Spartac

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  • #17660
    Spartac
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    Faccio i complimenti a Spartaco Albertarelli per il seminario tenuto Sabato dopo pranzo: i suoi discorsi sono sempre interessanti, utili e tengono sempre attiva l'attenzione del pubblico.

    Ringrazio. Per me è sempre un piacere straparlare di giochi.

    Per completezza, chiedo gentilmente se può rispondere alle domande scritte prima di IDEAG (alcune delle quali hanno avuto comunque risposta live), anche a favore di chi non ha potuto partecipare direttamente al seminario.

    Lo faccio volentieri, ma se mi date del lei vi tolgo il saluto. Cercherò di essere il più sintetico possibile ripromettendomi, magari, di riprendere alcuni spunti di interesse generale su mio blog.

    – A volte ci stupiamo ancora di quanta fantasia ci mettano gli editori nel giustificare un rifiuto davanti a proposte che sono, secondo il giudizio nostro e delle nostre mamme, imperdibili…  ovviamente non vediamo che una parte degli innumerevoli motivi che motivano queste decisioni. Puoi aiutarci a capire meglio?

    Molti editori si pongono il problema di cercare delle risposte che non siano eccessivamente “offensive” e magari finiscono per arrampicarsi sugli specchi. Bisogna sempre considerare che il rifiuto è comunque la cosa più probabile quando si presenta un gioco nuovo, non fosse altro che per una questione statistica.

    – Quali sono gli errori che assolutamente non si possono perdonare in un prototipo?

    Il prototipo deve dare l'idea che dietro vi sia passione e dedizione. Le cose “tirate lì” si riconoscono subito, soprattutto se si ha un occhio esperto. Il prototipo è il “biglietto da visita” dell'autore, non si richiede che sia perfetto, ma deve trasudare passione.

    – Meglio una scheda sintetica di presentazione o le regole nude e crude?

    Dipende dal gioco. Se il regolamento è semplicissimo, può andare bene quello, altrimenti una scheda con le informazioni essenziali può risultare più utile.

    – Meglio la presentazione dal vivo o un invio per posta?

    Ovviamente dal vivo, ma poiché si tratta di un'opportunità piuttosto rara meglio attrezzarsi per la presentazione “postale”.

    – E' vero che girare per le fiere con illustratrici carine e simpatiche aiuta molto i contatti? ;-)

    Se sono anche molto brave certamente sì.

    – Per un autore ci sono più possibilità di pubblicare con editori della grande distribuzione o con gli altri? C'è un diverso approccio da utilizzare?

    Tendenzialmente è più facile con gli editori che non lavorano nel mass market perché sono più attenti alle novità e all'innovazione. Le aziende che lavorano nel mass market sono meno propense a far esperimenti e si basano quasi sempre sulla notorietà (del marchio, della licenza, dell'autore). Se sei già conosciuto come uno che progetta prodotti che si vendono, allora sei un interlocutore interessante, altrimenti no.

    – Quali sono le possibillità di essere assunto come game designer o product manager presso una grande azienda di giochi? Quali sono i requisiti da avere per un'eventuale assunzione? Quali doti si dovrebbero avere per fare bene questo tipo di lavoro?

    Pochissime, almeno nel nostro Paese, perchè pochissime sono le azienda che operano in questo settore. Il game designer e il product manager sono comunque due ruoli distinti, che richiedono diverse competenze. Spesso le due figure sono in “contrasto” perché il designer è spinto al miglioramento costante dell'idea, mentre il manager vuole avere il prodotto pronto il prima possibile.

    – Quali sono le principali differenze nell'approccio allo sviluppo di un gioco nel caso in cui un autore si proponga ad un editore rispetto al caso in cui un editore proponga ad un autore un gioco su commissione?

    Nel secondo caso bisogna essere un po' più “product manager” e un po' meno “game designer”.

    – Di solito non c'è modo per un autore per tutelare il proprio gioco, ed anzi, registrare un regolamento alla SIAE è di solito controproducente perché questa cosa non viene vista di buon grado da parte di un editore, in particolare se piccolo. Si può fare un discorso analogo anche per le grandi case editrici?

    Non c'è molta differenza, almeno per quanto ne so io.

    – Durante il seminario si è detto che ad un editore non bisogna dire che il gioco è in valutazione presso un altro editore, perché può sembrare che si tratti di una seconda scelta. Io ho sempre saputo che durante le fiere come Essen e Norimberga gli autori propongono lo stesso gioco a più editori, i quali sanno che non sono gli unici a valutare quel prototipo. Conosco autori che hanno lasciato uno stesso gioco anche a 7 editori diversi. Come possono conciliarsi queste affermazioni? Forse si può dire che si può lasciare uno stesso gioco in contemporanea a più editori, e che non conviene lasciare un gioco ad un editore quando 6 mesi prima un altro ti aveva detto di essere interessato?

    Nel seminario ho anche detto che le mie non sono “leggi scritte nella pietra”. Posso dire che, dal punto di vista del product manager, l'idea di essere in “competizione” con altre case editrici difficilmente fa scattare quel meccanismo che forse l'autore si attenderebbe. Poi, come al solito, la cosa è strettamente collegata anche all'autore del gioco e all'idea che è stata presentata. Se sei un autore famoso oppure hai veramente ideato il gioco più bello del mondo, allora il meccanismo può essere diverso. Ma un autore famoso non ha certo bisogno dei miei consigli.

    – Durante il seminario si è detto che l'interlocutore a cui si propone un gioco probabilmente non è esperto di meccaniche di gioco. Quando ho proporto giochi alle emergenti case editrici italiane ho quasi sempre avuto a che fare con persone che erano autori di giochi, o per lo meno esperti di meccaniche di gioco. Il discorso fatto durante il seminario si può invece riferire alle grandi aziende italiane e straniere, che, contando su un maggior numero di dipendenti ed una struttura più complessa del piccolo editore, in taluni casi affidano il contatto con autori esterni non a sviluppatori di giochi, ma a tipi di profili con differenti competenze?

    Sì, quanto più è specializzato l'editore, tanto più è facile che l'interlocutore sia anche molto competente. La dimensione del mercato italiano e delle case editrici italiane è però tale che per la maggior parte si tratta di produttori molto specializzati.

    – Durante il seminario si è detto che il prototipo deve essere ben curato. Anche qui, ho spesso sentito dire che la grafica e la qualità di un prototipo non sono fondamentali, purché ovviamente non siano oscene (fogli di grammatura 80 scritti a penna) o a scapito della funzionalità del gioco. Ovviamente l'occhio vuole la sua parte, ma quanto questa cosa è importante?

    Vale sempre lo stesso discorso: più si punta verso l'alto, più l'immagine, in generale, ha un proprio peso. Resta sempre il fatto che un prototipo deve trasudare passione e deve dare l'idea che abbia effettivamente superato un vero playtest. Se il materiale utilizzato è eccessivamente “povero” è difficile che i playtester abbiano realmente potuto apprezzare il gioco per quello che potenzialmente potrebbe essere (a meno che non siano dei platester “professionali”)

    #17144
    Spartac
    Partecipante

    E' tutto inutile, il celebrato straparla ancora ;-).

    Ehehe!

    #17139
    Spartac
    Partecipante

    Spartaco, non devi rispondere a tutto qui, ma solo segnarti le domande e rispondere a Torino. Sennò il tuo seminario poi chi lo segue più? :-)

    Adesso me lo dici, dopo che ho scritto un papiro di risposte? :-)

    #17138
    Spartac
    Partecipante

    a me piacerebbe sapere se esiste spazio nell'attuale mondo ludico per giochi creati per 2 soli giocatori.

    Ho appena partecipato a una sorta di “gara” per la creazione di un gioco per due persone. Per ovvi motivi di riservatezza non posso dire di cosa si tratta (anche perché la gara è legata a una licenza), però direi che un piccolo spazio c'è. Ovviamente si tratta di una nicchia dove la fanno da padrone i giochi astratti (penso a classici come Quarto o Abalone, giusto per citare due grandi successi), ma qualcosa di più “vestito” si può sempre ipotizzare. Mi risulta che la Kosmos abbia una sua linea dedicata e sia sempre alla ricerca di nuove idee.

    #17137
    Spartac
    Partecipante

    Come mai la Editrice Giochi non accetta proposte da autori esterni? E' sempre stato e sarà sempre così? Per quale motivo?

    Probabilmente, quando andrò in pensione io sarà tutto più semplice :-)

    EG ha uno studio di progettazione interno, quindi sarebbe poco conveniente, da un punto di vista economico, acquisire giochi inediti. Però EG acquisisce molti titoli già in produzione, realizzandone la versione italiana.

    Quale è il processo produttivo di un gioco EG diretto alla grande distribuzione? Quale è solitamente il punto di partenza e quanto tempo richiede? Quali soggetti entrano in gioco oltre all'autore?

    La grande distribuzione influenza solo la tipologia di gioco, perché si rivolge a un pubblico di non specialisti, che desidera cose semplici. Ci sono giochi che devono essere sviluppati in poche settimane e altri che possono richiedere mesi, non esiste una regola fissa. Il soggetto che entra in gioco più frequentemente è una licenza e quindi una casa produttrice che, nel 99% dei casi, ha una sede negli USA e una in Italia e naturalmente queste due sedi non dialogano fra di loro. Di solito la sede italiana è quella che pone mille difficoltà e poi, alla fine, si scopre che non ha alcun potere decisionale, quindi capita spesso di dover ripartire da capo quando il gioco viene sottoposto all'approvazione finale. A quel punto capisci che sei entrato nel meraviglioso mondo delle multinazionali, dove ogni singolo individuo sa che farà carriera solo a danno di un altro, fosse anche dall'altra parte dell'oceano, mentre tu sei lì con le tue pedine colorate, i tuoi dadini e le tue carte. A quel punto devi avere tanto mestiere per uscirne vivo.

    Che spazio rimane per alcuni principi tradizionali alla base del gioco d'autore, come ad esempio il lungo playtest o una certa innovazione nelle meccaniche?

    Poco, tanto quel gioco sarà immediatamente bollato come “commerciale”, indipendentemente da come lo farai.

    #17135
    Spartac
    Partecipante

    Parliamo della genesi di Metropoli e dei motivi che hanno portato alle varie scelte di design. Non è da tutti lavorare su un gioco che sai già in partenza che sarà sugli scaffali della grande distribuzione.

    Io lavoro al 90% con giochi che finiranno in partenza sugli scaffali della grande distribuzione. Anche in questo caso mi fai una domanda veramente troppo generica perché io possa darti una risposta sintetica. Però se vuoi ne parliamo dal vivo a Torino.

    Analisi di alcuni giochi di carte che hanno riscosso un'enorme successo nell'ultimo periodo: Dominion e 7 Wonders.

    Che analisi vorresti da parte mia? Sono due giochi che hanno ottenuto un grande successo elaborando dei concetti non nuovi, ma in modo originale. Due ottimi lavori direi.

    Cosa pensa dei giochi collaborativi, delle varie modalità (squadre, contro il sistema, con traditore, cambio di fazione, etc.) e che consigli può dare ai giovani designer?

    Penso che il mondo del gioco è straordinario proprio perché è in grado di riassemblare all'infinito concetti apparentemente semplici introducendo continue variazioni, che poi portano a nuove tendenze e nuovi modi di giocare. Il gioco collaborativo altro non è che una semplificazione del gioco di ruolo con l'introduzione di elementi scenici codificati. Il trucco sta nel pensare a un gioco come si pensa a un libro o a un film, partendo più dalla “sceneggiatura” che dalle regole.

    #17132
    Spartac
    Partecipante

    Cosa pensa Albertarelli dell'argomento trattato nell'ultimo seminario di Faidutti a Lucca? Quanto è importante la componente di originalità e innovazione in un gioco? e quando si deve sacrificare per ottenere un set di regole armonico e scorrevole?

    Sfortunatamente, quando l'amico Faidutti teneva il suo seminario io ero impegnato, quindi non ho potuto seguirlo. L'armonia delle regole è un'obiettivo fondamentale da raggiungere e a volte i sacrifici sono tanti. Ogni autore di giochi sa quanto sia più difficile “uccidere” che “creare”.

    Cosa pensa del mondo dei videogiochi e delle applicazioni apple relativamente al gamedesign e al mondo dei giochi in scatola?

    Tutto il bene possibile. Da quando esiste un grande mercato come quello dei videogiochi in genere è nata una letteratura vastissima che riguarda il “game design” e in tutte le scuole professionali per aspiranti programmatori di videogiochi, la base di partenza sono i giochi tradizionali.

    Come vengono recepiti gli autori italiani all'estero e dalle case editrici?

    Per quello che valgono e direi che ultimamente sono in molti che si sono fatti valere.

    Ci può segnalare alcuni testi che a suo avviso possono essere utili per un aspirante gamedesigner? e oltre a un livello base, cos'altro per qualcuno che ha un po' più di esperienza?

    Certo:

    The rules of play

    Challenges for game designers

    Geme design workshop

    A theory of fun

    Per partire vanno più che bene.

    #17130
    Spartac
    Partecipante

    Che processo creativo segue Albertarelli?

    Come un aspirante autore si deve porre con una casa editrice che si interessa a un suo gioco? e se fossero più case editrici allo stesso tempo?

    Come si può gestire l'interazione diretta per evitare che frustri i giocatori (es. in citadels l'attacco diretto dell'assassino a un altro personaggio è frustrante per chi deve saltare il turno)?

    Cosa pensa del fenomeno delle piccole case editrici che negli ultimi anni sono comparse sul mercato? Tenendo conto che alcune hanno portato titoli di buona qualità, altre titole mediocri o peggio. E tenendo conto che ne siamo interessati più come autori che come clienti.

    Come si deve rapportare un autore di giochi con il grafico “impostogli” da una casa editrice?

    Come si compila una scheda riepilogativa di un proprio gioco? Magari da avere in una manifestazione come IDEAG. è necessario averla in più lingue? quanto deve essere lunga (A4, A5, 500 battute, etc)?

    Ho fatto un prototipo ma mi è costato parecchio, ed è l'unico che ho per playtestare… come mi libero dal vincolo che mi ci lega e lo cedo a un editore che “potrebbe essere interessato” con la possibilità che il materiale non venga restituito?

    E come faccio a rispondere a così tante domande tutte insieme? Dovrei riuscire a condensare in poche righe un'intera vita passata a fare giochi, senza contare che non esiste una regola fissa.

    Io, per esempio, non propongo praticamente mai lo stesso gioco a due case editrici contemporaneamente e questo risolve molti dei problemi che hai sollevato. Poi, una volta che un editore si dimostra interessato, so per esperienza diretta che le scelte aziendali non sono influenzabili più di tanto dall'autore. Cerco di difendere le mie idee, ma so che è l'editore che rischia il proprio denaro e quindi ha diritto di fare le proprie scelte.

    #17129
    Spartac
    Partecipante

    Una domanda che mi viene in mente per Albertarelli è
    La televisione che è il miglior mezzo per arrivare alle famiglie italiane, passa spesso pubblicità di giochi da tavolo basati su scadenti show televisivi … Non pensa che le famiglie una volta provato questo tipo di gioco si allontanino dal vero gioco da tavolo ?

    No, non penso che questo sia un problema reale. Le persone giocano a quello che vogliono e per quanto ne so io non esistono i “veri giochi da tavolo”. Esistono solo tipologie di giochi diversi per persone diverse. La cultura del gioco (ma più in generale la cultura) non passa attraverso la demonizzazione di quello che non ci piace. Gli “scadenti show televisivi” rappresentano ovviamente il gradino più basso di una piramide, ma non sono un “nemico” da combattere.

    #8150
    Spartac
    Partecipante

    Non ho, infatti, ancora capito e mi piacerebbe saperlo quale torto è stato fatto a Giulio Trabucchi dalla EG, se un’idea gli è stata plagiata, se una sua creazione sia stata ignorata o che altro.

    Sono certo che a trabucchi non mancherà la capacità di esprimere in modo chiaro le sue ragioni. Mi limito a specificare che non c’è nulla che abbia a che vedere con la creazione di un gioco o con diritti d’autore di alcun genere. Per quello che ne so (non sono io ad averlo bannato e grazie al cielo ho cose più divertenti delle quali occuparmi) si tratta di una semplice questione di maleducazione.

    Il ban dell’utente che ha riportato parzialmente il nostro dialogo avvenuto su questo forum è, invece, del tutto indipendente dalla vicenda che riguarda trabucchi.

    #8143
    Spartac
    Partecipante

    Ehi!!!!
    Dov’è la mia parte?!?

    Spartaco, ti vengo a cercare!

    Il problema è che sa passi da Lucca mi trovi pure!

    Vabbeh, me la cavo con una birra?

    Post edited by: spartac, at: 2007/10/17 14:41

    Post edited by: spartac, at: 2007/10/17 14:41

    #8120
    Spartac
    Partecipante

    alessandro wrote:Fino ad oggi non ho avuto modo di conoscere di persona (spero prima o poi di farlo) Spartaco Albertarelli ma ho dialogato con lui sia sul forum di EG sia su questo.

    Come ho già scritto, io sarò allo stand EG di Lucca Games. Se ti capita di passare da quelle parti sarò più che felice di conoscerti.

    Per tua informazione, devi sapere che un utente del forum EG si è permesso di fare un copia e incolla dei messaggi che avevi scritto su questo forum. Poichè immagino che la cosa sia stata fatta senza la tua autorizzazione e poichè all’epoca avevi espresso il legittimo desiderio di mantenere la discussione in campo “neutro”, abbiamo istantaneamente provveduto a cancellare tali messaggi (e abbiamo anche bannato l’autore di questa pubblicazione indebita).

    Riteniamo di aver operato nel modo più giusto e corretto, ma poichè la cosa ti riguarda, mi rimetto a un tuo eventuale parere in merito.

    Post edited by: spartac, at: 2007/10/16 17:49

    #8114
    Spartac
    Partecipante

    PaoLo wrote:

    Probabilmente ho esagerato nei tagli, eliminando anche qualche elemento (indirettamente) utile alla conversazione. Se la conversazione torna su toni accettabili – come suggerisce anche l’ultimo post di Spartaco – non c’è nessun problema ad ospitarla sul forum. Ma i post contenenti insulti verranno inesorabilmente eliminati.

    Ho qualche dubbio che questo trabucchi abbia voglia di “discutere”, ma se i temi trattati fossero di interesse comune non mi tirerò certamente indietro, come non mi sono mai tirato indietro in questi casi.

    Al limite risponderò la settimana prossima, visto che la fiera di Essen è alle porte (a proposito, sarò allo stand Ghenos 4-66 giovedì dalle 17 in poi, se qualcuno volesse farsi due chiacchiere mi può trovare lì).

    Post edited by: spartac, at: 2007/10/16 14:59

    #8112
    Spartac
    Partecipante

    Nella parte di messaggio tagliato, trabucchi accenna a un dettaglio che ha forse qualche interesse per tutti.

    Risiko è un gioco che Editrice Giochi realizza in Italia pagando i diritti d’autore alla famiglia Lamorisse (ovvero agli eredi dell’autore) e le modifiche che sono state fatta al gioco non sono state fatte per aggirare la legge sui diritti d’autore (come sta cercando di sostere questo trabucchi). La famiglia Lamorisse percepisce una royalty molto elevata per qualsiasi titolo EG metta sul mercato con il marchio Risiko, quindi anche per tutte le varie espansioni.

    Visto che l’argomento “diritti d’autore”, su questo forum, è particolarmente sentito (giustamente), posso dirvi che con le sole royalty derivanti dal mercato italiano, una famiglia media potrebbe vivere comodamente di rendita, senza bisogno di fare un bel nulla.

    Sempre per la cronaca, io non percepisco alcuna royalty per Risiko o per i suoi derivati (Futurisiko, SPQRisiKo ecc.), perchè lo sviluppo di questo gioco rientra nel mio contratto di consulenza con EG.

    Post edited by: spartac, at: 2007/10/16 10:24

    #8109
    Spartac
    Partecipante

    Due righe veloci solo per comunicare agli amici di questo forum che ho avuto modo di leggere l’intervento di trabucchi e mi sono molto divertito anche a leggere il forum che ha appositamente aperto per poterci mandare a quel paese.

    Seguo sempre con interesse quello che viene postato da queste parti (anche se gli impegni di lavoro non mi consentono di partecipare come vorrei) e se non risponderò nulla sull’argomento è per scelta e non per “ignoranza”.

    Già che ci sono, approfitto dell’occasione che mi viene fornita per comunicare a tutti che sarò presente a Lucca Games, presso lo stand EG, per tutta la durata della fiera.

    Se qualcuno avesse piacere di parlare di giochi, in modo serio, mi può venire a trovare quando vuole.

    Sarò felicissimo di reincontrare chi già conosco e di conoscere chi non ho mai incontrato prima.

    Post edited by: spartac, at: 2007/10/16 00:29

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