Presentando un gioco ad un editore, dopo i 3 minuti necessari per una piccola introduzione, prima ancora di iniziare a parlare di meccaniche, dinamiche, svolgimento dei turni, ecc… mi ha fermato con una semplicissima domanda: “Cos'ha di particolare questo gioco che gli altri non hanno?”
Non tutti i giochi (o i racconti) che passano per la mia mente lo fanno nell'ottica di trovare un editore, anzi il più delle volte io sviluppo un'idea perché mi piace, e solo dopo vedo se portarmela in giro da qualche parte (per quel poco che giro). Altrimenti passerei più tempo a forzare idee in una direzione che a svilupparle, non ci sarebbe più il gusto di creare.
in termine di design questo si chiama blue sky quando un disegnatore sceglie o gli viene detto di avere la libertà di crearea a suo piacimento. Io ti consiglio, per esperienza , di cominciare a divertirti con lo SLow boil , quando un designer creare con dei paletti preimpostati, ad esempio un tema o un setting oppure meccaniche !
in termine di design questo si chiama blue sky quando un disegnatore sceglie o gli viene detto di avere la libertà di crearea a suo piacimento. Io ti consiglio, per esperienza , di cominciare a divertirti con lo SLow boil , quando un designer creare con dei paletti preimpostati, ad esempio un tema o un setting oppure meccaniche !
Già lo faccio spesso in altri ambiti, ad esempio coi contest letterari (ma anche quando facevamo i contest di game design qui non era male). Il punto è la differenza tra “Ho un'idea per un gioco e la sviluppo perché mi sembra interessante e voglio portarla a termine” e “Devo/voglio fare un gioco che risponda a questi parametri e dunque cerco un'idea che lo faccia e/o vi adatto un'idea esistente”. A volte faccio la prima cosa, a volte la seconda.
Cérto
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