1) Se l’editore é avveduto, ed in quel momento sta cercando qualcosa di simile a quel che gli proponi, probabilmente riceverai la risposta entro 3 giorni lavorativi.
2) In tutti gli altri casi (che il progetto interessi o no…) il tempo di risposta varia. L’ultima volta che ho parlato con Christopher Boelinger, mi ha confessato che aspettava una risposta da non ricordo quale casa (qualcuno di grosso però) da oltre 2 anni…
Ad esempio, per me un fattore importante per divertirmi (ovviamente in subordine a un “buon gioco”) sono pedine e componenti ben fatti – non mi piacciono le pedine tutte uguali, se io ho un cavaliere e tu un mago voglio “vedere” un cavaliere ed un mago…
Ma ovviamente il “buon gioco” viene prima. E alla mia età (sedici anni.. AHEM. Ok, sono 25 anni che ho 16 anni, e allora??) un buon gioco deve essere:
1) Spiegabile in 10 minuti mentre si mangia la pizza (vedi sotto, “regole modulari”…)
2) Essere giocabile in un’oretta OPPURE occupare tutta la serata (niente vie di mezzo da due ore… O una, o quattro).
3) Avere un “set up” rapido (dieci minuti).
4) Non eliminare mai alcun giocatore.
5) Essere “rivoltabile” fino all’ultimo (ovvero non escludere mai nessun giocatore dalla possibilità di vincere. Mai. Nemmeno se uno gioca da cani).
6) Ovviamente il fattore [5] non deve dipendere dalla fortuna: se uno gioca da cani ANCHE alla fine, perde
REGOLE MODULARI
Ecco cosa intendo per “spiegabile in 10 minuti”. Le regole non devono essere necessariamente semplici, è sufficiente che la maggior parte di esse siano “modulari” – ovvero che non ci sia bisogno di conoscerle finché non è il momento di usarle.
Ad esempio, se so che attaccando il castello aumento le mie possibilità di vittoria (o di recuperare una risorsa), e che per attaccare il castello ho bisogno di tante macchine d’assedio, non ho bisogno di conoscere il meccanismo preciso dell’attacco al castello finché non mi serve.
ATTENZIONE però: se nell’esempio precedente, per attaccare il castello devo conoscere altri fattori, che vengono determinati al momento dell’attacco stesso (ad esempio: al momento dell’attacco, il difensore determina scorte, guarnigioni, ecc.) la regola non rientra più nella definizione “modulare” – per avere qualche chance di vincere l’attacco al castello, DEVO prima conoscere bene le regole.
Uff. Scusate, sono troppo filosofico?
Infine, anche se sembra una sciocchezza, un fattore importante nel gioco, perché sia “divertente” (opposto ad “impegnativo”), c’è la possibilità di alzarsi a fare pipì durante i turni degli altri senza perdere il filo della partita o senza che tutti debbano aspettarti anche se non partecipi direttamente all’azione in corso…
Per SoloLuca, credo che i vantaggi di pubblicare con una casa (non qualsiasi) straniera siano piuttosto evidenti, non contiamoci manfrine. Detto questo, un circolo virtuoso dove autori ed editori italiani aumentino le loro professionalità credo sia buona cosa per tutti..
Ottima osservazione, e questo [piccolo spazio pubblicità] è sempre stato l’obbiettivo nostro: aggiungere professionalità in un settore in cui manca quasi totalmente (e non solo per motivi economici…).
A questo scopo, nei settori in cui io personalmente non mi sento preparato, mi avvalgo della collaborazione di altri più preparati… Come dissi a Lucca, magari non sono bravo, ma so scegliere chi lo è!
Detto questo, alla “base” del circolo virtuoso ci deve essere un lavoro sinergico: gli editori devono aumentare la loro professionalità, ma gli autori – e in parte anche il pubblico – devono dare maggior fiducia agli editori italiani…
Beh, io sono un editore, e ti posso dire quanto segue:
1) In generale, è difficile persino per noi contattare i nostri “corrispondenti” stranieri (e dire che quando li contattiamo, in genere, è perché gli dobbiamo pagare le royalties!!!)
2) Non per scoraggiarti, ma Christopher Boelinger mi raccontava che alcuni suoi giochi sono “in visione” presso un editore tedesco da quasi due anni… E le sue domande (nonché richieste di riavere il prototipo, che a quanto pare era fatto con materiali costosi) sono sempre state eluse con dei “mah, vedremo…”
3) Ma perché non pubblicare con editori italiani? Che poi si sbattano loro per pubblicare all’estero i tuoi giochi!
Esiste in realtà una “gabola”, che forse può essere usata in questo caso.
Le norme che sanciscono il divieto di copiare e riprodurre scritti altrui subiscono una deroga significativa nell’art. 70 della legge 633/1941: il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opere e la loro comunicazione al pubblico sono liberi, se effettuati per uso di critica o di discussione, e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; inoltre, la citazione deve sempre essere accompagnata dalla menzione del titolo dell’opera, del nome dell’autore, dell’editore e, se si tratta di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull’opera riprodotta.
Questa deroga viene anche usata da riviste, ecc. quando “citano” frasi famose – ad esempio nel gioco “Incipit ed excipit” di Focus Giochi.
Per sicurezza, però, è meglio almeno consultare un avvocato…
Se ti autoproduci non c’è problema: tu vendi le scatole, tu guadagni tutto quel che “avanza” dal costo. Potresti avere qualche problema a trattare con i distributori, ma niente che non si possa risolvere con un po’ di Maalox
Se invece verrai pubblicata da un editore, ti verrà proposta una percentuale su ogni vendita, ovviamente molto più bassa di quel che prenderesti autoproducendoti. Essendo tu un “nuovo autore”, è ragionevole aspettarsi un 3 – 5%.
Chiaramente, nel primo caso devi raggiungere una certa quota di vendite per coprire le spese, per cui il “maggior guadagno” è solo apparente, a meno che tu non abbia il gioco del secolo…
Nel secondo caso, è l’editore a sorbirsi tutte le spese, incluso il Maalox
Per gli autori:
Attenzione. A seconda di come è conformato il gioco, potresti incorrere nelle ire della SIAE, che tutto vede e a se stessa provvede… Informati (NON presso di loro!) riguardo gli autori citati.
Quello che mi ferma è che stavolta proprio non ho voglia di mettermi a tagliare incollare cucire dipingere scarabocchiare ecc.
Penso che sia un deterrente per tutti. Anche io che ho meno problemi di voi nel farlo mi casca tutta la poesia quando devo mettermi a cercare clipart valide.
E pensare che invece io lo trovo quasi divertente quanto “pensare” il gioco stesso…
A parte la fase manuale, cioè – ovvero quella di ritagliare fisicamente. Per quello ho investito ben 12 euro in una taglierina
Ma “comporre” il prototipo, per me, è un gioco in sè…
Il paradigma di SoloLuca è invece.. particolare.
(…)
delle regole stabilissero che “il primo in classifica non gioca finché non viene superato” (o magari deve uscire dalla stanza, o può essere insultato dagli altri) sarebbero innovative davvero! :laugh:
“particolare” è il mio secondo nome
E poi, non fa parte delle regole di base di qualsiasi gioco la possibilità di inslutare il primo?
Ma seriamente…
Nella mia descrizione ho forse un po’ esagerato. Però una riduzione delle possibilità di gioco per il primo in classifica, solo ed unicamente come “cura” per il runaway leader, continua a sembrarmi una buona idea, oltre che un’idea “naturale”.
Naturale nel senso che in natura l’equilibrio è stabilito così… Il capobranco, di solito, non deve solo guidare il branco e ricevere tributi (in natura eh, non sto parlando di politica…), ma deve anche organizzarlo, proteggerlo, ecc. – caricandosi effettivamente di maggiori responsabilità rispetto ai “non-leader”…
Tuttavia, c’era un vecchio gioco degli alpini in cui il vincitore era l’ultimo a rimanere sobrio…
Quando me lo spiegarono, mi dissero: “Certo, lui vince, ma sono gli altri che si divertono di più!”
Ora, al di fuori dell’annedottica, creare una situazione del genere (ovvero, chi sta in testa non si “diverte” – e lascio a voi pensare il come, ma non intendo qualcosa legato a maggiori costi o cose simili…) potrebbe essere un disincentivo al runaway leader.
Allo stesso tempo, essere in testa deve essere conveniente anche quando si perde la posizione di leadership – in questo modo si crea un incentivo a raggiungere la posizione di testa.
Ed il gioco sta qui – nel conflitto tra incentivo, che fa desiderare di essere primo (e NON secondo, perché il secondo non deve avere nemmeno una pallida ombra degli incentivi del primo…) e disincentivo, che fa desiderare di perdere presto la posizione di testa.
Il povero berserker era lì perché riteneva di essere stato “adottato” in terra parmigiana, dove sicuramente il prosciutto è migliore (anche se il nostro basilico se lo sognano… tzè!).
Conscio del fatto che nessuno lo vuole perché lo ritengono un violento (e questo SOLO per il motivo che ha massacrato l’intero ordine francescano del villaggio!!) il suddetto berserker domanda l’eutanasia in terra taurinense… Walter, se vuoi puoi provvedere ad inumarlo nella spazzatura (con o senza adeguato rito vikingo).
Toh, i Crisi io li ho a malapena intravisti – però “Quarantena” mi ha colpito come “vista”, se ci riuscissi un giorno a giocare…
Devo dire che la giornata è stata splendida. Belli i giochi che ho provato o visto, che vanno dall’interessante al “Ci voglio giocare ancoraaaa!!”.
Quel che non ho visto molto bene, ahimè, è stata la strada del ritorno: un immenso Elementale della Nebbia avvolgeva l’autostrada, ed io – editore di riviera, abituato ad avere la foschia al massimo soltanto sul mare – ho faticato a trovare la strada del ritorno.
Per fortuna, di tanto in tanto, un bat-segnale mi indicava il percorso…
Ringrazio, in ordine sparso:
Wallover, Tinuz e Paoletta per l’ospitalità (non so chi ne era diretto responsabile)
I cuochi per il caffè, l’eccellente pranzo, il caffè, le chiacchiere, il caffè e… Non so se ho nominato il caffè…
Wallover (di nuovo) per le bakkushan!
Gli Orkitetti per l’Ugah! Ugah!
Paolo Mori per le indicazioni (ma tieni acceso il telefonoooo!!)
Il Flying Circus per esistere;
Linx per la stanza numero 4, proprio accanto alla stanza numero… ehm. Numero 4, sì. Si sa ch le voci sull’esistenza di una cifra tra il 2 e il 4 sono false e tendenziose…
Luciani (scusa non ricordo il nome) per l’ortofrutta
Salkaner per le carte speciali del suo gioco (che mi sono capitate quasi tutte in mano…)
Il berserker (vedi Paolo Mori)
Hicham delle edizioni del Matagot per l’illuminante discussione sul mercato europeo del gioco;
Paolo Vallerga per aver portato Hicham (sorry, non ho avuto tempo di provare il tuo gioco);
Varie ed Eventuali (tutti non me li ricordo.. )
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