Vedo e non vedo: nascondere le foto

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  • #554
    wallover
    Partecipante

    Notando che le mia richiesta di non pubblicare le foto di un mio proto presentato a Berceto ha sollevato qualche legittimo interrogativo, ci terrei a precisare alcuni aspetti della questione. Collateralmente, penso possano uscirne degli spunti per altre riflessioni interessanti. Premetto che non mi piace utilizzare IDG per parlare dei miei giochi; spero che venga compresa la mia intenzione di far innanzitutto chiarezza per affrontare un tema che sembra interessare molti.

    Tutto e’ nato da quando, a Essen, ho visto pubblicato un gioco che adottava una pratica molto simile al mio Archipelagos:
    https://www.inventoridigiochi.it/index.php?option=com_ponygallery&Itemid=49&func=detail&id=11
    dalla foto e’ facile immaginare delle meccaniche: il tavoliere viene frammentato in una miriade di pezzi, in modo da rappresentare ogni volta delle situazioni davvero inedite. Anche altri giochi usano un principio simile, e’ vero. Pero’ che si trattasse di un gioco dove i collegamenti e la gestione dei cubetti sulle isole era abbastanza importante era deducibile dalla semplice visione delle foto.
    Pur non potendo accusare direttamente Wrese (l’autore di un giochino chiamato Carcassonne) pur disponendo di prove inequivocabilmente sicure, devo ammettere che la cosa non mi e’ stata affatto bene, e solo dopo un veloce consulto con altri amici piu’ esperti e saggi di me ho deciso di lasciar perdere. Anche perche’ il gioco era in valutazione da due editori che, una volta vistasi bruciare la novita’ del piazzamento, non hanno potuto far altro che restituirmi il gioco. Paradossalmente, se fossi stato pubblicato, ora rischierei di fare IO la figura del clonatore!
    C’erano anche altri effetti negativi di cui tenere conto andando alla Phalanx, così la decisione defiitiva di lasciar perdere venne quasi da sola.

    D’altro canto e’ giusto affermare, come molte volte effettivamente e’ accaduto e accade, che “le idee sono nell’aria”, e casi di “sincronismo ludico creativo” avvengono e sono avvenuti con una facilita’ disarmante. Ricordo che Randolph, quando riconosceva di essere in qualche modo debitore di un’idea a qualche collega, gli telefonava per chiedergli il permesso o comunque avere una sua opinione.
    Nel caso avvenga la pubblicazione e un altro faccia uscire a posteriori un gioco simile, o che utilizzi meccaniche ed effetti palesemente copiati da un gioco precedente, il discorso e’ ovviamente diverso, e chi arriva dopo sara’ responsabile della “pesante ispirazione”. (Questo nel caso qualcuno stesse pensando a fare un gioco di allenatori di calcio che dirigono a gesti i loro calciatori, o si dovesse scappare da un sadico mago non morto con la lingua penzoloni e un braccio dietro la schiena ;-)
    Ma torniamo alle foto.

    Con il proto di Berceto il rischio che questo accadesse di nuovo era troppo alto, anche perche’, per come si presenta il setup e dato il tema, e’ facile intuire come potrebbe svolgersi il gioco.
    In questo modo non tutelo solo la mia opera, ma anche (e direi soprattutto) lo sforzo e il rischio finanziario che il mio editore si accinge ad affrontare; non mi sembra volersi nascondere o tutelare all’ecccesso (cose che abbiamo sempre tranquillamente deriso su queste pagine). Un conto infatti e’ ritrovarsi in un ambiente circoscritto, tra persone del settore; decisamente un altro lasciare le proprie foto sul web. Quando un gioco va nelle mani di un editore, esso cessa di essere un prototipo e semplicemente sparisce.

    A mio avviso IDG e’ soprattutto un grande strumento collettivo di stimolo, confronto, ed elaborazione. Che pero’ riguarda solo i giochi che non sono ancora stati pubblicati. Ricordo ancora bene che con Paolo si discusse a lungo la questione, per arrivare alla decisione che, quando un goco viene finalmente pubblicato, qui non ne parliamo piu’. Al limite una notizia in copertina, ma solo se il gioco e’ in qualche modo stato collegato a IDG nel suo percorso o se la cosa e’ di qualche rilevanza per noi.
    Spero di essermi spiegato con sufficiente chiarezza.

    Scusate la prolissita’, ciao WO

    Walter Obert

    #7621
    Linx
    Partecipante

    Chiaro e limpido il timore per alcuni generi di giochi, fra cui forse il tuo (anche se, ti assicuro, io l’ho visto piazzato e ho fatto anche solo fatica a capire cos’era il mostriciattolo verde e le 3 cunette, figuriamoci immaginare le regole).
    Mi piacerebbe però sentire Wentu e il perchè della sua decisione di non inviare a prescindere tutte le foto: ci sono altri che, stimolati dalla tua decisione, ti hanno imitato?
    Per quanto mi riguarda non ho problemi a far pubblicare le foto dei miei proto (anche se uno ha una scelta grafica carina).

    Dove stiamo andando?
    Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.

    (da Flushed Away)

    #7622
    cloquil
    Partecipante

    Sono perfettamente daccordo con Walter.
    Non c’e’ bisogno di ricordare che Internet e’ utilissima a tutti per la grande audience che puo’ avere (e per la facilita’ con cui oggi si possono fare siti) ma la sua grande audience puo’ rivelarsi anche un difetto.
    Nel caso dei giochi, un occhio esperto puo’ capire tutto di un gioco (nel caso di un gioco semplice) da una semplice fotografia. Il gioco di Walter rientra in questa categoria. Un occhiata e si capisce tutto al volo.
    Quando si ha a che fare con prototipi questo accade spesso. Per questo molte aziende mantengono uno strettissimo riserbo sui loro progetti.
    E’ vero che non stiamo parlando di miliardi (anche se auguro a Walter di avere lo strepitoso successo che si merita) ma un minimo di attenzione occorre prola su questo possibile uso scorretto di internet.
    Non so se dobbiamo/possiamo votare o discutere su questo argomento.
    Secondo me le foto dei prototipi non dovrebbero essere prese.
    Durante le nostre riunioni ci fotografiamo fra di noi, come la foto generale giu’ nel prato, ma i prototipi sono i nostri piccoli segreti e dovrebbero essere custoditi.
    Eppoi questo e’ un’altra motivazione per venire al Convivio no?

    Ba-Cioni

    #7623
    Wentu
    Partecipante

    Ciao a tutti

    per rispondere a Linx:

    sono in questo mondo da poco e non ho sono per nulla smaliziato, anzi, sono del tutto ingenuo. E’ capitato di scrivere report sui giochi editi provati al circolo di gioco di Parma, condendoli con foto del gioco in evoluzione. Poichè l’esperienza di Berceto mi ispirava fiducia ho portato la macchina fotografica pure li e ho iniziato a fare foto.
    Solo più tardi mi sono chiesto se stavo calpestando qualche grossa m***a e ho preferito chiedere. Prima di postare la mia domanda non ho ricevuto messaggi da nessuno a riguardo; il dubbio è nato solo da me ma credo di aver fatto bene a chiedere; l’intervento stesso di Walter mi conferma che è meglio chiedere una specie di permesso prima di pubblicare foto online.

    Cmq se a qualcuno interessa le foto le posso spedire anche singolarmente agli autori dei rispettivi giochi o a chi è stato fotografato, magari con il gioco coperto da una strscia nera :P

    buona serata a tutti

    P.S.: che bello quando farò anche io un prototipo così bello da dover temere che qualcuno vedendolo in rete me lo copierà !! :dry:

    Wentu

    ... e adesso vediamo cosa succede.

    #7624
    Linx
    Partecipante

    cloquil wrote:

    Nel caso dei giochi, un occhio esperto puo’ capire tutto di un gioco (nel caso di un gioco semplice) da una semplice fotografia. Il gioco di Walter rientra in questa categoria. Un occhiata e si capisce tutto al volo.

    E io che pensavo di essere un’esperto…

    Ripeto che comunque capisco il timore. Magari, come dice Wentu, una bella striscetta nera sul… personaggio principale, sarebbe bastato per rendere incomprensibile il tutto anche ai geni :y32b4:

    Troverei divertenti delle sessioni di deduzioni di regolamenti dalle foto in chat.
    Soprattutto Shipyard mi pareva molto criptico (e molto affascinate) dal materiale che ho visto ma, ahimè, non provato.

    Dove stiamo andando?
    Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.

    (da Flushed Away)

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