molto ma molto in breve, mi sembra molto complesso per un filler e molto casuale per un gioco con più “contenuto”. Il sistema di combattimento ripreso da Yahzee ti convince davvero? L'ambientazione è simpatica, ma non riesco a capire (a livello di ambientazione) perché la nemesi di un gruppo di eroi sia alleata di un'altro gruppo di eroi… non mi pare coerente con il setting.
Il tutto ovviamente, da una lettura veloce di 5 minuti… come sempre bisognerebbe provarlo.
Condivido tutto il resto al 100%. Su questo punto mi permetto una piccola precisazione:
per me Piossasco è come Berceto: un posto dove tra autori si lavora allo sviluppo di prototipi che hanno bisogno di suggerimenti, confronti di idee, ecc… non è una vetrina per far vedere i miei giochi agli editori.
E, mentre i giocatori occasionali o comunque “in target” per un prototipo quasi finito li trovo in ludoteca quasi ogni sera, la possibilità di far provare giochi in via di sviluppo ad autori competenti non è così facile, ecco perchè in quel contesto l’opinione della massaia di Piossasco non mi interessa. Ovviamente, se ho un party game finito da far provare, lo faccio testare alla massaia di Moncalieri o di Chivasso alla prima manifestazione buona. Ma durante IDEAG mi sembra uno spreco.
La spiegazione ora (per un giocatore esperto) è assolutamente chiara.
Temo non possa fare da base per un format televisivo perchè una volta “imparato il trucco” ovvero se uno impara a riconoscere le intersezioni è possibile allenarsi al punto da diventare pressoché imbattibili (tralascio considerazioni sul fatto che non è possibile vendere format per trasmissioni televisive a nessuno, a meno di non avere agganci personali molto, molto in alto).
Linx wrote:
i difetti che la gente troverà e ti citerà in quanto per loro più evidenti e fastidiosi spesso non sono veri difetti se paragonati alla media del genere. E viceversa.
Nella eventuale divisione a gruppi bisognerebbe tenere conto anche di questo in effetti.
Un “vecchio” autore dai capelli bianchi come Walter o grigi come i miei è in grado di capire la tipologia di gioco che ha di fronte e di valutarlo per quello che è, american, german, astratto, partygame, ecc…
Continuo a ritenere l’idea del sorteggio come i gironi dei mondiali molto più divertente 😆
( io ero quello col gioco sulle moto GP RACING appena dentro a destra) poi ho cominciato a girare tra i tavoli.
Cavoli l’ho visto e volevo chiederti qualcosa a riguardo… poi devo essermi distratto (ancora le scimmiette di Homer nel cervello, suppongo) e non sono più tornato… la prossima volta, volentieri!
mi piace molto, davvero molto, l’idea dei libri precostruiti, che assicura il perfetto bilanciamento dei libri usati dai giocatori… complimenti per l’idea, mi piacerebbe averla avuta io! le bustine dei living come cthulhu e compagnia, secondo me, hanno molto meno fascino dei tuoi libri… se fossi in te mi terrei stretto questo formato!
e ora le critiche:
1) si tratterebbe solo di uno scontro a turni, tipo “io gioco questo”, “io allora questo” e avanti così? da appassionato e inventore di giochi di carte, ti dico che un importante fattore è l’imprevedibilità! quindi istantanei di magic, carte coperte di yu-gi-oh, magie nascoste di wom eccetera.. se vedi usano tutti una meccanica simile, ed è semplice capire che è una pista da seguire.
2) non ci sarebbe il rischio che, editi, non so, 4? 6′ libri diversi, i giocatori dopo poco si stufino, sapendo sempre cosa può riservare loro il mazzo dell’avversario? mio consiglio per ridurre questo problema sarebbe dare la possibilità ad ogni “mago” di utilizzare 2 (almeno) libri contemporaneamente. in questo modo ognuno potrebbe scegliere quali 2 libri vuole giocare, magari sfruttando combo che avete messo in ogni libro con gli altri…
bigdrugo wrote:
grazie tanis.. sto già lavorando sui tuoi consigli e sopratutto adesso ha cambiato nome! RAILWAY MANAGER ! :)Post edited by: bigdrugo, at: 2010/01/19 16:44
Figurati, non ti ho citato per nickname solo perchè (mannaggia alla memoria, a volte penso che nel mio cervello ci siano le scimmiette di Homer che sbattono i gong) non me lo ricordavo… :laugh:
– seconda ipotesi relativa al punto precedente: si formano gruppi di playtest per il pomeriggio di Sabato. Ovvero, l’organizzazione sceglie 2 autori anziani e 2 autori novizi, quindi gente che non si conosce, e assegna 2 tavoli in cui questi 4 autori più almeno 2 tra editori e giocatori provano i giochi a vicenda. Per il resto del tempo, ognuno è libero di fare quello che vuole. Ma probabilmente, a quel punto l’autore anziano presenterà all’autore novizio altri autori e quindi lo scambio di conoscenze avverrà spontaneamente. Questa cosa la vedo più fattibile e interessante rispetto alla precedente proposta.
Trovo che sia la proposta più fattibile e interessante pure io, se qualcosa si vuole fare.
Logicamente sottintende il sacrificio di 2 autori anziani. Ma credo che sia la cosa che più rispecchi l’intento di partenza della manifestazione.
La cosa libererebbe tra l’altro dello spazio, visto che in teoria si schiera un prototipo alla volta ogni 4 autori e lo si testa il prima possibile, rendendo migliore la gestione dello spazio. Mi trovo spesso ad accatastare roba sopra altra per poter giocare in spazi comunque risicati.
Ovviamente richiede una pianificazione più attenta del tutto. E tutto rimane alla buona volontà di chi già si sbatte per darci un evento senza ritorno se non di soddisfazione. (Comunque per ciò che posso sono disposto a metterci del mio)
Forse la cosa può anche essere ridotta a gruppi di 3. In genere in 3 si può provare di tutto e lascia spesso 2 posti liberi per semplici giocatori aggiunti.
Io mi associo alla proposta e sono disposto a metterci del mio.
Sarebbe anche divertente, si potrebbe fare un sorteggio il sabato mattina tipo sorteggio dei mondiali di calcio e sarebbe un modo simpatico per presentare magari gli ospiti e gli “autori anziani” a chi non li conosce, ed un modo per allargare ulteriormente le reciproche conoscenze!
Brevissimo report della mia IdeaG 2010: ho giocato molto, e molto più a giochi di altri che ai miei… alla fine se tutti facciamo così funziona. Poi è ovvio che mi viene più spontaneo giocare a qualcosa di un autore che già conosco, ma ho giocato anche a giochi di autori nuovi, per cui mi autoassolvo
In particolare ho provato (due volte!) Proconsules, di cui una volta insieme a Favar come già da lui detto, sul quale ho avuto le stesse vibrazioni positive che ebbi su Enrico il navigatore (il futuro Vasco da Gama).
Un gioco di gangsters di… uhm non so chi fosse l’autore tra i presenti al tavolo, spunto interessante, c’è da lavorarci molto.
Locomotiva dei ragazzi della ludoteca La Zucca Vuota di Palermo (promettente, da snellire un pò ma comunque piacevole),
Asgard di Zizzi (in via di pubblicazione e quindi praticamente finito, davvero un bel gioco e non lo dico solo perchè sto sviluppando due giochi insieme a lui).
Il giochino di carte sul calcio di uno degli ospiti francesi (mi sfugge il nome): simpatico e divertente.
Exit Poll di Riccardo Guerra: davvero un altra bella idea dopo il Cuoco di cui sono già fan.
Il gioco “monopolesco” sul calcio dei ragazzi siracusani… loro sono simpaticissimi, sul gioco ci sarebbe da lavorare davvero tanto.
Venetia, un gioco di carte stile Bang! di due ragazzi di Biella (Sasha e, mi pare, Roberto). Molto ben ambientato, qualche meccanica è da limare e non è certo un gioco per il mercato tedesco, ma ai giocatori di ruolo dovrebbe piacere.
A fronte di otto partite a giochi di altri finito con il provare una volta sola Graal (che sto sviluppando con Pierluca Zizzi e che ha ancora bisogno di tanto tanto lavoro, ma lo spunto originale continua a piacermi) ed il mio “Re Riccardo alle Crociate”, che dimostra la mia tendenza a trovarmi bene con i reali (dopo re Tritus di Kingsburg)… avrò dell’insospettabile sangue blu?
Comunque 8 giochi di altri e 2 miei, mi sembra una proporzione eticamente corretta
Finito il resoconto, e ribadendo la bellezza e l’importanza di IdeaG nonchè il ringraziamento agli organizzatori, veniamo a qualche opinione (come spesso mi capita, talvolta andrò controcorrente) sulle cose migliorabili e sui giudizi che ho letto prima.
1) sul catering siamo tutti d’accordo che è migliorabile. E che la location migliore è il teatro, dove si sta tutti assieme. La mia personale opinione è che l’anno prossimo IdeaG dovrebbe trovare una sede più comoda da raggiungere ed ospitale. Se per fare questo si deve traslocare nelle vicine Pinerolo o Orbassano o addirittura a Torino, secondo me è un passo che ormai va affrontato.
2) playtesters. Mi spiace, ma penso che i giocatori occasionali come playtesters sono INUTILI. Quindi le lamentele sui giocatori risucchiati dalla Ludoteca non le condivido affatto.
Se partiamo dal presupposto che si viene ad IdeaG per fare del playtest serio ed avere pareri da persone competenti, magari anche pareri severi ed impietosi, ma che possono aiutare i nostri giochi a migliorare e far capire qualcosa a noi stessi, allora far provare i prototipi ai giocatori occasionali è perfettamente inutile.
Piuttosto, va incentivato e recuperato lo spirito per cui si viene ad IdeaG in primo luogo per provare i giochi degli altri.
Io vengo ad IdeaG per far giocare i miei prototipi ad altri autori ed a pochi playtesters competenti, e li prego di essere il più critici possibili, perchè con i complimenti fatti tanto per fare non si cresce e non si va da nessuna parte. Il parere della casalinga di Piossasco o dei suoi pargoli, con tutto il rispetto, in questa sede non mi interessa.
3) Professionalità. Andrebbero secondo me a tutti i costi inseriti dei momenti seminariali, magari approfittando della presenza degli ospiti. Non solo per favorirne la riconoscibilità e dare un senso alla loro presenza, ma anche per contribuire alla crescita degli autori stessi. Perchè è imbarazzante provare dei giochi e provare a parlarne in termini tecnici, sia pur semplici, e renderti conto che l’interlocutore non ti capisce (o non è disposto a capirti). Alla fine le “caste” a cui qualcuno ha accennato forse sono solo il tentativo di parlare di giochi con qualcuno che parli la tua stessa lingua (e la mia personale memoria è così labile che non riesco dal nick che leggo sul cartellino a capire se sto parlando con qualcuno che è già passato da questo sito e quindi ha almeno alcuni principi di base piuttosto chiari, oppure no).
4) gli editori. Anche qui, andando controcorrente, penso che dobbiamo fare un pochino di “mea culpa”. Perchè gli editori, specialmente quelli di un certo livello, vengono se sanno di avere la possibilità di provare giochi presentati professionalmente e sviluppati con un certo criterio. Mentre se l’aspetto generale di IdeaG è quello della “fiera del dilettante” con “autori” che presentano la propria riedizione di Monopoli o di Risiko, allora posso anche capire l’editore che nel dubbio non viene o che se viene si rivolge mirando agli autori che già conosce (e così magari facendo torto agli autori esordienti che hanno prototipi sviluppati come si deve e con concetti moderni, ma che rischiano di essere confusi nel baillamme generale.
Scusate se, al solito, sono stato brusco e poco diplomatico ma credo sia il caso di dire le cose come stanno senza nascondersi dietro diplomatici giri di parole…
Come hanno già detto Iz e Wallover, non sempre si segue la stessa regola, certo ci sono delle abitudini consolidate, come quella di lavorare su commissione, che ti portano a lavorare in un certo modo.
A me può capitare di partire indifferentemente dalla meccanica, piuttosto che dall’ambientazione, piuttosto che dal desiderio di cimentarmi con la creazione di un gioco di una certa tipologia o destinato ad un certo target.
Sicuramente in fase di sviluppo il target di riferimento lo devi avere sempre presente… però può capitare di sviluppare un titolo “a più livelli”… per fare esempi concreti, Wizards of Mickey è stato pensato per essere accessibile ad un target di bambini anche molto piccoli, ma interessante da giocare per gli adulti, e le meccaniche nel bene o nel male riflettono questo “doppio target”. Kingsburg base è stato plasmato per essere un gioco da giocatori occasionali e rispondere alla citata “regola del 20”. Una parte (e nemmeno tutto) di quello che non ci stava è confluito nell’espansione, che ha come target un pubblico più evoluto di gamers.
Personalmente, porterò insieme a Pierluca Zizzi, l’autore di Caligola, ben due promettenti prototipi:
GRAAL – indovinate cosa dovete cercare in giro per l’Europa? Avventura, tarocchi, dadi, aerei e caccia agli indizi per 2-5 giocatori. Il gioco che sta al Codice da Vinci come I Pilastri della Terra sta ai Pilastri della Terra
SECRET AGENCY – Siete a capo di un’agenzia specializzata in “missioni impossibili”. Dovete reclutare i migliori agenti sulla piazza e mandarli a risolvere i “contratti” che i governi, le multinazionali o semplici privati vi propongono. Più un contratto diventa “caldo”, più viene pagato, ma attenti a non farvi soffiare il lavoro da un’agenzia concorrente… un semplice gioco di aste e di set collection per 2-6 giocatori. L’unico gioco il cui regolamento si distruggerà dopo 10 secondi… 9… 8… 7… 6… 5… 4… 3… 2… 1… BUM!
Io e il buon Luca Iennaco (LTFlaming) avremo in borsa il prototipo (ormai finito) di OLYMPUS, ma non penso che lo faremo giocare se non su esplicita richiesta… il gioco al 99% ha già un editore (anche se la data di uscita è ancora incerta).
Per conto mio, invece, porterò un prototipo molto, molto, alfa: RE RICCARDO ALLE CROCIATE. da 2 a 6 feudatari alle prese con il dilemma se accumulare potere in patria o dare una mano al re impegnato a combattere gli infedeli contando sulla sua generosità quando e se tornerà da vincitore… il solito gioco di cubetti, sacchetti, ruoli da scegliere e tradimenti.
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