Sono molto bravi nella stampa di carte, regole e custodie in cartoncino ripiegato. Con la stampa “verniciata” risparmi sulla plastificazione e le carte acquisiscono anche una certa rigidità e consistenza, le mie non si sono ancora rovinate.
Ti consiglierei di farti fare direttamente un preventivo per telefono.
In “Sulle tracce di Marco Polo” in realtà l'obiettivo segreto è importante, perché fa molti punti, ma non obbligatorio. Si può decidere di non seguirlo, sapendo che si rinuncia a molti punti, o di seguirlo per raggiungere almeno 3 delle 4 città. Fermarsi a metà dell'obiettivo segreto è invece poco premiante (a meno che non sia la metà che sta su una carta, ma questo non è “a metà”, è già un impegno notevole ed una scelta strategica perché le due città sulla stessa carta sono sempre distanti).
Se riuscissi a raggiungere questo, unendo i due punti di vista, sarebbe ottimo. Il giocatore non è costretto a seguire l'obiettivo segreto, ma fortemente invitato a farlo. Se rinuncia è a suo rischio e pericolo, e può dimostrare che la sua rinuncia è la scelta tattica corretta, vincendo la partita.
Ovviamente il bilanciamento deve essere perfetto, e questo aumenta leggermente i rischi rispetto a scegliere una delle due strade.
Fra i commenti precedenti ho visto un altro punto interessante riguardante l'importanza di “non farsi beccare”, che se si adattasse al tuo gioco troverei un aspetto interessante (ma non indispensabile, se invece non si adatta).
Il mio consiglio è di focalizzare molto sull'interazione – anche fisica – fra i giocatori. Se l'interazione fosse blanda, forse un videogame sarebbe un mezzo più appropriato per realizzare il gioco.
Se invece l'interazione è molto alta, allora il bello di vedersi intorno ad un tavolo emerge.
Si, regolarmente. E se non li danno bisogna chiederli. E se dicono di no non sono seri.
Paolo, secondo me un post-guida per gli autori che arrivassero ad avere un contatto efficace con un editore sarebbe utile, se non ce ne fossero già. Io ricordo di aver letto l'interessante guida di Tom Werneck, che non mi pareva così specifica sul tema.