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Quando scrivo a titolo personale mi firmo sempre. Al post che hai linkato stavo lavorando da un bel po', più che altro pensando a blogforum di giocatori; ovviamente se qualcuno lo giudicherà interessante anche qui, tanto meglio
Personalmente ti consiglio di contattare e scambiare due chiacchiere con Angelo Porazzi. Penso che al momento sia il più adatto per una discussione sull'autoproduzione.
Se intendi quella artigianale, sì. Però credo che Madhatter abbia bisogno in questo momento di una consulenza più approfondita: mi permetto di consigliare anche una mail a info@psgiochi.com, e in particolare a Mario Sacchi. Post Scriptum Giochi fa (anche) consulenze, e sicuramente è bene informata su ideazione-produzione-distribuzione e tutto il resto. Anche perché c'è un problema, oltre che di normative, anche di costi.
Ad ogni modo: il marchio CE sui giochi ci va. Le scatole che ho sotto mano, e ne ho guardate una ventina e hanno tutte il marchio CE, anche quelle americane d'importazione. Poi ci sta anche che ci sia qualche furbetto che non lo mette, o che qualche gioco vecchio non ce l'abbia. Però ecco, credo che sia obbligatorio.
L'Age Warning Symbol (cartello divietobambino triste -3) viene da una normativa europea sulla sicurezza dei giocattoli, la en 71. Francamente non so come funzioni di preciso ma anche questo simbolo è presente un po' ovunque ci siano pezzi piccoli.
In giro per la rete si trovano ovviamente i testi estesi delle normative. Per curiosità, ma di che gioco si tratta? Non ti converrebbe farlo produrre a qualche ente locale, o per vie traverse a un editore di libri (sempre locale, visto che non vuoi allontanarti dalla tua zona)?
Iz, e io che c'entro? A maggior ragione qui potrebbe trovare qualche giurato adeguato.
PS cmq la richiesta secondo me è duplice chiedo se infastidisce e casomai la cancello, … in caso: voi non avete visto nulla!
No, per carità, forse ho letto male io. Ad ogni modo sono d'accordo con Khoril, così non so quanto funzioni (soprattutto il sistema di votazione popolare).
Un'asta che varrebbe la pena considerare è l'asta di Vickrey. Offerte segrete: vince l'offerta più alta, ma viene pagato il prezzo indicato nella seconda offerta.
Questo tipo di asta ha la caratteristica che, strategicamente, la scelta migliore per il giocatore è pagare esattamente ciò che è la sua reale valutazione a proposito dell'oggetto messo in asta.
In pratica si ottiene lo stesso risultato di un'asta aperta (non segreta), ma con il grande vantaggio di comprimere i tempi di gioco. Non male.
Oibò. Ormai sono fuori dal giro, per fortuna. Comunque: tempo fa Luca Bellini (bellalli qui su IDG) aveva redatto un documento, con l'azzeccatissimo titolo di “artigianato ludico”, che dovrei avere da qualche parte. Magari se lui ci legge riesce a postarlo più velocemente di me. Questo se quello che vuoi fare è, per l'appunto, un'autoproduzione artigianale.
Altrimenti, se quello che vuoi è fare un gioco che sia in linea con gli standard di mercato, ossia un gioco uguale a quelli che vedi nei negozi (e soprattutto che finisca davvero nei negozi), temo che ti servirà qualcosa in più che “voglia di fare, scelta dei materiali, forme e misure giuste”. Ti servirà una ditta (individuale, snc, vedi tu), ti serviranno persone con le giuste competenze (tester, grafico, illustratore, revisore di bozze, etc) a meno che tu non voglia fare tutto da solo – e se non sei un genio che non ha bisogno di dormire qualcosa non verrà “benissimo”, nessuno sa fare davvero tutto. L'ideale sarebbe fare un business plan, capire che direzione prenderà la tua ditta: farai un gioco solo? ne farai altri? saranno tutti tuoi? sei sicuro che riuscirai a tenere un buon ritmo creativo, o ti ritroverai a fare giochini scarni per mettere in tasca due soldi? Infine, ma sto sicuramente dimenticando qualche pezzo, ti serviranno i canali distributivi, ossia quei tizi che, in cambio di una sostanziosa fetta della torta, si prenderanno l'onere di scarrozzare le tue scatole nei negozi dei rispettivi paesi. Come diceva Frankenstein Junior, si può fare. Ma non è così facile, specialmente quando arrivano le tasse
La risposta di Koori direi che lascia spazio a poche interpretazioni. Come diceva Fantavir, basta chiedere allo staff di GCA. E bisogna avere già i giocatori.
Abbiamo pochi tavoli, che servono anche e soprattutto per i tornei BGL. Nel 2010 e nel 2011 c'erano davvero troppi tavoli lasciati vuoti, e Koori ha preferito evitare di avere uno spettacolo simile davanti agli occhi. “Se l'autore abbandona il tavolo per fare un giro in fiera di 20 minuti” non viene inseguito per chiedergli di liberarlo: qualcuno prende il prototipo e lo mette in un saccone nero. Potrete riaverlo per 40€.
Scherzi a parte, non ci si può allontanare dal tavolo. A partita finita, a meno che davvero non ci sia fila, si toglie il prototipo e si fa spazio ad altri. Ma devo ancora vederle, la file per fare i playtest
Più che altro è appena uscito (Essen 2011) Ristorante Italia. E' vero che se uno sta a guardare “quel che è già stato fatto” si diventa matti, ma almeno sugli ultimi due anni sarebbe bene tenersi informati di base a 360° (se possibile provando il più possibile almeno i giochi italiani e quelli con maggiore hype).