Beh… se mi parli del “tostapane a batterie” mi sembra improbabile che venga concesso un brevetto per l'uso di una “carta opaca come sfondo con su una serie di lucidi” (è un sistema che usavano geometri e architetti prima che inventassero il CAD!).
Se non erro, poi, un gioco che utilizza il sistema dei lucidi esiste già (lo ha un mio amico ma non ci ho ancora giocato… appena mi ricordo posto il nome).
Comunque sia, credo che ZX21 abbia ragione:
Alla fine la parola spettera solamente al Giudice in questione e questo tra l'altro come si dice nel gergo comune delle aule di tribunale “Farà giurisprudenza”.
Vi aggiungo inoltre una piccola “regoletta” che vige nelle aule di tribunale, il famoso: “Articolo Quinto: chi ha i soldi ha vinto”!!!!!
Beh… almeno in Italia e più o meno così!
La Logica è solo la premessa della Verità, non il suo epilogo!
Finalmente riesco a scrivere un post dopo un lunedì passato a letto, distrutto e senza voce ma contento (e si, spiegare per due giorni i propri prototipi può essere faticoso!).
Contento di aver fatto un'esperienza nuova (è stato il mio primo IDEAG) e di aver imparato molto (sia dagli ospiti internazionali che da tutti gli altri Autori). spero di non dilungarmi troppo ma vorrei descrivere le sensazioni che ho provato sin dal mio ingresso nell'OPEN 011.
La prima impressione che ho avuto entrando nelle due sale dedicate agli autori è stata quella di sentirmi inadeguato e decisamente impreparato ad affrontare l'impatto con dei giochi esteticamente davvero belli (è la prima cosa che salta all'occhio!): tabelloni estremamente definiti e funzionali con componentistiche artigianali non indifferenti, “gioconi” strategici con una quantità notevole di «risorse varie» e multicolori, carte di ogni tipo, dadi e accessori.
Dopo aver preparato il mio tavolo, ho iniziato a fare un giro per osservare l'opera degli altri autori e devo ammettere che, se non fosse stato per il vademecum preparato dagli organizzatori e le discussioni sul forum precedenti l'evento, probabilmente sarei rimasto al mio tavolo in attesa dell'«occasionale avventore»: sarebbe stato un errore ENORME! Ho visto realizzate tante idee interessanti, alcune davvero geniali e molte mi hanno entusiasmato sia come giocatore, sia come autore partecipe della gioia di un collega (se mi si passa il termine) [un saluto particolare a zx21 e alla sua simpatica signora e all'amico spagnolo di cui non ricordo il nome].
Un altro elemento che ha contribuito a rendere memorabile questa esperienza è stata sicuramente la sorpresa di vedere avvicinarsi altri autori interessati a provare i miei due Party Game. Dico “sorpresa” perché, rispetto ai molti giochi complessi e di qualità, i miei lavori erano sicuramente meno d'impatto e rivolti al giocatore inesperto. Pur tuttavia, non sono state poche le persone che hanno provato i miei giochi, li hanno graditi e che hanno contribuito indubbiamente a migliorarli (colgo l'occasione per ringraziarli sentitamente dei consigli dati, autori ed editori!).
Un'altra sensazione che ho provato già dal primo pomeriggio di Sabato (superata quella di inadeguatezza) è stata quella di sentirmi in un ambiente amichevole e non competitivo (cosa che avevo erroneamente presupposto data la presenza degli editori): è bello ritrovarsi in un ambiente ricco di «fermenti positivi», di «scintille di creatività» e consigli disinteressati. Davvero GRAZIE a TUTTI!
I momenti educativi con gli Autori Professionisti sono stati per me molto interessanti e decisamente formativi (oltre che divertenti!). Tuttavia mi permetto di dire che hanno tolto un po' di “magia” a quella che era la mia, ovviamente personalissima, idea del gioco da tavolo. Cerco di essere più chiaro. Come autore alle prime armi, nel momento in cui mi accingo a ideare un gioco, parto da un'idea, cerco di determinare una meccanica di gioco e provo a sviluppare un aspetto grafico appropriato. Ma da questo a “…trasformare un Gioco in un Prodotto…“, beh… si perde un po' di “magia”.
Un'altra piccola incongruenza che ho verificato ascoltando le parole di chi è più esperto di me e quella fra la necessità degli editori di trovare un gioco «originale» (nel senso di miscela coerente di meccanica, estetica e divertimento) e la necessità degli stessi di trovare un gioco «sicuramente vendibile» (un'idea o una meccancia già consolidata). Frasi del tipo: “…se un gioco è davvero originale c'é il rischio che possa non piacere o non essere compreso…” contrapposte a frasi del tipo “…è molto importante introdurre elementi unici e originali perché di giochi ce ne sono tanti…“, beh… possono lasciare davvero perplessi! Se mi si consente un'estrema sintesi, riporterei un'espressione significativa che ho captato da un autore in questi due giorni e che ben riassume il “sapore” che rimane in bocca a chi, credo, abbia il desiderio di veder pubblicato il proprio gioco:
“… Il primo Gioco è a culo… gli altri no… ma il primo… ti deve andare bene!…“.
Ciò non significa che non abbia apprezzato gli interventi, anzi: con gli appunti presi durante i dibattiti sono sicuro di poter migliorare le mie creazioni passate e future.
Per quanto riguarda l'organizzazione dell'evento non posso fare altro che complimentarmi con Paolo, Wallover, Tinuz, Paoletta e tutti gli altri di Giocatorino per la disponibilità e la cortesia dimostrate in ogni circostanza. La scelta dell'OPEN 011 è stata a mio parere molto intelligente perché ha dato la possibilità ad autori come me, provenienti da più di 1000 KM di distanza, di alloggiare nella stessa sede dell'Evento. In questo modo ho potuto ottimizzare i tempi e i costi, sfruttando al massimo l'esperienza di gioco!
C'é solo un appunto che avrei da fare all'organizzazione: sarebbe stato interessante avere un piccolo opuscolo con il nome degli autori associati alle proprie creazioni e una breve descrizione delle stesse (così come richieste all'atto dell'scrizione del prototipo). In questo modo sarebbe stato possibile ottimizzare anche le sessioni di playtesting, oltre ad avere dei riferimenti per i giochi che ci hanno maggiormente interessato.
A parte questo, non ho davvero nient'altro da dire se non COMPLIMENTI A TUTTI e AL PROSSIMO APPUNTAMENTO!
La Logica è solo la premessa della Verità, non il suo epilogo!
Finalmente… è bello ricevere qualche parola di apprezzamento e, ovviamente, qualche consiglio!
Il Limite di Tempo mi sembra effettivamente una buona idea e lo implementerò sicuramente prima di presentare il gioco all'IdeaG.
Per quanto riguarda il “vietare” alcune parole vorrei evitare perché 1) richiamerebbe molto il ben noto Tabù e 2) complicherebbe non poco un gioco che presenta già la “difficoltà” (seppur divertente) dell'interpretazione.
Grazie!
La Logica è solo la premessa della Verità, non il suo epilogo!
Personalmente credo che progettare un work flow del gioco che si vuole creare possa essere uno strumento valido per evitare di commettere errori nelle dinamiche del gioco. Sarebbe come creare una struttura ossea su cui poi basare il resto dell'opera.
Può sembrare un approccio “freddo”, ma consente di avere ben chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Ovviamente UNO schema non può essere valido per tutti i giochi (potrebbe essere comune a molti ma, in tal caso, sarebbe vago, come già detto da altri in precedenza), ma creare un proprio schema per il proprio gioco è un'idea interessante che non impedisce, comunque, di dare successivamente quel “tocco da artista” che caratterizza ogni gioco (e non parlo solo dell'aspetto estetico).
La Logica è solo la premessa della Verità, non il suo epilogo!
Premetto che il mio “eventuali” era solo un modo “cortese” di esprimere il concetto.
Ciò che volevo dire è che, secondo me, non è una cattiva idea quella di intraprendere la strada di una Società che possa ideare, produrre un gioco e semplicemente venderlo on-line ai clienti che lo ordinano tramite e-commerce (debitamente pubblicizzato). Ovviamente produrre un SOLO gioco non sarebbe un'idea brillante (causa costi macchinari) ma con qualche articolo in più la cosa diventerebbe fattibile (anche per interessare un maggior numero di potenziali acquirenti).
Personalmente ho qualche esperienza in qualità di Piccolo Imprenditore per il settore dell'Informatica e sto cercando di capire se la mia passione per i giochi possa darmi una qualche soddisfazione, oltre quella del divertimento.
Se, comunque, le mie parole vi sembrano ingenue probabilmente è perché c'é una forte intenzione di agire in questo senso e, pertanto, di documentarsi opportunamente.
Spero, infatti, che partecipare all'incontro del 15 e 16 Gennaio possa essere altamente istruttivo (sicuramente e per molteplici aspetti!).
Porterò uno dei miei giochi proprio per avere vostri commenti e sono sicuro che non si limiteranno ad un semplice “NO” e “MA ANCHE NO!”
P.S.: spero che queste mie opinioni siano colte con il tono umile e cordiale con il quale sono state scritte.
La Logica è solo la premessa della Verità, non il suo epilogo!
Comunque, la soluzione per creare un Kit Universale è semplicissima:
Carta & Penna! (in una confezione da €1 secondo me se ne venderebbero tanti!)
Per quanto riguarda la Casa Editrice (post originale), è davvero così difficile avere a disposizione un grafico (pagato a progetto per la realizzazione), dei playtesters (pagati a sessione di playtesting), realizzare gli accessori necessari (con i dovuti macchinari o inizialmente produrli da terzi), pubblicizzare il prodotto (sito internet, forums, …) e organizzare le spedizioni per gli eventuali ordini?
Salvo la prima parte di questo post, la mia è una domanda seria.
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