Concordo con Jounrneyman, la meccanica delle “parole come punti ferita” aiuta.
puoi dare ai giocatori dei ” punti da spendere ” ( se conosci il sistema savage world lì vengono chiamati “bennys” che deriva da “little benefits” ) per chiedere aiuto ad altri giocatori facendosi suggerire una mossa ( ad esempio io sono timido ma ho il personaggio molto coraggioso, spendo i miei benny coraggio per farmi suggerire come comportarmi )
Interessante, ho trovato un sistema simile anche in Mostri?Niente paura! un gioco di ruolo per ragazzi dove attraverso “Punti grandiosità” si possono supportare gli altri giocatori nel superare una prova. Grazie per il consiglio, ci ragiono sù…
Potresti, per integrare un discorso di meccanica “verbale” usare le parole e i concetti come “numeri”: il PNG avrà altre parole/concetti sulla sua scheda, che se toccati dal PG nel suo discorso sommano o sottraggono un certo valore alla volontà di aiutare del PNG.
Mi piace come idea, proverò a svilupparla, le parole infatti, unite all'atteggiamento, sono il perno centrale della meccanica che cerco. Grazie
Perché scrivi per adolescenti? Se il rapporto è conflittuale dovrebbe funzionare anche in senso opposto (cioè adulto che gioca). Da quello che ho potuto osservare personalmente ragazzi e adulti non si capiscono a vicenda perché hanno modi diversi di pensare…..
Grazie intanto per l'interessamento, sicuramente il rapporto conflittuale è da entrambe le parti (lavoro in una comunità per minori e l'esperienza di ogni giorno me lo insegna) ma il gioco è nato per essere giocato da ragazzi adolescenti che devono confrontarsi, nell'ambientazione, con gli adulti (PNG se vuoi anche stereotipati) per poi riflettere sui meccanismi di comunicazione (anche e soprattutto se si riflette sull'adulto che pensa di sapere ciò che fa, come dicevi tu giustamente); certo sarebbe interessante creare un gioco dove gli adulti siano presenti e giocano al tavolo con i loro personaggi, ma non è per ora quello che sto cercando. Potrebbe essere un ottimo spunto per l'evoluzione del gioco comunque… Grazie
Ciao grazie della risposta, intanto qualche precisazione che ho omesso nel primo post: si è un gioco one shot non replicabile con lo stesso gruppo e ha un master.
La dialettica è il punto nodale, più i giocatori si impegneranno nell'interazione con l'adulto più ci sarà possibilità di successo. L'idea di ignorare l'alea del tutto era nelle mie intenzioni ma volevo comunque dare al master (che magari non ha competenze nelle dinamiche psicologiche della comunicazione) una base minima certa su cui appoggiarsi nella risoluzione del match.
Pensavo anche che i valori potrebbero mutare durante durante l'interazione/match, cosa che accade realmente nelle dinamiche comunicative…dovrò leggermi qualche manuale scientifico…
intanto terrò conto del tuo consiglio, grazie
Usa i numeri, non farti usare da loro – Bella
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