Apro un nuovo topic perché nell’altro siamo OT.
Purtroppo è scoraggiante vedere che i nuovi arrivati non si riescano a togliere dalla testa questa assurda paura, nonostante ci siano editori, autori affermati, organizzatori di eventi e anche semplici appassionati che abbiano ripetuto più volte quanto sia ridicolo temere un plagio.
vincel wrote:
ma se hai inventato il nuovo risiko come fai a mandarlo alle case editrici se non ci sono modi per salvarlo???
cioè, tu lo mandi, a questi piace, tu l’hai dato anche ad altre case e questi decidono di farlo fregandosene di te per evitare che tu lo venda ad altre case.
che fai?
Il discorso è semplice: il modo per “salvarlo” non esiste. Per il semplice motivo che se anche tu potessi brevettare il tuo gioco, io potrei semplicemente farne uno uguale al tuo al 99% e non darti un centesimo.
Quindi se non lo vuoi mandare, non mandarlo, però ci smeni SOLO tu.
Gianlu wrote:
voglio dare un mio parere seppur questo voglia essere una provocazione a una risposta di voi esperti perchè di fatto non sono nè un editore nè un vero ideatore di giochi (ho 3 giochi sotto mano ma che ancora necessitano di essere revisionati e testati)
A mio avviso ogni inventore ha l’unico desiderio di avere riconosciuto i meriti del lavoro da lui svolto e questo potrebbe essere un incentivo a continuare a pubblicare, io personalmente ho timore pure di con chi fare i test, figuriamoci nell’editoria.
Capisco che sia antipatico, come ho letto in un altro topic, trovarsi un prototipo di un gioco inviato da un avvocato, ma mettendosi nei panni dell’ideatore lui cerca come è giusto, ad avere riconosciuto i meriti del lavoro. Perchè, voi lo saprete più di me, l’ideatore non butta giù solo una idea, ma si sforza anche a renderla “funzionante” e dal suo punto di vista piacevole, compiendo dovuti sforzi. Credo ma solo per mia supposizione, che in una situazione dove non c’è tutela molti giochi (capolavori o flop che siano) possano non emergere mai nel mercato pubblico proprio perchè l’ideatore valuta che “il gioco non vale la candela” cercando un escamotage anzichè rendere il gioco pubblico.
questo è un peccato, ma come ho scritto sopra, ci perde solo l’autore.
E’ già anche spiegato il perché: io sono un editore, ho già TANTISSIMO da fare col mio lavoro. Figurati se mi prendo il rischio di una causa legale, con tutte le spese e le ore perse connesse, per non dare il 5% a un autore. Anche perché nel caso in cui questo 5% fosse una cifra consiferevole, vorrebbe dire che io ci ho guadagnato davvero tanto. E allora a maggior ragione avrò tutto l’interesse a tenere l’autore nella mia “scuderia”, dandogli anche di più per i giochi successivi, nella speranza che possa replicare il successo.
Inoltre c’è un altro aspetto importante da considerare: il nostro mondo è piccolo, quindi se tu mostri il tuo gioco in fiera, tutti gli addetti ai lavori sapranno che è tuo. Se io te lo rubo mi sputtano. E sputtanarsi, in questo ambiente, può voler dire chiudere definitivamente bottega perché non solo la gente non comprerà quel gioco, sapendo che è un plagio, ma non comprerà neppure i successivi, probabilmente.
Gianlu wrote:
Secondo me potrebbe essere l’editore stesso a mettere a proprio agio un inventore di gioco inviando una richiesta con bollo o firma dell’editore magari allegando la copia del regolamento che testimoni la visione dello stesso in caso che il gioco non venga accettato, oppure onde evitare di creare traffici burocratici, servirsi di dati elettronici che testimonino la data antecedente alla pubblicazione (che so avvalersi della data di masterizzazione dei file su un cd).
Irrealizzabile, IMHO: il 90% dei giochi che mi arrivano sono acerbi, già visti, o proprio brutti. Su quelli acerbi si può lavorare, su quelli già visti si informa l’autore che sono tali, e quelli brutti si rifiutano.
Se io, per leggere un gioco buono, devo mandare via 10 o 20 richieste firmate, stai tranquillo che mi passa la voglia e la passione per questo mestiere. Soprattutto perché gli autori bravi che già conosco, se mi sottopongono un gioco, non si fanno alcun problema.
Ripeto quello che ho scritto: alcuni dei regolamenti che mi arrivano sono preceduti da un disclaimer che dice che sono stati depositati alla SIAE o cose simili. L’unico effetto che ha questo disclaimer è di mettermi di cattivo umore, e di farmi capire che la persona che mi scrive non ha alcuna esperienza del mondo dei giochi, quindi quando leggo parto già col pregiudizio che il gioco non mi piacerà (e quasi sempre, in effetti è così).
Davvero, lo dico per voi. Toglietevi dalla testa queste baggianate al più presto e ci guadagnerete solamente.
Ciao,
Mario
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
Io parlo da non editore e da non autore (o, meglio, per essere autore lo sono, perché i giochi li invento, ma non ho mai “pubblicato” nulla e a dire il vero neanche mai proposto nulla a una casa editrice se non un’unica volta), ma nonostante questo, come ho detto altrove, sono dell’idea che temere il “furto” del regolamento di un gioco è insensato.
È ovvio che un editore ha più da guadagnarci ad accaparrarsi un buon autore che a rubargli un gioco, perché è probabile che quello stesso autore partorisca altre cose non meno interessanti. E se l’autore non è buono… be’, che vantaggio c’è a rubare un gioco che non vale niente?
Può darsi (io certo non lo so) che le cose siano diverse nel mondo del cinema, della televisione o della musica ma, ad esempio, io sono anche uno scrittore e non vado a depositare ogni singolo romanzo che scrivo alla SIAE prima di presentarlo a un editore, però finora ho due libri all’attivo e sono in giro col mio nome e cognome sopra.
Davvero, lo dico per voi. Toglietevi dalla testa queste baggianate al più presto e ci guadagnerete solamente.
Quest’idea di “togliersi dalla testa queste baggianate al più presto” è mia, io avevo detto “sciocchezze” anzichè “baggianate” ma mi hai chiaramente plagiato la meccanica principale.
Avrai notizie dai miei avvocati.
Scherzi a parte, le cose stanno proprio così.
Un editore accusato di plagio (nel caso in cui venisse provata la sua “colpevolezza”) vedrebbe la sua credibilità (e le sue vendite) crollare in maniera indicibile, vista la ristrettezza dell’ambiente.
Davvero, lo dico per voi. Toglietevi dalla testa queste baggianate al più presto e ci guadagnerete solamente.
Quest’idea di “togliersi dalla testa queste baggianate al più presto” è mia, io avevo detto “sciocchezze” anzichè “baggianate” ma mi hai chiaramente plagiato la meccanica principale.
Avrai notizie dai miei avvocati.
Sì, ma non possono farmi niente
Se tu hai tutelato la frase: “toglietevi dalla testa queste sciocchezze al più presto” e io ho scritto “baggianate”, hai solo speso i tuoi soldi e arricchito la SIAE per niente.
Esattamente come per i regolamenti dei giochi
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
Davvero, lo dico per voi. Toglietevi dalla testa queste baggianate al più presto e ci guadagnerete solamente.
Quest’idea di “togliersi dalla testa queste baggianate al più presto” è mia, io avevo detto “sciocchezze” anzichè “baggianate” ma mi hai chiaramente plagiato la meccanica principale.
Avrai notizie dai miei avvocati.
Sì, ma non possono farmi niente
Se tu hai tutelato la frase: “toglietevi dalla testa queste sciocchezze al più presto” e io ho scritto “baggianate”, hai solo speso i tuoi soldi e arricchito la SIAE per niente.
Esattamente come per i regolamenti dei giochi
Ma si, l’ho scritto apposta come “esempio pratico”.
Io comunque ho una procedura standard per tutti i miei giochi: li metto su una piroga di bambù, e li lascio andare lungo il Grande Fiume, verso il Tibet, dove i Sommi Saggi leggono le regole, le rimettono nella piroga e la incendiano.
Nessuno mi ha mai rubato un’idea*.
*leggere le mie regole e bruciarle è una cosa che fanno anche gli editori, che vogliano mandarmi un messaggio?
Non ricordo chi ma nel 18.. e fischia disse in maniera profetica:
“”se prima bruceranno i libri poi bruceranno le persone”
Che sia questo il messaggio che gli editori ti vogliono mandare Iz?? o_O
firmato Pestrin Roberto ustionato al 50%
Post edited by: roberto, at: 2010/09/20 15:24
" Mai giudicare lo sforzo dal risultato soprattutto se il buco e' piccolo"
Per quanto riguarda gli editori il discorso non è valido per tutti; in giro ci sono persone senza scrupoli che farebbero di tutto per guadagnare un solo centesimo in più o semplicemente per tappare un buco nella linea editoriale utilizzando una buona idea da un gioco arrivato in redazione. E perchè no!!! anche addetti allo sviluppo che fanno proprie le idee di altri per apparire capaci agli occhi del manager.
Non c’è cmq modo di tutelarsi legalmente quindi mettetevi l’anima in pace e riponete il portafogli in tasca.
Cose da fare:
.Informatevi sulla reputazione dell’editore
.Controllate se nelle loro pubblicazioni appaiono nomi di designer esordienti; ci andrei più tranquillo
.Scatole senza nome? probabilmente hanno un uffcio sviluppo interno, mmmh più rischioso;
Regolamenti ed immagini sul web
Cautela cautela. Per i regolamenti, praticamente li bruciate. Per le immagini date spunti per giochi con meccaniche simili. (com’è già successo ad un noto autore qualche anno fa).
Playtest ed incontri
Purtroppo non c’è nulla da fare, la mente è una spugna ed immagazzina tutto. Quindi è possibile che, in buona fede, qualcuno “inventi”, anche a distanza di mesi, un gioco che sfrutti le meccaniche di un gioco inedito playtestato tempo prima. A me incautamente è successo di farlo, naturalmente l’idea è stata cestinata appena me ne sono reso conto.
“Tempo fa dopo un incontro di Playtest con altri autori ho ricevuto un e-mail da uno degli autori che era presente dove mi diceva che aveva creato un gioco con delle meccaniche molto simili ad uno dei miei; poi mi chiede se era c’erano problemi se lo utilizzava per un evento. “
Cosa fare:
.Le persone non sono tutte uguali quindi consiglio di circordarsi di persone oneste.
.Il consiglio più frequente qui su IDG: farlo giocare a più gente possibile.
In contraddizione a quanto detto sopra più si parla di giochi e ne se condividono le idee maggiori saranno le probabilità che ne venga fuori un gran gioco. I migliori autori italiani sono tutti circondati da altrettanti bravissimi playtester,critici ed editori.
Quindi ritengo che la paura di esser plagiati è legittima, ma se non la si supera si rimarrà sempre nella mediocrità.
Per quanto riguarda gli editori il discorso non è valido per tutti; in giro ci sono persone senza scrupoli che farebbero di tutto per guadagnare un solo centesimo in più o semplicemente per tappare un buco nella linea editoriale utilizzando una buona idea da un gioco arrivato in redazione. E perchè no!!! anche addetti allo sviluppo che fanno proprie le idee di altri per apparire capaci agli occhi del manager.
Beh, ma in tal caso fai pure i nomi, secondo me. Se c’è gente che si comporta così è giusto smascherarla!
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
Purtroppo non c’è nulla da fare, la mente è una spugna ed immagazzina tutto.
avanti su, non ditemi che non avete mai riutilizzato qualche cosa che avete già visto in qualche altro gioco!!!
Forzando il ragionamento, immaginate un mondo “perfetto” in cui ogni idea venisse tutelata (brevettata/registrata quello che volete voi), vi viene in mente l’idea del gioco del secolo, solo che utilizza una pedina su una plancia, idea già brevettata nel 1558. Non potreste liberamente utilizzarla.
Non potreste inserire nel vostro gioco delle carte, non sarebbe possibile mescolarle, non potreste chiedere di tirare un dado
Fino a che punto è il caso di invocare la santa tutela del brevetto?
TUTTO SAREBBE PLAGIO!!! tutto.
Quindi ritengo che la paura di esser plagiati è legittima, ma se non la si supera si rimarrà sempre nella mediocrità.
Però hai fatto un po’ un miscuglio tra l’essere plagiati dall’editore e l’essere plagiati da altri autori.
La prima cosa a me pare estremamente improbabile. Capisco che tu possa trovare magari una persona disonesta nello staff dell’editore e che sia questa a fare magagne piuttosto che l’editore in quanto tale, ma non so quanto sia facile una cosa simile.
La seconda cosa magari è possibile, ma tutto dipende da cosa ne hai fatto del gioco.
A me non verrebbe mai in mente qualcosa del tipo “Se posto il mio regolamento su IDG rischio che un altro autore lo legga e lo sfrutti”, perché se lo fa… be’, c’è proprio il mio post su IDG a dimostrare che l’idea era mia. Se però vado di persona a casa di un altro autore e glielo spiego a voce, poi posso solo andarci di nuovo e prenderlo a legnate una volta che me l’ha fregato, perché dimostrare il plagio sarà impossibile, ma il fesso di turno sono io a essermi fidato in quel caso.
@Massimiliano: è quello che dicevo anche io. Brevettiamo il lancio di dadi e tanti saluti, il prossimo che fa un gioco si deve inventare un sistema da zero per estrarre un numero da 1 a 6 (e non la tombola, che è già brevettata anche quella).
Se faccio i nomi rischio che mi fanno causa per diffamazione.
Accade spesso nelle grandi anonime aziende di collezionare i giochi della concorrenza e non; questo non solo per attuare delle stretegie di marketing ma anche , su necessità, per tirar fuori dal cilindro la base di un gioco su cui poter lavorare; se poi uno di questi giochi è un pdf inviato da uno sconosciuto che chiede il 5-6% del fatturato poco importa l’e-mail di rifiuto sarà già stata inviata. Un taglio qui uno la, cambio materiale ed il gioco è fatto.
Non voglio dire che tutte le grandi aziende agiscono in questo modo.
E spero che in molti abbiano capito il genere di aziende di cui non mi fido; se si conosce qualcuno all’interno poi il discorso cambia.
In pratica si sta dicendo che l’editoria dei giochi è un mondo di merda, malregolamentato e malpagato e che per farci veramente dei soldi bisogna avere una fortuna sfacciatissima (oltre che a delle reali buone idee condite da esperienza).
In effetti l’unico motivo per cui averci a che fare e che nel frattempo ci si può anche divertire.
O no?
Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.
In pratica si sta dicendo che l’editoria dei giochi è un mondo di merda, malregolamentato e malpagato e che per farci veramente dei soldi bisogna avere una fortuna sfacciatissima (oltre che a delle reali buone idee condite da esperienza).
In effetti credo che si stia dicendo che per farci veramente dei soldi tocca rubare un camion carico di scatole pronte per la distribuzione e rivenderle sottocosto porta a porta 😆 (E no, non voglio consigliare la cosa a nessuno).
Ma parlando seriamente, nell’editoria, quale che sia, qui da noi si fanno soldi più o meno seri solo vendendo quantità enormi (cosa che, in genere, non succede).
Quanto credi che prenda io di diritti d’autore su un libro? Se mi va bene, ma proprio bene, circa un euro a copia venduta. Per guadagnarci davvero dovrei poterli comprare io al prezzo riservato a me e rivenderli a prezzo pieno (ma a chi? Porta a porta pure io? ^__^; )
Cérto
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