornamento professionale… Di tutto un po’. In parte imputabile a ciascun singolo gioco, in parte (ho volutamente esagerato) all’attività di autore in generale.

    Per questo il diritto d’autore prevede un regime fiscale semplificato in cui non si tassano tutti i proventi ma solo il 75% (se non è cambiato qualcosa di recente). Si presume, forfettariamente, che il 75% di quello che un autore riceve sia effettivamente unb compenso, mentre il 25% sia un rimbvorso delle più diverse spese sostenute e quindi non vada tassato.

    #8676
    Karl
    Partecipante

    Qualche redazione si occupa anche dello sviluppo grafico/immagine del prodotto. Da qui la mia domanda. ;)

    Si anch’io ero rimasto al 20% sul 75% de lordo.

    Karl

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    #8677
    Angiolillo
    Partecipante

    Quello però rientra nell’attività dell’Editore, e dal punto di vista di questa norma nelle spese di pubblicazione. Se poi l’autore fa anche da redattore, grafico, illustratore, impaginatore o altro, al posto dei collaboratori interni o esterni della casa editrice, può farsi retribuire a parte: di solito non sono rapporti regolati dal contratto di edizione e sono rettribuiti per lo più con pagamenti forfettari, non percentuali. Mi viene in mente un solo caso di illustratori pagati a percentuale, ovviamente per risparmiare: nei primi anni ’90 una piccola casetta editrice americana, la Wizard of the Coast, si è trovata davanti la proposta di un professore di matematica per un gioco di carte collezionabile come le figurine. Purtroppo servivano circa 300 disegni e la WotC temeva di recuperare chissà quando le spese: e allora li ha fatti fare a diversi disegnatori, pare con un contratto a percentuale sulle vendite. Che sono andate decisamente meglio del previsto, arricchendo gli illustratori in questione. Di meno i più bravi, messi a illustrare le carte più rare e potenti; un po’ di più i bravini, molto i mediocri e tantissimo le vere “scarpe” messe a illustrare le carte più dozzinali (e diffuse). Non so se ricordate quanto erano brutte le isole della prima edizione di Magic, fra tutte le terre base… La bazza è durata finché con una scusa del restyling la WotC ha cambiato tutti i disegni alle carte.
    Ma sto divagando. Passiamo all’articolo 2 di Mariov, peraltro già sfiorato anche dall’1 che ho citato io, oppure c’è ancora da dire su questo punto?

    Post edited by: Angiolillo, at: 2008/01/19 17:46

    #8684
    wallover
    Partecipante

    Angiolillo wrote:

    L’AUTORE si impegna a consegnare detta opera in forma completa entro il xxx. L’EDITORE si impegna a pubblicare e mettere in vendita detta opera entro il xxx.

    Io aggiungerei solo che la questione della data spesso e’ fondamentale, e sovente causa di discussioni. Nulla vieta di firmare contratti che prevedano anche 3 anni di tempo per la pubblicazione, e ci sono editori che li propongono ancora oggi.
    Cio’ significa per l’autore la possibilita’ di veder effettivamente in circolazione il suo gioco dopo 4 anni; oppure di vedersi bloccato il gioco per tre anni senza poi la garanzia di produrlo effettivamente, tanto chi mai andrebbe a fare causa per una questione simile? E dopo 3 anni avrebbe ancora senso stampare il gioco all’editore? Probabilmente per allora sarebbero cambiati anche i suoi piani editoriali.
    Dal punto di vista dell’editore: e’ ovviamente opportuno riservarsi un margine di tempo sufficiente a garantirsi l’adeguato tempo per le proprie scelte produttive. Spesso si parla di produzioni in partnership internazionali che prevedono necessariamente tempi piu’ lunghi del normale.

    Una buona soluzione a questi problemi resta sempre il contratto di opzione. Se davvero l’editore e’ interessato ad un gioco, puo’ dimostrare la sua serieta’ acquistandone l’esclusiva per tot mesi a tot euro, senza impegnarsi in un contratto di edizione. In quel periodo il gioco restera’ a sua disposizione. Al termine del periodo se decidera’ di stamparlo i soldi versati varranno come anticipo, altrimenti il gioco torna all’autore senza alcun impegno. Questo e’ un discorso da farsi a monte del contratto di edizione, e che puo’ facilitare molto le cose. Non vorrei pero’ aggiungere altra carne al fuoco…

    Angiolillo wrote:

    Tutte le spese di pubblicazione sono a carico dell’EDITORE, così come tutte le spese di redazione dell’opera sono a carico dell’AUTORE.

    Sulle spese redazionali, io fortunatamente non ho mai visto una simile voce. Se l’editore decide di produrre il gioco il resto della lavorazione e’ a carico suo, sembra ovvio. Potrebbero essere intese come le spese che hanno portato alla realizzazione del prototipo finale approvato. Ma ci mancherebbe anche che venissero contabilizzati al’autore i costi redazionali… Addirittura in un contratto ho visto le “designer’s fees”, un rimborso forfettario non restituibile quale riconoscimento per le spese sostenute dall’autore nell’elaborazione del prototipo (ma qui siamo davvero nel paradiso degli inventori).

    Post edited by: wallover, at: 2008/01/21 12:39

    Walter Obert

    #8685
    Angiolillo
    Partecipante

    Sulle spese di redazione direi che sono proprio quelle che l’autore si paga di tasca sua. Nessun editore mi ha mai chiesto rimborsi, è solo a sua cautela per evitare immagino di trovarsi un autore che pretende di farsi pagare i ventotto pippoli di legno, la stampata su cartone a colori e i tre dadi e cento facce del prototipo, più i francobolli per mandarlo e il consumo delle forbici. Tra l’altro credo sia un retaggio dai contratti librari, da cui questi derivano: mi pare di averlo letto altre volte nei miei contratti per libri.

    Sulla data concordo per l’importanza. Devo anche dire che il contratto di Mariov ha dal mio punto di vista una lacuna. Io ne ho uno simile che recita però:

    3.Quale corrispettivo della cessione di cui all’ articolo I, l’Editore pagherà agli Autori una somma pari all’X% (xxxper cento) del prezzo medio di vendita (netto d’Iva) per tutte le copie dell’opera vendute (cifra da intendersi complessiva e da suddividersi tra gli Autori), impegnandosi a fornire agli Autori i dati di vendita effettivi ogni semestre, con scadenze al 30/06 ed al 31/12 di ogni anno. L’Editore si impegna inoltre a versare agli autori entro 30 giorni dalla stipula del presente contratto la somma complessiva di € x,00 (xxx/00) quale acconto sul corrispettivo suindicato, a titolo di royalties minime garantite, da dedurre dai successivi pagamenti e comunque non ripetibili.

    Ora, l’anticipo (solitamente dimensionato come ordine di misura ai diritti sulla prima tiratura) giustifica l’impegno dell’autore per il lasso di tempo. Se il gioco non esce, all’autore resta comunque l’anticipo che non sarà la stessa cosa ma è pur sempre un indennizzo. Inoltre se il gioco esce dopo 4 anni almeno l’autore vede dei soldi subito e non dopo 4 anni e 6 mesi.

    Solo una volta, su insistenze di un editore che piagnucolava sulle ristrettezze del mercato italiano, ho firmato un contratto senza anticipo. Ovviamente me ne sono pentito: l’editore non ha mai pubblicato il gioco, e addio quindi anche all’x% su tutte le copie da lui mai vendute.

    #8686
    Mariov
    Partecipante

    Angiolillo wrote:

    Solo una volta, su insistenze di un editore che piagnucolava sulle ristrettezze del mercato italiano, ho firmato un contratto senza anticipo. Ovviamente me ne sono pentito: l’editore non ha mai pubblicato il gioco, e addio quindi anche all’x% su tutte le copie da lui mai vendute.

    Ma non puoi rivalerti sull’editore in questo caso? In teoria sì, visto che il contratto dice esplicitamente che l’editore si impegna a pubblicare il gioco entro un certo periodo di tempo.

    Mario Sacchi - Post Scriptum
    http://postscriptum-games.it
    Il mondo è bello perché è Mario

    #8690
    Angiolillo
    Partecipante

    Il fatto è che se non cè un anticipo, non c’è nemmeno una penale fissata. Senza anticipo che fai? Gli fai causa e gli chiedi i danni? Difficilmente quantificabili, visto che il gioco non è mai uscito ed è arduo dire quanto avrebbe incassato…

    A parte il fatto che esistono editori assai signorili che (mi ha detto un amico che ne ha avuto uno) molto signorilmente l’indennizzo lo pagano spontaneamente, in caso di mancata pubblicazione. Ma sono eccezioni.

    In quel caso chiudemmo un occhio (uno per uno, io e il mio coautore) e facemmo finta di nulla. Contratto scaduto, diritto tornati a noi. Il pasticcetto è che non solo non aveva pubblicato il gioco mancando al suo impegno di cui all’articolo 2 (il che, secondo il mio avvocato, comporta nullità del contratto), ma aveva pure esercitato il suo diritto di cedere all’estero i diritti (sua prerogativa di cui agli articoli 1 e 5), cessione che a quel punto non aveva il diritto di fare. C’era di che alzare un bel polverone, con conseguenze anche all’estero, facendosi ridare anche l’altro 50% dei diritti di cui al punto 5 e però svergognandolo oltreconfine… L’avvocato era pronto, invece abbiamo chiuso anche l’altro occhio.

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